In tutta onestà, ho smesso di ragionare in termini di destra/sinistra da un bel po'. Nella visione pragmatica che ho io della politica, credo bisognerebbe sostenere col voto una persona, o una battaglia che si condivide, indipendentemente dello schieramento o dal partito. Non amo quindi le interpretazioni quasi "etniche" che prevedono l'avversare (o il sostenere) a priori qualcuno solo per la sua appartenenza.
Questo praticamente.
Se poi vogliamo provare a definire in senso generale cosa sia di destra o cosa di sinistra, mi sembra comunque limitativo ridurre la cosa a comunismo/capitalismo. Non si possono fare distinzioni così nette. In effetti, forse sarebbe più simpatico ragionare in termini di "conservatori e progressisti". Forse avrebbe più senso. Ma da quand'è che il buon senso e la politica vanno a braccetto?
Secondo me il ragionamento che fai tu è sia giusto che sbagliato e ora ti spiego perché: è giusto perché, soprattutto nella società di oggi, molti si definiscono di una certa linea politica, mentre poi si comportano in altra maniera, "tradendo" quelli che sono i valori che stanno alla base dell'ideologia, quindi fai in un certo senso bene ad affidarti in certi casi più alle persone che ai partiti che essi rappresentano. Fai male però perché in fondo in fondo, secondo me un po' tutti (almeno io) abbiamo dei principi verso cui sentiamo di aderire e cerchiamo di contribuire all'attuazione di una società formata su questi principi ideologici. Ad esempio, io (parlo solo di me, magari qualcuno la pensa in un altro modo), non voterei mai nessun Silvio Berlusconi, per il solo fatto che ha promesso chissà che cosa (e poi non ha mantenuto niente, ma lasciamo perdere questo perché non è attingente al discorso), perché so che alla fine costruirà un Italia, un modello di società in cui io non mi ci trovo, non mi rispecchio nei suoi valori. Il problema in queste ultime elezioni è stato il fatto che la sinistra italiana si è dimostrata molto frammentata al suo interno e per nulla soddisfacente, quindi la gente si è sentita presa in giro e ha votato per la destra, alcuni seguendo le proprie scelte ideologiche, alcune cedendo alla demagogia di Berlusconi.
Quindi, PRIMA sarebbe giusto orientarsi verso la forma ideologica che più rispecchia il proprio ideale di società, POI in questo caso come dici tu, si potrebbe scegliere tra varie persone all'interno di quella ideologia (se veramente la rispecchiano e non "fingono" di rispecchiarla).
Quindi tornando in tema, in teoria, tutt'oggi, direi possiamo ancora distinguere due soli schieramenti principali:
-La destra di oggi tende a sollecitare la modernizzazione per assecondare il capitalismo utilizzando la tecnologia e le risorse umane e materiali. Da questo punto di vista però rappresentano un ostacolo al progresso (il cui fine ultimo è la globalizzazione del mercato mondiale) tutti i vincoli che si oppongono al libero agire delle imprese (sindacati, normative sull'inquinamento, legge antitrust, ecc.).
-La sinistra invece , al contario di diverso tempo fa, non si propone più l'obbiettivo di costruire un socialismo inteso come alternetiva di sistema rispetto alle società capitalistiche (cosa che già alcuni qui nel forum hanno fatto notare), ma piuttosto cerca di favorire l'evoluzione della società verso equilibri economici, sociali, istituzionali più democratici e sensibili ai bisogni e all'aspettative dei lavoratori e dei ceti deboli. La sinistra ha un'idea diversa di progresso dalla destra, infatti a crescita economica e sviluppo tecnologico, per rappresentare un effettivo progresso, devono seguire un complessivo miglioramento della società (sul piano economico, sanitario, culturale).