Il problema, come ho scritto più volte in passato, è che l'Italia deve trovare una sua identità e una consapevolezza di "quale sia il suo posto". Secondo me non ci riuscirà mai, finché ricorrerà agli equiparati (che sono una bruttura assoluta).
Quasi tutte le partite non alla portata vengono perse "gettando il cuore oltre l'ostacolo".
Quasi tutte le partite alla portata vengono giocate male, vinte o non vinte, probabilmente per la pressione di doversi dimostrare all'altezza, di dover vincere. Si è persa l'abitudine alla vittoria, probabilmente.
Il materiale umano non è *così* scarso, l'Italia è assolutamente fuori della portata delle squadre del cosiddetto 6N B per dire.
Però in questo 6N fa troppa fatica, non è il suo posto se vediamo quale gioco riescono a esprimere le migliori, tralasciando i ricambi generazionali e/o le annate no, che possono capitare anche a Inghilterra, Francia, Irlanda e Galles. E non ha la tradizione della Scozia, che, pur non all'altezza delle altre, qualche risultato lo strappa ogni anno o quasi (vedi come ha sudato la Francia ieri).
Se non ci fossero problemi logistici il posto dell'Italia sarebbe nel torneo che giocano Samoa, Fiji, Tonga e Giappone.