Non so come mi è tornato in mente questo thread.
Icon, non per farmi i cazzi tuoi, ma come è andata l'esperienza sportiva?
Allora, andiamo con ordine…
1° GIORNO – PROVA – Distanza percorsa: 2 Km
Prova generale della bici: nessun problema di funzionamento; il contachilometri, sebbene economico, fa il suo dovere soprattutto nell’indicazione dell’ora e del chilometraggio percorso. Incredibile la sensazione dopo dieci anni senza bici nel sentire l’arietta fresca facendo due pedalate tanto per farle. Eppure qualcosa non va…
2° GIORNO – CASA DELLA SUOCERA – Distanza percorsa: 12 Km
… e si tratta di mutande e calzoncini. Non c’è niente da fare, è necessaria la rimozione dell’abbigliamento intimo e l’acquisto dei classici calzoncini aderenti con imbottitura chiappica perché il rapporto con il sellino da MB è traumatico già dopo circa 3 Km. Anche le scarpe non sono adatte: la suola troppo alta delle Nike da ginnastica non permette di avere sensibilità sul pedale, oltre che far puzzare il piede di gorgonzola stagionato in fogna di Calcutta. Pausa di 5 min. dalla suocera con ricarico della borraccia che, nei giorni estivi, è diventata la mia migliore amica.
Nonostante tornando a casa la salita delle scale rappresenti un’agonia accompagnata da preoccupanti schiocchi e scricchiolii provenienti dalle ginocchia, la soddisfazione è impareggiabile.
Quasi come la fame, nonostante riesca a trattenermi.
3° GIORNO – Shopping
Acquistati calzoncini da ciclista (19 Euro), scarpini in offerta (29 Euro). Tentativo di prendere caschetto in offerta sfumato nel nulla causa taglia troppo piccola.
4° GIORNO – CASA DELLA SUOCERA – Distanza percorsa: 12 Km
Come il secondo giorno ma con molto meno mal di culo. Le scarpine vanno a meraviglia, ma in compenso incominciano a dolere i polsi e i palmi a causa dell’eccessivo peso caricato su di essi. Il marsupio, utilizzato per stipare portafoglio, cellulare (spento, portato in caso di emergenza) e un piccolo asciugamano è piuttosto fastidioso. Ciliegina sulla torta, non volendo portare occhiali che mi infastidirebbero con il sudore ( già riversatosi copioso negli organi visivi, donando un che di sottomarino alla realtà circostante), le retine si riducono a guisa di stracci di daino. Al ritorno ho l’impressione che il frigorifero mi stia osservando; faccio finta di non conoscerlo. Con grande sforzo.
5° GIORNO – INVITO DEGLI AMICI – Distanza percorsa: 28 Km
All’andata, la bassa velocità media unita alla compagnia di altri esseri umani fa dimenticare la stanchezza, grazie anche alla pausa gelato concessaci in un locale.
Al ritorno invece, causa una salita ripida presa con un rapporto troppo lungo, mi ritrovo con un dolore persistente alle gambe ed alle ginocchia che durerà per i prossimi quattro giorni.
Presa inoltre in considerazione la possibilità di abbassare il sellino viste le svariate situazioni in cui ho rischiato di volare per terra senza un appoggio.
6° GIORNO – Percorso casuale – Distanza percorsa: 20 Km
Evitate le strade appena asfaltate durante l’estate: hanno una temperatura di circa 56 milioni di gradi e l’asfalto, ammorbidendosi e aderendo alle ruote, rende un calvario anche la gitarella più spensierata.
Inoltre un’auto a momenti mi cava un occhio con un sassolino gentilmente lanciatomi da un Pirelli Pzero. Urgono lenti protettive. Fortunatamente la strada di campagna da me percorsa, sebbene farcita di faticosi e continui saliscendi, è anche alternata da verdi prati e zone d’ombra assai gradevoli. Per il ritorno a casa vedi Giorno 2, con il frigorifero che questa volta mi fa delle avances piuttosto pesanti subito oscurate da quelle della mia ragazza che mi chiede il conto a letto…
7° GIORNO – Shopping dopo il ritiro spirituale e ripartenza – Distanza percorsa: 15 Km
Dopo aver interrotto per due settimane causa ferie lontano da casa, ritorno al mio cavallo di ferro pieno di buoni propositi. Non prima di aver fatto un’ulteriore puntata da Decathlon per acquistare una fascia elastica per la testa che assorba il sudore, un paio di occhiali da ciclista in offerta (19 Euro) e una magnifica quanto pratica borsetta da sella che mi permetterà di eliminare il marsupio.
Gli effetti sono evidenti: ora nono uso più l’avambraccio come tergicristallo, ho una visuale migliore e la cinta del marsupio non mi sega più la trippa sulla vita. Le buone notizie continuano quando, con mia grande sorpresa, le ginocchia non solo non produco più rumori strani ma il giorno successivo non dolgono come in precedenza, garantendo così movimenti più da essere umano che da mummia. Merito delle ferie?
8°, 9° e 10° GIORNO + OGGI – Percorso casuale – Distanza percorsa: 20/25 Km
Le prestazioni migliorano sia come velocità media (20/22 Km/H contro i 14/16 dei primi giorni) che come resistenza. Incomincio con i primi sterrati, veramente divertenti, buttandoci sopra anche qualche ponte. Incominciano anche a partire le prime dita medie contro i coglioni che mi fanno il pelo a 140 all’ora sebbene io stia sempre pedalando più a destra possibile. Penso anche di aver risolto il problema legato al dolore ai polsi e ai rimanenti bruciori di culo: mi sembra di capire che spostandomi più indietro sul sellino in modo che siano i glutei a poggiare anziché la zona prostatica, il peso su quest’ultima e sui polsi venga alleggerito notevolmente. Incomincio a capire quanto bastardi possano essere 3 o 4 Km/h di vento che ti soffiano contro.
Incredibilmente, nonostante l’intorpidimento dei muscoli, al mio ritorno la camminata è uguale a quella di un normale Homo Sapiens.
Questa è l’esperienza che ho fatto finora. Attualmente ho in programma di raggiungere i 30 Km per ogni uscita effettuata aumentando ogni mese circa (clima invernal–polare permettendo). Ovviamente i giorni che ho menzionato, oltre a non essere enumerati completamente, non sono stati consecutivi l’uno all’altro ma divisi da tre o quattro giorni di pausa.
Spero di non avervi annoiato e attendo qualsiasi vostro suggerimento in merito.