Questo halloween per me merita più di una sufficienza...
Uh sì sì, pure io lo penso, ma, effettivamente, il mio quote era ambiguo.
Concordo con
Baku per quanto riguarda l'analisi della parte relativa all'infanzia del mostro e per il fatto che trovo le altre due prove registiche di Zombie migliori, ma
Halloween è anche per me ben sopra la sufficienza, se preso in sé.
IMO la pellicola ha il suo perché nell'ottica del remake e, non dico che aggiunge qualcosa (perché ovviamente il film di Carpenter e quello di Zombie sono così differenti che l'uno non è la versione 'incompleta' dell'altro e viceversa), ma senza dubbio offre una rielaborazione personale e inedita al soggetto originale. Lo studio del personaggio è portato avanti con quella rabbia, quel tratteggio ruvido, sporco e quel senso di aggressione violenta e nichilista al Sistema tipici di Zombie.
Come in
Devil's Rejects, anche qui, infatti, il mostro è un'allegoria, un'esasperazione splatter-iconocolasta della disperata (e spesso autodistruttiva) ribellione alle comuni ipocrisie della società, causata (e questo in
Halloween si nota in maniera più esplicita che nelle altre pellicole) dall'emarginazione sociale e/o psicologica, che porta a vedere la realtà in ottica differente dalla massa, ma anche a covare un groviglio di rabbia e rancore, che inevitabilmente esplode nella maniera più sbagliata possibile.
Il protagonista della versione di Zombie è un 'diverso' prima ancora che un serial killer, è un'aberrazione generatasi dalle incongruenze comuni (ma spesso invisibili a chi vive esistenze ‘normali’) del moderno sistema sociale. E questo aspetto 'sociale' messo in primissimo piano è, a mio avviso, un prezioso contributo all'intero genere slasher canonico (parlo di
Venerdì 13 et similia).
Un approccio diversissimo da quello carpenteriano, che osserva l’aspetto sociale in maniera sempre ficcante ma anche molto ironica e divertita. Ovviamente, non intendo dire che una delle due poetiche è migliore dell’altra, mi soddisfano entrambe, considerato che sono sviluppate con perizia.
Dove il film di Zombie mi ha lasciato un po’ deluso è appunto sull’ingrediente ironia. Non l’ironia fine e in qualche modo ottimista di Carpenter, ma quella grottesca propria di Zombie. In
Halloween è pressoché assente. Inoltre, come Baku, trovo poco riuscita la combo sceneggiatura-regia nei momenti prettamente slasher della seconda parte. Tutto mi è parso troppo ‘aperto’, ‘corale’, lontano da quell’opprimente claustrofobia tipica di Carpenter e da quella sensazione di isolamento che ha fatto e fa ancora la fortuna del genere.
Rispetto a prodotti direttamente analoghi, quindi remake mainstream di splatter classici, il film di Zombie è ampiamente sopra i suoi ‘avversari’. Tutt’altra classe e fattura rispetto, per dire, al remake di
Venerdì 13 o alle, seppur onestissime, rielaborazioni de
Le Colline Hanno Occhi