[...] La storia recente parla di una Nintendo che del conservatorismo (che non è necessariamente un male, per carità) ha fatto un vanto ed una strategia di mercato.
A mio parere, quello che servirebbe a Kyoto è un avvicendamento ai vertici e l'inizio di un sano, duro ed umile cammino in avanti guardando avanti, invece che una politica del 'passetto avanti passetto indietro'.
Non voglio essere un domani (corna ) privato di ottimi giochi per l'incapacità sempre più marcata di guardare al futuro dei dirigenti Nintendo: da rispetto delle radici il tutto si sta involvendo in fossilizzazione della proposta e sclerotizzazione del pubblico di riferimento.
Gli altri ragionano di allargamento, Nintendo di restringimento.
Non è sensato.
Ci sono due cose importanti da sottolineare, a mio avviso. Primo, hai ragione sul "conservatorismo": non necessariamente è un male. Però attenzione! Nintendo opera su un doppio binario: è conservatrice in quanto ritiene che il videogioco debba conservare la stessa anima di sempre, facendo del gameplay il suo centro gravitazionale. No ai film interattivi, in sostanza (cosa che, poi, non ha senso: io credo che un videogioco tutto giocato e vissuto sia molto più film interattivo di una lunga sequenza di filmati intramezzati da siparietti interattivi). Il prpgressismo di Nintendo, invece, si manifesta dove è più importante, cioè in quei settori del digital entertainment che realmente modificano il modo di giocare. Pensiamo all'interfaccia, ad esempio. In questa prospettiva, il Nintendo DS è senza ombra di dubbio una console rivoluzionaria, perché ti offre modi inediti di giocare. E' una console portatile con due schermi, un microfono, il touch screen e il wireless/wi fi. Scusate se è poco. Il Revolution, secondo Iwata, opererà una "gaming revolution" (appunto!) e, lo ripeto, non mi sento di non dargli credito quando la frase salta fuori immediatamente dopo la presentazione del DS.
E' il vecchio motto: un gesto vale più di mille parole.
Il DS a dire il vero non mi sembra cosi tanto rivoluzionaro.
O meglio, alcune idee interessanti le ha, ma tutto sta nel come verranno sfruttate e da quanto mostrato sino ad ora non mi pare che si vada oltre un'inutile aumento della scomodità dell'interfaccia di certi giochi (Metroid).
Un altro punto su cui poi c'è da preoccuparsi è il prezzo.
Se i 199 euro ventilati giorni fa si rivelassero veri ci ritroveremo in mano altra carne da macello.
Il probelma di Nintendo è, ora come ora, la mancanza di strategie ela confusione nella quale versa il reparto dirigenziale/decisionale.
Il DS doveva essere il vero successore del GBA e sarebbe dovuto arrivare sul mercato nel 2006, con ben altra tecnologia e caratteristiche.
Poi però all'E3 2003 Sony annuncia la caffettiera PSP ed ecco che, nel panico piu completo, i dirigenti Nintendo affrettano lo sviluppo del nuovo portatile, depotenziando e tagliando rispetto all'idea originale per contenere i costi.
Poi la sparata del "non sarà in competizione". Seee, come no.
Per come la vedo io questo DS è un
errore madornale.
Prenderà un sacco di legnate e nel 2006 ci ritroveremo a parlare di un altro portatile Nintendo.
E il bagno di sangue continua.