Io sono stato piuttosto chiaro nel mio post.
Ho semplicemente detto che da Cracco non ci si va per mangiare bene, non strettamente inteso con quello che si intende comunemente per "mangiare bene". Ci si va per altro, altro a cui io non sono interessato ma capisco che a qualcuno interessi, per carità.
Non sono d'accordo, uno chef del genere non ti assicura solo la sua esperienza, sulla quale uno poi volendo potrebbe anche discutere, visto che pare che il criterio di assegnazione degli ispettori Michelin sia un certo uniformarsi ai canoni della cucina francese, ma tutta la filiera produttiva, dalla scelta degli ingredienti al tipo di cottura (che non è un atto fine a se stesso o alla produzione di una tecnica blasonata e basta). I piatti della tradizione in mano a determinati chef, e sembra un paradosso ma non lo è, diventano realmente piatti della tradizione, perchè dietro ci sono lo studio e la passione del riscoprirli, magari anche reinterpretandoli, ma sempre in funzione del gusto finale (vedi Bottura).
Ovviamente bisogna saper scegliere anche in questi casi, non tutti i Maestri sono o sanno essere all'altezza del loro nome, ma proprio per questo l'esperienza diretta è importante. Purtroppo, ed è un dato che rilevo frequentemente, molti preferiscono uscire da un ristorante con la pancia che tira fino a sentirsi male per dirsi soddisfatti, piuttosto che degustare magari un piatto che bisogna sforzarsi di farlo restare intero a lungo, ma che ad ogni boccone sà regalare una sensazione.
Ma per fare questo, e può sembrare snob, bisogna avere l'intenzione e i sensi allenati a farlo, cosa che noi abbiamo perso da un pezzo. Provate a cercare in giro qualcuno che realmente mastichi come si deve prima di ingoiare, poi tutti col reflusso, le gastriti, mentre si continua ad ingozzarsi come pattumiere.
Tutto questo col massimo rispetto per ogni forma di professionalità, ma a maggior ragione se c'è questo rispetto, bisogna saper rispettare chi dedichi la propria intera esistenza ad una passione come la cucina, facendone una attività, piuttosto che chi, sempre con decoro e dignità, decida semplicemente di aprire un ristorante per tirare a campare.
Detto questo, i prezzi spaventano anche me di questi tempi, ma proprio per i tempi in cui viviamo, in cui ci stanno ficcando a forza in testa che lo scopo dell'esistenza sia riuscire a sopravvivere nonostante chi ci governi invece che condurre delle belle esistenze e inseguire passioni, preferirei pagare qualcuno per darmi un pezzo di sè in quello che fa e metterci la faccia, che semplicemente scambiare in maniera equa e solidale un servizio con del denaro...