I due presidenti, scritto da Peter Morgan, ormai un maestro del genere, dopo Frost/Nixon e The Queen. E anche questo è un ottimo film, con un trio di attori praticamente impeccabili (Sheen, Quaid e quella che interpreta Hillary che ora mi sfugge). Dialoghi sempre ficcanti e un'approfondita analisi, politica e personale, del rapporto tra Blair e Clinton, che illustra un nodo cruciale della politica mondiale degli ultimi vent'anni, ovvero il rapporto tra UK, USA e, di riflesso, la UE.
Cyrus. Un uomo distrutto dal fallimento del suo matrimonio conosce una donna a una festa, e iniziano una relazione. Le cose si complicano quando si ritrova in competizione con il figlio bamboccione che è geloso della madre. Parte come una commedia un po' nera e un po' rosa, e in effetti non si discosta da questo canovaccio, ma a renderlo interessante è la sottile ma persistente vena di inquietudine generata dalla grandissima prestazione di Jonah Hill, che dà vita a un personaggio, quello del figlio, grottesco e disturbante. Un film di per sé debole e superficiale, ma comunque apprezzabile per come rimane sospeso nel limbo tra commedia e dramma, spesso anche inconsapevolmente.
Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni. Il classico Allen di questi ultimi tempi, molto raffinato formalmente, decisamente fuori dal mondo nella sua rappresentazione di intellettuali che campano del loro lavoro invece che marcire in un call center, e che tenta di analizzare l'insoddisfazione perenne di tutte le generazioni attuali, tratteggiando diverse parabole costellate di fallimenti e delusioni. A differenza di Match Point, tuttavia, il tono è più leggero, non si affonda mai il colpo e il tutto si conclude con un finale piuttosto fiacco, che vorrebbe essere sospeso ma risulta invece affrettato. A parte la Watts, il cast è ampiamente sottosfruttato, da Brolin a Hopkins. E poi non capisco come mai la Pinto sembrasse una dea in The Millionaire, dove aveva le pezze al culo, mentre qui vestita elegante sembra una scimmia sui trampoli.