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Offline Vitoiuvara

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« Risposta #1935 il: 01 Feb 2009, 17:16 »
Bhà, resto convinto che per un bambino di 5 anni sia difficile distinguere tra la finzione di un vg, la finzione di un film e la verità di un TG. Semplicemente non hanno ancora gli strumenti per leggere ciò che vedono, strumenti che acquisiranno con l'esperienza. Le domande di mio nipote, che pure guarda e fa cose che 20 anni fa sarebbero sembrate follia ad una madre, sono per me esempio inequivocabile.
« Ultima modifica: 01 Feb 2009, 18:43 da Vitoiuvara »

Offline FreeDom

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« Risposta #1936 il: 01 Feb 2009, 17:25 »
Ne siamo convinti un po' tutti, credo, Vito. A parte Xibal, intendo.

Offline Xibal

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« Risposta #1937 il: 01 Feb 2009, 20:49 »
Bhà, resto convinto che per un bambino di 5 anni sia difficile distinguere tra la finzione di un vg, la finzione di un film e la verità di un TG. Semplicemente non hanno ancora gli strumenti per leggere ciò che vedono, strumenti che acquisiranno con l'esperienza. Le domande di mio nipote, che pure guarda e fa cose che 20 anni fa sarebbero sembrate follia ad una madre, sono per me esempio inequivocabile.
Nessuno ha mai messo in dubbio la difficoltà.
Questo non significa che non ci si debba provare perchè si abbia di meglio da fare(cosa frequentissima), o che debba essere evitato per il terrore che anche solo l'idea provochi.
Ovviamente ognuno sceglierà poi la via che preferisca, ma molto spesso quello che ho personalmente notato è quanto questa presunta protettività tenda a corrispondere con puro e semplice menefreghismo, trattando i bambini come delle vacche da ingrassare affinchè raggiungano il peso necessario per condurli al macello della vita.

Non capisco perchè un TG debba raccontare una verità e un film una finzione, in entrambi i casi l'unica verità che si riceve è un racconto, la violenza non cambia, il sesso non cambia, anzi, nella finzione del film c'è molto più materiale di cui parlare che non nella bolsa censura moralista di un telegiornale che vorrebbe raccontare la verità nascondendola dietro una pudica tenda...
« Ultima modifica: 01 Feb 2009, 21:03 da Xibal »
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Offline Xibal

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« Risposta #1938 il: 01 Feb 2009, 20:50 »
Ne siamo convinti un po' tutti, credo, Vito. A parte Xibal, intendo.
Che strano che sono eh?
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Offline Daimon

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« Risposta #1939 il: 01 Feb 2009, 21:05 »
Xibal in effetti sarei d'accordo con te.
Il punto sono le modalita', ovvero con i pargoli non si dovrebbe parlare come un rincoglionito, o rimbambirli di fesserie, questo no;
se devono crescere devi pur dare il materiale da utilizzare che, comunque, e' quello finale.
Non credo sia sano, pero', abbandonare del tutto metafore e allegorie, tanto quanto anestetizzare il tutto.
In ultima analisi comunque trovo giusto che sia una decisione degli educatori, quindi evitare di buttare tutto in piazza e' sicuramente meglio.
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Offline Xibal

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« Risposta #1940 il: 01 Feb 2009, 21:12 »

Non credo sia sano, pero', abbandonare del tutto metafore e allegorie, tanto quanto anestetizzare il tutto.

Vorrei sottolineare come io non abbia assolutamente parlato delle modalità(io adoro le metafore ;D) ho parlato solo di impegno e di maggiore considerazione da parte dei "grandi" delle capacità di elaborare di un bambino, troppo spesso sottovalutate o proprio non considerate per nascondere una fondamentale indolenza ad andare oltre il loro mero governo.
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« Risposta #1941 il: 01 Feb 2009, 21:17 »
Ah beh allora ok, pero' non credo sia quella la questione, ovvero per molti puo' anche essere quella "non voglio che mio figlio veda
quella roba in giro", come se cosi han risolto qualsiasi problema basta che li nutrano; per altri potrebbe essere "decido io cosa deve vedere e come"
La scelta del livello di esposizione insomma, quantomeno nei primi anni.

Quindi insomma se io reputo che mio figlio di 10 anni possa giocare col mio supporto a gtaIV beh, ok, sentirselo spiettellato ovunque e' un po fastidioso, niente di allarmante ma un po fastidioso.

Io fosse per me metterei tipo come per i porno la stanzetta nei gamestop con i plasma e tutti i giochi 18+, tanto per mia fortuna sono
maggiorenne.
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« Risposta #1942 il: 01 Feb 2009, 21:19 »
Si, il mio era solo un voler sollevare una questione collaterale e presente al fianco, e non scalzante, quella sollevata da Vito :)
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« Risposta #1943 il: 02 Feb 2009, 10:32 »
D'altro canto, per citare un vecchio film, è anche corretto che i bambini si abituino sin da piccoli all'ingiustizia.
Cito solo questa frase per sintesi, ma a costo di risultare banale dico che non sono assolutamente d'accordo se metti in evidenza la capacità di elaborare che innegabilmente i bambini hanno dimenticando però la loro notevole sensibilità a tutto ciò che è nuovo e sconosciuto.
Non è possibile spiegare tutto ad un bambino esattamente come non è possibile spiegare tutto ad un adulto prescindendo dall'esperienza della persona a cui si sta parlando. Gli strumenti per comprendere la realtà arriveranno in parte dai genitori, e in parte dalle esperienze PERSONALI del bimbo in oggetto.
Una goccia d'acqua lasciata cadere per 100 anni può causare un buco permanente in una pietra, ma se prendi la stessa quantità d'acqua e la getti in un botto sulla stessa pietra rischi solo di spazzarla via.
Le stesse informazioni che potrebbero formare nel tempo la personalità di un bambino, se elargite senza criterio (come potrebbe appunto essere una scena scioccante di un videogioco o un film) possono solo fare danni, e hai voglia a spiegare razionalmente ciò che hanno visto.
Tornando alla frase quotata: no.
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« Risposta #1944 il: 02 Feb 2009, 13:33 »
D'altro canto, per citare un vecchio film, è anche corretto che i bambini si abituino sin da piccoli all'ingiustizia.
Cito solo questa frase per sintesi, ma a costo di risultare banale dico che non sono assolutamente d'accordo se metti in evidenza la capacità di elaborare che innegabilmente i bambini hanno dimenticando però la loro notevole sensibilità a tutto ciò che è nuovo e sconosciuto.
Non è possibile spiegare tutto ad un bambino esattamente come non è possibile spiegare tutto ad un adulto prescindendo dall'esperienza della persona a cui si sta parlando. Gli strumenti per comprendere la realtà arriveranno in parte dai genitori, e in parte dalle esperienze PERSONALI del bimbo in oggetto.
Una goccia d'acqua lasciata cadere per 100 anni può causare un buco permanente in una pietra, ma se prendi la stessa quantità d'acqua e la getti in un botto sulla stessa pietra rischi solo di spazzarla via.
Le stesse informazioni che potrebbero formare nel tempo la personalità di un bambino, se elargite senza criterio (come potrebbe appunto essere una scena scioccante di un videogioco o un film) possono solo fare danni, e hai voglia a spiegare razionalmente ciò che hanno visto.
Tornando alla frase quotata: no.
Ma io non ho detto niente di tutto questo, ho semplicemente evidenziato come al fianco delle carenze dal punto di vista legislativo, esistano anche carenze dal punto di vista educativo, nel senso che spesso e volentieri il campo di cosa non debba essere spiegato ai bambini per questioni di sensibilità, non solo viene allargato a dismisura per questioni che nulla abbiano a che vedere col buonsenso e molto con un moralismo spicciolo fatto coincidere con l'effettiva conoscenza del "mondo dei bambini", ma molto spesso è anche un facile trasformare il ruolo di educatore in quello di mero allevatore, per togliersi dall'impiccio, tra le altre cose, di dover sacrificare il proprio tempo dietro a qualcuno che sia così incontenibilmente assetato di conoscenza.

Per fare un esempio concreto citando l'articolo di Vito(senza nessun riferimento personale eh, immagino fosse anche quello un mero esempio), magari spiegare ad bambino di una certa età cosa stia accadendo dentro la Lincoln tra la signora e Niko potrebbe essere complicato e degno di essere liquidato con una abile metafora o evitato del tutto, ma raccontare al bambino la favola di Dead Space, dei suoi mostri spaziali ecc non credo imponga niente di diverso dal raccontare la favola di Hansel e Grethel.

Quello che dico in sostanza è che spesso invece di evitare che un bimbo faccia qualcosa per poter noi fare quel che vogliamo e spacciarlo per "educazione", forse sarebbe il caso di perdere un po' di tempo e fare qualcosa assieme al bambino :)

Sulla frase quotata, non mi riferivo alla necessità che il bimbo si abitui agli orrori del mondo da subito, era un riferimento al fatto che il bimbo debba abituarsi all'ingiustizia degli adulti, e alla loro convinzione che lui sia un piccolo idiota.
Ripeto, sempre senza generalizzare, il mio non è un aut aut, ho solo voluto allargare il punto di vista.
« Ultima modifica: 02 Feb 2009, 13:36 da Xibal »
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« Risposta #1945 il: 02 Feb 2009, 14:56 »
Ok, adesso mi ritrovo un po' di più, però rimanendo sull'esempio fatto penso che impedendo al pargolo di vedere gli orrori di Dead Space Vito abbia fatto solo che bene. Nel raccontare una favola si presuppone che il genitore filtri gli eventi per adeguarli alla sensibilità dell'ascoltatore. Una favola deve intrattenere e al limite insegnare qualcosa, non spaventare o turbare (questi passatempi malati lasciamoli all'adulta deviazione).
Sul fatto che i genitori dovrebbero passare più tempo con i figli e pensare più al loro che al proprio intrattenimento... Beh, non ci piove: sono convinto che sia l'evidente parte in causa di alcuni dei problemi giovanili attuali. Discorso un po' retorico e scontato, mi rendo conto.
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« Risposta #1946 il: 02 Feb 2009, 15:29 »
Una favola deve intrattenere e al limite insegnare qualcosa, non spaventare o turbare
Credo che non esista un solo racconto di formazione che possa formare senza creare il contrasto tra il turbamento di ciò che sia male e il sollievo all'arrivo del bene.
A parte questo è proprio la sensibilità del bambino a far si che i "mostri", prima ancora di conoscerli, emergano dalla sua creatività interiore, associandosi al buio, all'ignoto, a ciò che non si conosca.

Come vedi paradossalmente è proprio l'ignoranza a creare la paura e il turbamento, anche quando non ci sia niente da temere.
Credo che lo scopo di un genitore non sia di salvare il bambino dalla paura altrimenti la notte non dorme, ma da ciò che possa ferirlo per sempre, negazione compresa.

In Dead Space, che mi sembra un ottimo e facile esempio, i mostri della fantasia di qualsiasi bambino assumono una forma, una forma facilmente spiegabile al pari della strega di biancaneve o del cacciatore di Bambi.
Che succede in questo gioco?Ci sono dei mostri e l'eroe li combatte.
Cosa potrebbe mai turbare o spaventare un bambino, a parte un genitore che si rifiuti di rispondere al primo vero interrogativo che si porrebbe di fronte allo spettacolo del conflitto, cioè "Chi sono i buoni e chi sono i cattivi?Spiegami per chi fare il tifo"?

Ora, senza scendere nel discorso su come educare un figlio, argomento sul quale abbiamo fino ad ora teorizzato ma che non mi voglio permettere io di approfondire con dei genitori de facto, e chiedo scusa se qualcuno possa essersi sentito criticato o svilito nel suo ruolo, nessuna intenzione giuro, secondo te Wis cosa c'è in Dead Space che sia considerabile tabù per la vista di un bambino rispetto ad una favola tradizionale?( per esempio Pollicino, col tema dell'abbandono coatto da parte dei genitori, una cosa traumatizzante ben più di qualsiasi scontro Bene/Male secondo me).
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« Risposta #1947 il: 02 Feb 2009, 15:43 »
No veramente le fiabe da che mondo e' mondo turbano e inquietano.
Il punto e' che non deve essere fine a se stesso, ne deve esserci piacere necrofilo e truculento, queste
deviazioni possono pure essere coltivate in eta' piu avanzata.
Ma certamente allegorie chiaramente tese a un significato morale non solo possono ma dovrebbero turbare
almeno un po'.
Imparare e' pure doloroso.

Difficilmente si impara qualcosa da un camioncino con i cadaveri dentro ma da qualche bella fiaba gotica
sicuramente si.
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« Risposta #1948 il: 02 Feb 2009, 15:46 »
No veramente le fiabe da che mondo e' mondo turbano e inquietano.
Il punto e' che non deve essere fine a se stesso, ne deve esserci piacere necrofilo e truculento
Ma direi che non sia nemmeno da discutere questo, io sto parlando di situazioni normali, non dell'educazione di Hannibal Lecter :D

Però faccio notare una cosa, non ricordo di un bambino, me stesso in primis, che di fronte alla consapevolezza di uscire terrorizzato dalla visione di un film, rinunciasse alla visione.
Poi ci si spaventerà, non si dormirà la notte, ma si vorrà assistere.
Nell'immaginario dei bambini ecco che il mostro viene ad esistere solo dopo la sua visione, i lupi mannari esistono e diventano una minaccia solo dopo averli conosciuti in un film o un racconto, il vampiro esce dagli angoli bui della cameretta solo dopo che sia stato raccontato.
Allo stesso tempo dare una forma alla paura la esorcizza e la rende più tangibile, da quel momento non si avrà terrore di cosa possa uscire dall'armadio, ma di quello specifico qualcosa, e in questo modo, anche inconsapevolmente, si inizieranno a maturare anche i primi espedienti per combattere la paura, proprio desiderando di conoscerla meglio per contrastarla( l'argento, l'aglio ecc...).
E questo fa parte della crescita secondo me.
« Ultima modifica: 02 Feb 2009, 15:59 da Xibal »
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« Risposta #1949 il: 02 Feb 2009, 15:51 »
E' il gore che disturba, non il bene o il male in sè.
Come dice bene Daimon le fiabe sono tremende, il più delle volte molto crudeli.
Per lo stesso motivo mario che ammazza funghetti e tartarughe va bene, mentre un Niko che spara nella pancia ad una mignotta no.