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Memories of MatsukoUn film che colpisce innanzitutto per lo stile generale adottato, più unico che raro.
Proprio come colpiscono e restano impressi i film di Miike, di Tarantino, di Sergio Leone, così è indimenticabile l'impatto visivo di Memories of Matsuko: a partire dai titoli di testa, à la
Via col vento (ma a colori), passando per momenti in puro stile musical, per finire nei colori sgargianti, nell'illuminazione innaturale ma efficace e negli effetti speciali cartooneschi che rallegrano la scena.
Al di là di questa meraviglia per gli occhi e di incessanti stimoli per il cervello, si snoda un drammatico racconto sulla vita di una donna, Matsuko, rivissuta dal punto di vista di un suo nipote che, affascinato della misteriosa figura di questa donna che non aveva mai conosciuto, ne ripercorre la vita fin dall'infanzia.
La vita di Matsuko sembra essere guidata da un crudele Destino sempre pronto a metterle i bastoni tra le ruote. Ma in fondo non è solo il Destino a guidare Matsuko, è anche lei stessa a commettere scelte che si riveleranno sbagliate e che la porteranno ad avere una vita triste e solitaria. E proprio la solitudine è la paura più grande di Matsuko: lei, che è sempre stata in grado di donarsi agli altri incondizionatamente, non è stata mai compresa fino in fondo, mai ricambiata. Fino ad esserne addirittura uccisa brutalmente e senza senso.
Ma, proprio nella morte, Matsuko non sarà più sola: il nipote, figlio di suo fratello, mandato dal padre a ripulire la sua casa, impara a conoscerla e ad amarla, sentendola sempre più vicina a lui, come mai avrebbe immaginato.
Matsuko e il suo sorriso, il suo ottimismo, la sua buffa smorfia, il suo intero essere rivivono in questo ragazzo che si affaccia sul mondo degli adulti. E, di sicuro, ne farà un uomo migliore.
PS: Menzione d'onore per l'eccellente colonna sonore tutta
italiana di Gabriele Roberto
PPS per Alle: Matsuko è interpretata dalla splendida
Miki Nakatani, la Hermes di Densha otoko