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Bad GuyKim ki-Duk nei suoi film racconta sempre l'amore. E cerca sempre di scavare nei suoi meandri più torbidi e perturbanti.
Il fine è quello di stupire, colpire con forza lo spettatore, svegliarlo dal suo torpore. E, infine, farlo riflettere.
Sarebbe semplice riassumere la trama di
Bad Guy, ma raccontandola la si rovinerebbe insieme al piacere di possibili visioni da parte di chi legge queste righe, quindi mi astengo dal farlo e scrivo qualche mia riflessione sotto il tag spoiler.
La ragazza è palesemente vittima del suo aguzzino e soffre della tipica sindrome di Stoccolma, ma la cosa più interessante è il comportamento di lui, sempre combattuto tra l'attrazione e la voglia di tenersi distante da lei. Questo comportamento continuerà anche dopo il finale, in una situazione quasi grottesca in cui lei non riesce ad uscire dalla misera vita che ormai si era abituata a condurre, sempre più dipendente da lui al punto di innamorarsene; lui, d'altro canto, non riesce ad amare una persona senza farle male: è forse una prova di questo il suicidio della sua vecchia fidanzata? Oppure quell'episodio è la causa del suo essere in quel modo? Non ci è dato saperlo, non esistono risposte certe nei rapporti d'amore.
Resta solo quel puntino che vediamo in lontananza, lo stato presente e un futuro che, però, rimane immobile e non riesce ad evolversi.
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Welcome to DongmakgolUna delicata storia che in pochi tocchi riesce a rappresentare la guerra per la tragedia immane ed insensata che è. Sarebbe da far vedere nelle scuole, insegnerebbe molto di più dei libri.