Autore Topic: [SNES] Mega Man X 2  (Letto 3654 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline EGO

  • Eroe
  • *******
  • Post: 14.186
[SNES] Mega Man X 2
« il: 24 Set 2004, 16:28 »
Tanto prevedibile quanto già preventivato nel finale del primo episodio, Rockman X 2 risolve gli unici due difetti che affliggevano Rockman X. Primo: i rallentamenti. Un chip C4 viene incorporato nella cartuccia, e i problemi di fluidità dell’azione non sono più un problema, più che altro una vaghissima allusione in rarissime occasioni. Piove, ci sono piattaforme a reazione che si muovono su e giù mentre X salta da una all’altra, insidiato da nemici volanti; succede, ma il gioco non scatta. Nemmeno un’esitazione, non un tentennamento. Eppure i fondali sono più dettagliati di prima, gli sprite più grandi e mobili, l’azione più frenetica, i nemici più cattivi e numerosi, gli effetti speciali un diluvio. Solo i colori, stranamente, hanno assunto tonalità più cupe, rinunciando alla brillantezza del passato, ma questo è un dettaglio di nessuna importanza. L’engine di Rockman X2 è granitico, inattaccabile, autenticamente ed inesorabilmente rock solid.

Il secondo difetto di Rockman X era l’eccessiva facilità. Un’alzata di spalle, una sfregata di mani, una scrocchiata di nocche e via alla tastiera. I programmatori Capcom danno libero sfogo alla loro cattiveria e propongono una sfida per veri duri, sottolineata dalle tonalità oscure della grafica e dallo sguardo d’acciaio di X. Ci sono trappole, tante trappole: salti e scivolate in stanze tappezzate di spuntoni mortali, blocchi che scivolano velocissimi cercando di schiacciarci contro i muri. Avversari, poi, come se piovesse. Spuntano da ogni parte, dal cielo, dai pavimenti, dalle fottute pareti. Per abbatterli ci vuole un arsenale. E come se non bastassero i Maverick, ecco che spuntano fuori dal nulla tre nuovi boss, denominati X-Hunter. E’ possibile incontrarli in arene più o meno nascoste lungo i livelli normali; affrontarli è vantaggioso, ma è anche molto doloroso. Violen picchia con la forza di tre, Serges è capace di ogni diavoleria e Agile si muove e attacca più veloce dello sguardo. In breve il sudore impedisce di controllare X come si deve, come se non bastasse il fumo che esce dallo sbattutissimo joypad  ad annebbiare la vista del giocatore. Sì, Rockman X 2 è difficile. Il livello di difficoltà cerca e quasi sempre trova il suo equilibrio sulla linea rossa tra impegno e frustrazione, con qualche picco (o abisso) di disperazione quando proprio sembra che qualcosa non possa essere alla portata delle capacità umane. E qui non ci sono le badilate di vite extra regalate nell’episodio precedente; il Game Over attende dietro l’angolo.

La crudeltà massima viene comunque raggiunta nella dislocazione degli upgrade: Rockman X 2 ridefinisce il concetto di precisione millimetrica, ricordando a chi ne avesse bisogno che cosa significhi “pixel perfect”. Il dash ci viene fornito fin dall’inizio, ma è a malapena sufficiente a raggiungere, con un balzo dal muro, quella sporgenza lassù in alto. E che dire del cuore cullato da un bassissimo tunnel ricoperto di spuntoni, da raggiungere dopo aver saltato una parete altissima con un precisissimo salto con la moto a reazione, la cui corsa va rallentata giusto in tempo se non la si vuole terminare contro un muro di aculei? Non c’è nessuna pietà per il giocatore che vuole potenziarsi: per avere vita più facile bisogna rendersela più difficile. Quasi misericordioso, se si riesce a prenderlo, l’air dash, che rende ogni acrobazia maggiormente alla portata delle nostre dita, che a quel punto ormai sguazzano nel sudore. Per i collezionisti perseveranti, in uno degli stage avanzati è nascosta una capsula che permette di effettuare il mitico Pugno del Drago streefighteriano, che distrugge qualsiasi cosa.

La concentrazione richiesta per sopravvivere rende quasi vano lo sforzo fatto per rendere tanto spettacolare il gioco. I Maverick sono fantastici: veloci, potenti, fantasiosi negli attacchi e nel nome: piange il cuore a pensare che un nome geniale come Magne Hyakulegger abbia potuto essere ridotto ad un banale Magna Centipede (hyaku = cento), o Metamor Mothmeanos a Morph Moth. Sempre più creativi e geniali, poi, i boss post- primi otto; oltre ai tre terribili Violen, Serges e Agile si rischia persino di dover affrontare Zero in una battaglia senza respiro, se i tre X-Hunter non erano stati battuti nelle arene speciali. Per non parlare dello scontro finale, che include persino uno sfoggio di grafica poligonale (e non fa una piega nel muoverla). Interessantissimi anche i mezzi speciali messi a disposizione in alcuni livelli, dalla succitata moto a reazione ai potenti esoscheletri, già visti in Rockman X ma ora dotati della capacità di restare sospesi in volo per brevi periodi.

Il risultato finale degli sforzi di Capcom è un gioco assolutamente privo di difetti apparenti. Sicuramente alcuni non potranno far fronte alla difficoltà talvolta incredibile, e rimane pur sempre il fatto che si sta giocando sempre lo stesso gioco, ma non importa: di fronte a tanta magnificenza tecnica, di fronte a tanto divertimento, e soprattutto di fronte ad una sfida finalmente degna di questo nome, lamentarsi significa non essere in gradi di apprezzare. Rockman X 2 risulta meno accessibile e per questo forse un pelino meno divertente, meno trascinante del prequel, ma probabilmente è più una sensazione dovuta al déjà vu che alla natura stessa del gioco. Caldamente consigliato.

VOTO: 8