Secondo me non è stilabile una sorta di modulo prestampato da consultare idealmente per valutare la bontà del gameplay, fosse solo per il fatto che i vg hanno milioni di volti, di sfumature, all'interno anche di categorie decisamente similari, poi c'è la distinzione fra quelli che nascono x essere giocati da soli e quelli che nascono per essere giocati in molti che incasina il tutto (l'IA, tipo, non ha più peso) e quanto son disparati da un soccer ad un FPS, su quanti e quali valori diversi poggiano...
Ciò che per me è discriminante è un'altra roba, ovvero quello che chiamo "il tocco divino".
Lo senti se c'è il tocco divino nel gameplay di un gioco, è ciò che dà ai videogiochi, che sono cose "finte", una vita. Una vita sua, vera, divertene da vivere in prima persona, dentro una navicella di plastica, sopra un drago di cartapesta, a piedi in un bosco finto... Mi son trovato a dire "pulsa sangue", lo senti un gameplay che gronda sangue, ed è, quello si, una cosa piuttosto rara...
E fondalmente è un inganno, e più t'inganna più è stato toccato da Dio, più di diverti giocandoci: e giochi con uno strumento che è l' "estenzione delle tua braccia" al sevizio del tuo intuito/intelletto.
Però quanta vita c'è in un gioco, che grado di vita ci sia, quanto, insomma, Dio ci abbia tenuto il dito sopra, si vede, si sente, si tocca > si tocca sul campo, si tocca in pista, si tocca in game.