Grande calcio ieri sera allo stadio Monumental di Buenos Aires: alle 2.45 ora italiana è andato in scena il Superclassico Argentina-Brasile.
Essendo anni che non me lo guardavo, mi sono messo la sveglia appositamente per potermelo gustare.
Lo sforzo necessario a convincermi a sollevare le palpebre e accendere la TV è stato sovrumano, ma i 90 minuti di futebol che sono seguiti ne sono valsi decisamente la pena.
Anche perché, dopo appena 3 minuti e mezzo, ci ha pensato un certo Hernan Jorge Crespo a farmi definitivamente stropicciare gli occhi: fulmineo inserimento, appena dentro l'area, alle spalle della ballerina difesa carioca (sfruttando il ritardato fuorigioco di Cafu), stop in corsa e splendido destro imprendibile alla sinistra di Dida. Seleccion subito in vantaggio, nonostante gli sfavori del pronostico contro un Brasile che oggi vanta un organico nettamente superiore a quello di qualunque altra Nazionale.
E infatti, nonostante Ronaldinho, Kakà, Robinho, Emerson, Roberto Carlos, Adriano e Cafu, sono i meno talentuosi argentini a fare la partita, visibilmente più freschi (non avevano giocato tre giorni prima) e soprattutto meglio disposti in campo. Tutti i fenomeni verdeoro sono imbrigliati, a parte Kakà che, con le sue progressioni palla incollata al piede è il solo a creare grattacapi ai biancocelesti di Pekerman.
Ma per il resto, è un monologo Argentino, con Saviola che dispensa tunnel, Sorin che è dappertutto, Masquerano che giganteggia in mezzo al campo e Riquelme che fa il Maradona, stravincendo il duello a distanza con Ronaldinho. E' proprio Riquelme, infatti, a raddoppiare al ventesimo, liberandosi di due brasiliani e inventando un incantevole siluro dalla lunga distanza.
Seleçao nervosa, con gli argentini galvanizzatissimi a chiudere ogni varco e a regalare al pubblico una grandissima prova del loro calcio, tecnico ma soprattutto rapido ed esplosivo. Si capisce che il 3-0 è solo questione di minuti, e infatti alla fine del tempo è di nuovo Crespo (2 palloni, 2 goal) a trafiggere Dida avvitandosi di testa su di un bellissimo schema da calcio d'angolo.
La ripresa inizia con il medesimo copione, ma il fresco ricordo di Milan-Liverpool incentiva Crespo e i suoi a tenere sempre al massimo la concentrazione, così che il Brasile continua a non trovare varchi e l'Argentina a farsi pericolosissima in contropiede. La stanchezza nei biancocelesti sopraggiunge verso la metà della seconda frazione, con il Brasile che, tolto il talentuoso ma abulico Robinho ed inserito il più coriaceo Renato, sale (faticosamente) in cattedra, grazie ad una maggiore spinta dei suoi suoi due fenomenali terzini, al grandissimo lavoro di Adriano, alle continue percussioni in dribbling di Kakà (decisamente il migliore in campo tra i verdeoro) e, finalmente, ad un paio di funamboliche accelerazioni di Ronaldinho. Il goal della Seleçao giunge quasi subito, una punizione di Roberto Carlos dalla potenza e dalla precisione disumane.
Ma l'Argentina si difende strenuamente, e al tempo stesso tiene costantemente in ansia la retroguardia avversaria con continue, spettacolari ripartenze di Crespo, Kily Gonzalez e del neoentrato Carlitos "Brigante" Tevez.
Un clamoroso palo di Adriano completa la festa degli Argentini, e ridimensiona un Brasile che mostra di soffrire più la mancanza del difensore Lucio che quello del suo leader, Ronaldo.
Io me torno a dormire, tanto felice per lo show ammirato quanto rattristato in vista del prossimo Mondiale...