Blackmail (Alfred Hitchcock, 1929)
Il primo film sonoro del nostro, tra l'altro nato come muto e poi quasi interamente rigirato, a parte la prima decina di minuti, anche se si percepisce che si è ancora esperti a far parlare soprattutto le immagini. Cosa naturalmente apprezzabilissima.
La trama è stupidina, facilona ma se chi dirige è un grande regista riesce ad esaltare i punti forti. Lo dimostra il fatto che è un film composto da neanche 10 scene, molto lunghe, ma non annoia mai. Mai. Sicuramente non tra i più famosi e neanche tra i capolavori del nostro, però ennesima conferma di Mister Doppio Mento.
Il club dei 39 (Alfred Hitchcock, 1935)
Invece qui siamo nella Storia in quanto film famosissimo, veramente replicato in mille modi, con grandi attori e scene importanti. E' la tipica storia di un uomo in fuga, dove nasce una coppia sbagliata che tanto sbagliata alla fine non è, un giallo psicologico e machiavellico (per lo meno per l'epoca) condito con spionaggio (inter)nazionale. E' il classico film che non sbaglia nulla, quel sottile strato di polvere che si intravede è il giusto prezzo da pagare per scoprire questa pietra miliare.
Furore (The Grapes of Wrath) - (John Ford, 1940)
Bellissimo film, ma oserei dire non un capolavoro come potrebbe sembrare, però importantissimo, pesantissimo, storico.
La storia è della famiglia Joad che esasperata dalla speculazione terriera e dalla crisi del '29, scappa dalla sua casa nel centro america verso l'ovest, il Far West, la California.
In questo viaggio subiranno le peggiori angherie e tutto per il lavoro, sempre e solo quello, sottopagato, usato come merce di scambio, tolto ad altri poveracci come loro.
E tutto si ripropone quando si parla di immigrazione: da queste carovane ammassate di persone e memoria, alle baraccopoli, al lavoro a chiamata nel senso del "
ehi venite qua, chi vuole lavorare?" sempre in nero, ai problemi di immigrazione ovvero vengono a rubarci il lavoro.
In questo il film è splendido , senza mai scivolare nel lacrima-movie. Uniche pecche il troppo spazio dato all'attrice che fa la madre che sicuramente ricopre un ruolo importante nel libro ma che le sue parti le ho trovate troooppo costruite, non perfette per essere trasposte e quel cavolo di monologo finale, famosissimo, che magari in un libro con i tempi di preparazione più lunghi può funzionare ma almeno al giorno d'oggi, nella sua glassa retorica, personalmente mi ha fatto un pò ridere.
Comunque è un film che ha definito il cinema, però anche nel male (una piccolissima parte).
400 Colpi (François Truffaut, 1959)
Diciamo se ci piacciano i film francesi che trattano di scuola è anche perché è probabile che tutto sia iniziato da qui.
Anche se la scuola in questo film è solo in piccolo pezzo e l'attenzione è praticamente rivolta solo ad un bambino.
Infatti il protagonista è un dodicenne Antoine, bambino problematico, un pò per attitudine, un pò per menefreghismo della madre e del suo compagno, non cattivi ma solo incapaci di fare da genitori degni.
Quindi il Nostro finirà in varie vicissitudini fino a pagare per le sue marachelle.
C'è da dire che lo sguardo lucido che dà il regista è straordinario a rendere tutto ambiguo, perché soprattutto rende incredibile come il bambino venga trattato in base ai leggeri "crimini" commessi, è veramente assurdo.
Alla stesso tempo è difficile tifare per lui perché effettivamente le cazzate che fa sono veramente quelle che abbiamo fatto tutti o quasi alla sua età, quindi odiosissime con gli occhi di adulto.
Diretto in maniera straordinaria, di quelle regie che sembrano invisibili finche non ci ripensi, si può dire che la regia si mangia in certi punti la sceneggiatura, ma più per merito della prima.
In questo si vede tantissimo che è un'opera prima e c'è la voglia di farsi vedere bravi bravissimi.