Juno è la più grossa bufala di quest'anno. Reitman è in gamba, e penso che buona parte del merito della parziale riuscita del film sia sua. A deludere profondamente è la sceneggiatura, che si basa su un umorismo cinico e stantio da blogger 35enne inacidita che non scopa dalla guerra del Peloponneso e si veste come una quindicenne. Il finale è affrettato, incongruente e forzato, un lieto fine che stona assolutamente con tutto quanto venga prima.
Milano odia, la polizia non può sparare, invece, è un grandissimo film, un'opera intrisa di violenza e cattiveria, in cui brilla un grandissimo Thomas Milian. Un po' "Un pomeriggio di un giorno da cani", un po' "Arancia Meccanica", questa storia di criminalità e disperazione mette in scena senza compromessi una società priva di valori, in cui ogni gesto è dettato dal denaro e dal proprio tornaconto, e si calpestano affetti e persone con una semplicità disarmante. Questo è grande cinema. Decisamente spartano e a volte sgrammaticato, ma lascia il segno.