Benvenuti nel pianeta Hyllis, c’è un flora pixellosa e una ricca fauna composta da uomini, rinoceronti, squali e... maiali parlanti, insomma poche ragazze da queste parti,
d’ho.
BEYOND GOOD & EVIL (2003)di Saulo Chekotee La protagonista di questo gioco si chiama Jade, e parte subito male, ha meno tette di Lara Croft ed è chiara fin da subito, non te la dà. Di lavoro fa la custode di un piccolo orfanotrofio fallico cammuffato da faro sul pianeta di Hyllis, è una buonista sfegatata, una reporter allo scazzo e come il resto della popolazione si ostina a pensare che l’inaspettato arrivo dell’ostile razza aliena dei DomZ non abbia nulla a che fare con la costituzione dell’Alpha Section, ente militare nato dal nulla in una notte, atto, caso strano, a prevenire che i cattivissimi alieni rapiscano gli indifesi cittadini del pianeta. Per farci cosa? Spero non pile ricaricabili.
Figo, quand’è che si mena le mani? Praticamente da subito. Il capo degli alieni si vede che è un tipo un po’ represso, si è finalmente accorto che la nostra Jade è l’unico esponente di donna umana disponibile sul pianeta, e visto che tanto mica conosce Lara Croft, si accontenta. Attacca quindi inaspettatamente l’orfanotrofio dell’eroina e cerca in tutti i modi di restarci un po’ solo trascinandola in una grotta appartata, ma a rovinare tutto arriva un botolo ambulante, Giancarlo Magalli? No, ma ci siete vicini, Zio Pey’j, un facocero parlante. I due hanno la meglio, a patto che sappiate tenere in mano un controller, e tornano a rivedere la stelle, mentre tutto il merito va ovviamente a quei furboni dell’Alpha Section.
Da qui inizia il gioco vero e proprio, lo scopo è banale ma per nulla patetico, salvare il pianeta sgominando la cospirazione prima che gli alieni abbiamo rapito praticamente tutti quanti (tranne l’Alpha Section), da sola? No, insieme al maiale che non sta mai zitto si uniranno infatti i ribelli del gruppo IRIS, quattro sfigati in croce.
Tutto questo come, scusa? Per prima cosa combattendo, con il bastone di Donatello la tartaruga ninja ed un patetico guantino da tè spara-piattini-in-porcellana-rosa; poi esplorando, a terra, spostando Jade ed il suo eventuale compagno per le varie locazioni, per mare, utilizzando uno sgangherato hovercraft, e per aria, ai comandi di una navicella spaziale che come dice il nome stesso alla fine potrà finalmente oltrepassare la stratosfera di Hyllis; ultimo, ma non meno importante, fotografando.
What the f...? Sì avete capito bene, se da una parte abbiamo un solido sistema di controllo che attinge a piene mani dagli ultimi episodio di
Zelda, un intelligente level design in stile
open plan ormai visto in praticamente tutti i platform di rispetto, nessuno può negare a
BG&E di aver introdotto almeno un aspetto innovativo sul lato della giocabilità, la macchina fotografica (ma c’era anche in
MGS... zitto tu!). Sarà infatti questo gingillo a poter far conoscere agli abitanti di Hyllis la vera natura dei fatti e sarete proprio voi, nei panni di Jade a dovervi trovare al momento giusto nel posto giusto, no, non ci vuole molto, basta andare avanti con il gioco.
Lineare o non lineare quindi? Lineare con pretese direi, potete, nei limiti della storia, prendervi una pausa e scorrazzare per il mondo, partecipando ad alcune missioni secondarie. Se siete quindi stufi di fotografare i vari obbiettivi della missione, potete sempre cercare le varie razze animali nascoste per il mondo, ogni fotografia vi farà guadagnare soldi ed eventualmente sfere, quest’ultime saranno indispensabili tra le tante cose a potenziare i vostri mezzi e quindi a completare il gioco, senza, la vostra navicella non raggiungerà mai la luna. Se invece la fotografia non fa per voi,
Michel Ancel si è sbizzarrito, abbiamo infatti una variante del flipper, divertente per i primi 5 minuti e la possibilità di gareggiare con il proprio hovercraft a vari tornei cittadini. Insomma ci ha provato.
Un’ulteriore nota di merito (per chi non l'ha capito la review è positiva) va infine al cattivo di turno, l’alieno assatanato di sesso, non solo risulta essere un degno nemico finale quando chiunque si sarebbe aspettato un sfida irrisoria vista l’innegabile facilità del titolo, ma soprattutto a livello di character design lascia il segno, anni luce da quell’orrida pacioccosità di
Rayman, è una speranza per un futuro migliore, vedere per credere.
Qui nel Regno Unito
BG&E non sta vendendo un’emerita cippa nonostante sia sul mercato ad un prezzo stracciato, e stranamente dispiace, perché Ubisoft tornerà a sfruttare lo sgorbio senza braccia invece di investire nel possibile seguito di un gioco che compensa un po’ tutti i sui piccoli difetti con un’esperienza completa, capace addirittura di farvi arrivare sulla Luna.
Propaganda… [tutte le immagine prese da www.gameranking.com e www.gamespot.com]Bottom Line: se si dovesse salvare un solo gioco prima di naufragare in una sperduta isola deserta non sarebbe certo questo, ma solo perché, ammettiamolo, cosa cazzo te ne faresti di un gioco elettronico su un’isola deserta? Per il resto una realistica alternativa alla masturbazione.
Voto: otto su dieci.