Film Bianco (Krzysztof Kieślowski, 1994)
Secondo film di una trilogia di questo regista polacco che si ispirò ai colori della bandiera francese.
Questo è sull'uguaglianza.
Fine wikipedia.
A sapere questa premessa è un film molto interessante perché parla di un altro tipo di uguaglianza, al contrario di quella che ispira la parola: quello tra la qualità di 2 persone.
Infatti quello che vediamo è la storia di un uomo che fa di tutto per essere pari alla sua ex-moglie, una donna che lo ha lasciato, giustamente, soprattutto per insoddisfazione sessuale.
E questo ci sta, alla fine l'amore è un libero mercato dove prendi quello che dai, lo dicevano anche i Beatles in
The End anche se in chiave universale.
Quindi di base è un bello spunto per un buon film, molto interessante che scorre via tranquillo. Certe scene viste oggi sono bruttarelle, posticce (tipo lei che si fa sentire godere mentre è al telefono.. boh..) e il finale è maschilista visto con gli occhi di oggi. Cioè ci sta, non ci si dovrebbe scandalizzare ma dubito che oggi sarebbe rappresentato alla solita maniera.
Comunque film godibile ripeto. E ricordarsi di migliorare non è mai un brutto consiglio.
Fratello, dove sei? (Fratelli Coen, 2000)
Film minore dei Coen. Quindi parliamo solo di un gran bel film, con grandi attori e situazioni divertenti. Lo scenario è il Mississippi degli anni 30, ennesima volta durante la grande Depressione e presenta 3 detenuti che scappano dal solito lavoro di spaccar pietre per raggiungere un fantomatico tesoro nell'America di quei tumultuosi anni.
A voler criticare qualcosa il Mississippi in questo film sembra tipo Poggibonsi, dove si incontrano le solite 10 persone, però è un difetto inevitabile per non far durare il film 10 ore. Invece ne dura neanche 2 e scorre liscio, i nostri fratelli col materiale base naturalmente tirano fuori il meglio possibile con queste inquadrature bucoliche dell'America rurale molto belle.
Una garanzia.
Kill List (Ben Wheatley, 2011)
Thrillerone di quelli quieti, dal ritmo ponderato che all'improvviso tira fuori scene di violenza inaudita e una parte finale molto scatenata.
La storia è di 2 killer a pagamento che devono appunto completare una lista spingendosi sempre più al limite. Il protagonista dei 2, Jay, è un ex soldato traumatizzato che non riesce ad
"essere un pittore che non si macchia mai" come gli rimprovera il suo compagno Gal.
Il tipico film minimale, dove si spiega e si parla poco che la violenza si mostra, mica ha bisogno di altro.
Fino ad arrivare al finale dove sfociamo nel nonsense più assoluto, o per lo meno per me è così e mi va bene.
Certo, il colpo di scena finale (totalmente a caso) è una copia di un altro film estremo che chiunque abbia visto riconoscerà.
C'è da dire che finali così "forti" è quasi un peccato usarli solo una volta, però è anche giusto riferirlo.
Comunque lo consiglio, non buttate via il vostro tempo.
The Void ( Steven Kostanski e Jeremy Gillespie, 2017)
Uno degli horror più chiacchierati degli ultimi anni, The Void è la storia di un gruppo di persone rinchiuse in un ospedale assediato da dei tizi incappucciati al di fuori.
E non è il problema più grande questo....
Quindi si l'incipit è di un film di Carpenter (2 terzi dei suoi film, almeno) e i mostri hanno i tentacoloni alla Lovecraft.
Quindi l'originalità sta a zero. Aggiungendo che nell'ospedale c'è una donna incinta, calo l'asso.
Ma continuo, un finale così non pensi che possa ricordare un altro finale (sempre di Carpenter, uno dei finali più belli dei suoi film, tra l'altro!!)?
Però apparte questo, è un horror molto godibile, la poca originalità del tutto non intacca la visione, sembrano sacrifici necessari.
Comunque è semplice, se per voi gli horror in cui un gruppo di persone mal assortite (e mal approfondite..) affrontano "cose" ancora vi attira, vi piacerà.
Però prima vedetevi almeno il paio di film di Carpenter
"citati" se non l'avete fatto, sennò non è giusto.
Soprattutto per voi.
Ah, scena finalissima palesemente fuori budget, con quella fotografia da serie tv anni zero per adolescenti. Volevano fare una scena figa, per lasciare in sospeso il tutto, ed è tremenda. Vabbè è una scena comuqnue buttata lì.