Dunque.
Vedo che il thread se n'è andato per i cavoli propri virando verso argomenti di cui tutto sommato non mi importa abbastanza da spendere dieci minuti della mia giornata in repliche varie.
Perciò tengo le mie considerazioni su PSM e sul tono di voce del paonazzo Gorman per me e amen. Meglio così.
Però, dal momento che mi hanno appena riconsegnato il portatile (che rimane claudicante, tuttavia parzialmente operativo) colgo l'occasione per rispondere a tale Sator che qualche giorno fa mi aveva dedicato un bel post (non richiesto) di congratulazioni incentrato sul mio special relativo alla press conference di Sudeki a cui avevo risposto di fretta, dal laboratorio, senza riporvi l’attenzione necessaria.
Dicevamo.
L'articolo che hai segnalato è scritto maluccio. Ad esempio ho trovato insostenibile la lettura del secondo paragrafo
,
Ti dirò. Ho appena riletto completamente il pezzo che ricordavo buono ma che purtroppo non rammentavo dettagliatamente, e nonostante mi rammarichi a proposito dell'impaginazione un poco costretta direi che è più che soddisfacente.
>[Il tema della contaminazione e dell'incontro di elementi molto diversi fra loro è ricorrente all'interno del progetto Sudeki.
A partire dalla composizione del team di sviluppo, formato da una settantina di persone, all'interno del quale figurano persone provenienti da ogni angolo del mondo (bla, bla, bla) tra le quali anche alcuni dei programmatori che hanno lavorato a serie come Final Fantasy, FF Tactics e Vagrant Story. Non proprio giochini.
Passando per il project design che si avvale di artisti provenienti dal background dei media giapponesi come di designer cresciuti artisticamente nei territori anglofoni, per creare una commistione di stili molto originale, che da un lato strizza l'occhio al fan dell'animazione giapponese e dall'altro tende la mano al purista del fantasy all'occidentale.
Arrivando a sconvolgere quelli che sono i dettami del genere in termini di gameplay.]Questo è il paragrafo incriminato, suppongo. Vorrei capire, esattamente, cosa ti impedisca di avanzare nella lettura. Avrò anche uno stile vagamente arzigogolato e un poco barocco, tanto per gettarsi su qualche eufemismo, ma non mi pare ci sia qualche passaggio così marcatamente cerchioallatestico da renderne la lettura insostenibile (addirittura), nel testo sopra riportato.
Poi, io mi sto laureando in Farmacia quindi gli esperti sono altri. Il mio istinto però difficilmente sbaglia e per scrivere, di solito, mi affido a quello.
E a qualche Super Console d'annata.
ma e' tutto il pezzo che non scorre come potrebbe: ripetizioni, punteggiatura discutibile, rigirii di parole per descrivere concetti semplici (tipo quando ti lanci nella definizione del genere di appartenenza di questo Sudeki).
La famigerata definizione è stata partorita dalle menti contorte dei game designer, ed in un certo senso non ho fatto altro che adeguarmi all'andazzo.
Sarcasmo a parte, a casa mia questo (leggere più in basso per delucidazioni) fila. 'Nuff said, come si suol dire.
>[Questa strana denominazione, tradotta, sta a significare che non ci troviamo di fronte al solito clone di un gioco di ruolo di stampo nipponico o ad un più classico esponente occidentale del genere, nè tantomeno ad un GDR nintendiano pervaso di azione in luogo a un classico J-RPG tutto riflessività.Piuttosto quello che ci ritroveremo fra le mani dovrebbe essere, almeno nelle intenzioni del team di sviluppo, un intrigante mix di tutto il meglio che le varie tipologie di cui sopra sono in grado di offrire.
Il tema della contaminazione e dell'incontro di elementi molto diversi fra loro è ricorrente all'interno del progetto Sudeki.] etc.
Ma non avete un editor che rilegga e corregga i pezzi?
No. Noi poveri siti di informazione online a sfondo elettrointrattenitivo senza uno straccio di modello economico siamo soliti dare poca importanza a questi titoli pseudofeudali da yuppie postatomico-capitalistici ™, che fanno tanto Charlie Sheen nella Rolls di, Micheal Douglas che ciancia di obbligazioni e tassi di interesse.
Siamo una squadra con individualità importanti, ma a differenza dell’Inter giochiamo bene. E il nostro “capo” oltre a leggere decine di volte (e correggere se necessario) quanto scriviamo, organizzare il lavoro, tenere i contatti con i vari distributori, realizzare fisicamente l’homepage, motivare la ciurma e in sintesi mandare avanti la baracca senza il dono dell’ubiquita (ed evitando di nascondersi dietro a titoli lunghi come il nome dell’ultimo beat’em up Capcom), è bravo come 10 dei tuoi deputy-in chief-ensign-lieauteneant-cheerleeder-cableguy editor.
Garantito.
I contenuti poi non mi convincono per niente. Sembra di leggere una press release.
Un bravo "giornalista" (notare virgolette) non deve limitarsi a riportare le dichiarazioni degli sviluppatori: deve invece saper FILTRARE, scartare le notizie inutili e puntare su quelle (poche) importanti. E magari usare l'esperienza per intuire sin da subito le potenzialita' del prodotto.
Ohibo’. E dimmi, dall'alto del tua esperienza giornalistica (della quale pare si sia entrambi sprovvisti, eh), cosa avrei dovuto fare, venirmene fuori con una recensione con voto in millesimi dopo aver provato il gioco per...uhm...vediamo...dieci minuti in totale, forse quindici, oltretutto in piedi e distratto dalle chilometriche gambe della biondissima hostess tatticamente posizionata dal nemico a mezzo metro dalla postazione di gioco?
Mi era stata chiesta una anteprima, anzi una sorta di reportage sulla conferenza stampa con intervista allegata. Il mio compito era raccogliere il maggior numero di informazioni sul titolo in questione direttamente dalla voce di uno dei responsabili del progetto e quindi di riportare tutto su carta. Pardon su monitor.
E quello mi sono limitato a fare.
Il lead designer parla, parla, decanta questo e quello e tesse le lodi del suo pargolo digitale. Io annoto e riporto.
Per i giudizi faremo i conti in sede di recensione del prodotto finale.
Non afferro pienamente quale sia la tua concezione di giornalismo ma ciò che il mio buon senso si ostina ad indurmi a pensare e che il dovere di un giornalista (senza le virgolette) in questa particolare situazione sia quello di
riportare la notizia, così come gli viene data in pasto.
L’occasione prevedeva che il portavoce tappo e palestrato della Pincopallino Soft presentasse alla stampa specializzata il suo nuovo prodotto, questa è la notizia che deve essere data
senza edulcorare il pezzo con stravaganti soliloqui sulle caratteristiche tecniche e le potenzialità ludiche di un software che viene offerto in versione giocabile sotto una veste dichiaratamente embrionale e provvisoria.
Al limite ci si concede qualche speculazione, magari un paio di previsioni azzardatissime ma niente di più.
Cosa differenzia una recensione da una preview (e la differenza risulterà essere direttamente proporzionale allo stato di avanzamento dello sviluppo) e lo spirito critico con cui si affrontano i test e con il quale ci si accinge a buttare giù i consueti 8000 caratteri.
In questa particolare occasione ho preferito tenere certe considerazioni per me (dal momento che onestamente non avevo il diritto di elaborare dei giudizi da incidere su delle tavole di marmo sulla base di una sessione di prova così limitata), nell’interesse della coerenza della mia anteprima, facendo comunque trasparire le buone sensazioni che avevo avvertito avventurandomi per qualche livello joybad alla mano.
E ancora, per precisa scelta ho deciso di immergere le dichiarazioni di Pirinen (o Perinen? Boh) all’interno del testo e fonderle con il mio racconto/resoconto sempre in bilico tra la considerazione personale e la cronaca, nel tentativo di ottenere un melange gradevole da leggere. Mi pare di esserci riuscito, ma la modestia non è il mio forte.
Ad esempio, quando sottolinei che c'e' stato un dialogo constante tra programmatori e beta tester ho sorriso e mi son detto: "Ma va?".
Questo disse il Finlandese. Quello ho riportato, per i motivi sopra esposti, facendogli una cornicetta gradevole.
E inoltre, ma questa è più che altro una questione etica: vogliamo dargli il beneficio del dubbio almeno fino alla data della release finale? Oppure tutti i giochi fanno schifo a priori, perchè dei programmatori non ci si può fidare? Eh già, è successo pure quella volta con Stuntman, ma scherzi? Er.
Poi quando parli del motore grafico te ne esci con un: "Per esplicita ammissione di Tuomas il motore grafico sfrutta le capacità di XBOX portandole quasi al limite". Ora, se rifletti solo un attimo, dovresti renderti conto che questa frase non vuol dire niente. E' una cazzata che ha buttato li' questo Tuomas e che un redattore con piu' esperienza avrebbe bellamente ignorato. Lo fanno sempre questi sviluppatori.
Idem come sopra e pure con patate.
Lui l'avrà anche buttata lì, ma il motore grafico di Sudeki mi parve davvero buono, all’epoca.
Così, ancora una volta ho deciso di concedergli il beneficio del dubbio assolvendo al mio dovere di cronista, viste le caratteristiche del pezzo. Ho fatto disinformazione?
Anche la digressione sulle ore di gioco avresti potuto evitarla, tanto e' sempre la solita solfa: almeno 25 ore con vette di 90? Mapperpiacere, fate tacere questo Tuomas.
Apparte che ho spiegato con dovizia di particolari perché 25 e perché 90, comunque, considerando che la durata in termini di ore è un o degli aspetti tenuti in maggiore considerazione dall’acquirente di RPG credi che avrei dovuto omettere una simile informazione, semplicemente perché “tanto dicono tutti così”? Quindi se Polyphony al TGS annuncia 400 auto per GT4 dobbiamo schernirli e rifiutarci di riportare la notizia perché ” tanto alla fine si sa, la metà sono Lancer e Skyline”? Ah si’?
Stessa cosa per il frame rate. Molto lirico il momento in cui si assicurano punte di 55 fotogrammi 55 al secondo.
Sai, in questi momenti vorrei davvero pescare un trafiletto de "Il Giornale dei Giochini n" del mese x in cui vengono riportate le rassicurazioni dei programmatori in merito al frame rate di Vattelapesca Third Strike. Ma non ne ho il tempo.
Sono certo che i tizi di Killzone avranno detto qualcosa al riguardo parlando della loro ultima creazione. Ancor di più sono sicuro che
Videogiochi avrà concluso la stessa frase con un classico "Tuttavia i fotogrammi al secondo (nella versione provata NdR) non accennano mai a disancorarsi dalla stucchevole quota di (numero a casaccio), raggiungendo forse i (numero a caso) nelle fasi meno concitate. Speriamo bene". Solo con più stile, è ovvio.
e prendo molto seriamente la promessa degli sviluppatori di correggere i difetti di draw-in riscontrati nella beta.
Fa un po' come ti pare.
Insomma, l'impressione e' che tu fossi così contento di essere invitato a questa conferenza stampa da voler rendere a Climax il favore con un servizio entusiasta.
Diamine se ero contento. Anzi, "Diamine se ero contento
!".
Sono abituato a fare ogni cosa con passione, impegno e professionalità, e anche se il mio sembra uno slogan scarsopolitico per tutte le stagioni è la vera verità.
E quando arrivano, mi godo i risultati delle mie fatiche. E che kaiser.
Dopo anni trascorsi a leggere ogni testata che toccasse anche per sbaglio l'argomento videogiochi e aver lavorato nell’ultimo anno muovendo i primi passi come “giornalista” (con le virgolette stavolta) del settore, passare dall'altro lato della barricata e ritrovarsi seduto nella stessa sala con i ¾ della stampa specializzata ad ascoltare un programmatore che tenta di convincerti della bontà del suo ultimo gioco, è davvero una bella sensazione. Ogni volta.
Questo però non mi impedisce, affatto, di essere imparziale nei giudizi, laddove questi mi sono richiesti però.
Per lo stesso motivo la levataccia alle 5.20, la febbre a 38 e le 24+ ore di fila passate a scrivere senza dormire manco 5 minuti (perchè c'era anche da tradurre e riportare l'intervista) o l'avversione per ogni forma di RPG non mi hanno impedito di tributare il giusto a Tuomas e truppa, rimandando però il giudizio definitivo ad altre sedi.
Un certo potenziale nel prodotto poi, l'ho intravisto davvero. Se non altro al tatto non mi ha disgustato come la maggior parte degli RPG e questo è già qualcosa.
Naturalmente se vi sembra di ravvisare errori ortografici o quant’altro nel mio intervento questo non significa che non vengo automaticamente declassato da giornalista a “giornalista” o addirittura a ““giornalista””. Si tratta palesemente di licenze poetiche, sia chiaro.