[JP] Noriko's Dinner Table
Esistono casi in cui un'opera viene apprezzata per i messaggi oggettivi e comuni a tutti i suoi fruitori. Si tratta di opere buone, perfino ottime, che possono o meno appagare il fruitore.
In altri casi il messaggio è così ricco e pieno di sfaccettature, che ciascun fruitore è in grado di interiorizzarlo a seconda della propria esperienza di vita e sensibilità. L'opera sublima in Arte e non esistono critiche o spiegazioni alla sua altezza: il fruitore ne è completamente assorbito, può soffrirne, gioirne, provarne empatia in generale.
Noriko's Dinner Table appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Nel vederlo ho provato una gamma di emozioni che va dalla simpatia all'angoscia, dalla rabbia all'impotenza, dall'affetto alla pietà.
Ci ho trovato filosofia orientale, Shakespeare, Pirandello, Calderon de la Barca, Pessoa.
Ancora, ci ho trovato la forza di vivere, la forza di morire, le debolezze umane, il libero arbitrio, la follia.
La miseria umana.
L'istinto di conservazione.
La crescita, la catarsi.
L'individualismo e il suo annullamento.
Ma la cosa più straordinaria è che tutto ciò è stato filtrato dal mio essere, mentre ciascuno dei protagonisti lo viveva a suo modo. Ciascuno aveva la sua propria percezione e convinzione che la strada che seguiva fosse quella giusta. Ciascuno, in tal modo, cresceva. Ma la strada era davvero quella giusta? E la crescita, era tale o piuttosto era una regressione?
Gli interrogativi non finiscono, non possono esaurirsi.
A cosa anela ogni essere umano?
Cos'è la felicità? Per alcuni potrebbe addirittura essere la Morte. Cos'è, allora, la Morte?
Cos'è la Vita?
Noriko's Dinner Table è un'opera che non può essere sviscerata: va presa così, come una pillola di Matrix che funziona al rovescio, per uscire dal nostro corpo fisico e farci un giro vorticoso negli oscuri meandri del nostro essere.
Perché dopo, una volta tornati, ci si rende conto che si è cresciuti. Almeno un po'.
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Nota frivola a calce: se mi trovassi davanti il viso di Tsugumi (l'attrice che interpreta Ueno54 ovvero Kumiko) che si apre in un sorriso da un'espressione seria, potrei anche morire.