Ebbene si, è accaduto di nuovo.
Parabola discendente.
Ho appena finito Warhammer 40.000, allora cambio la scart dietro il TV e inserisco Xbox. Carico Rainbow Six 3 e faccio un giro in Partita personalizzata – Elimina i Terroristi – Livello Elite.
2 minuti e sono fuori dal gioco, Chez è stato freddato. Sfilo la scart Xbox e infilo la scart RGB PS2. Mobile Suit Gundam-Fed. Vs Zeon.
Gioco inutile.
Parabola discendente.
Secondo giorno senza giocare. Certo…mi farei volentieri un arcade extra, con Raphael, in attesa che qualche amico romano venga a suonarmele di santa ragione, con la sua Ivy. Mi devo allenare. Devo (imperativo). Ancora il rigurgito acido. Soul Calibur 2 è un cesso di gioco e da Raphael non ho imparato niente a parte una combinazione di gesti inutili. (B)+(G) e afferra l’avversario infilzandolo tipo una macchina da cucire. Non ho voglia di perdere tempo a videogiocare.
Mi chiedo per quale ragione l’essere umano debba solo lavorare 8 ore al giorno, di media lavoro più di 8 ore al giorno, forse dovrei lavorare 15 ore al giorno. Se lavorassi 6 ore al giorno guadagnerei la metà, se lavorassi 15 ore al giorno guadagnerei uguale.
Parabola discendente.
L’altro giorno ho mandato a mia sorella l’emulatore dello SNES. Ha una vera ossessione per puzzle booble. Ha appena comprato un computer portatile nuovo, le ho prestato anche il signore degli anelli in DVD. Ha un HP che è una favola, mi piacerebbe provare a giocarci Max Payne con il mod di The Matrix. Possibile che non so pensare ad altro? Appena comprai PS2 ne seguì l’acquisto del DVD di uno dei peggiori film mai prodotti, un tale Virus. Mi era piaciuto ai tempi; ero elettrizzato dal mio primo film in supporto digitale.
Ci provo.
Lo infilo dentro Xbox e mi viene fuori il messaggio che non riconosce il supporto inserito. Mi guardo intorno in cerca di un martello.
Parabola discendente.
Oramai i Pad sono staccati e infilati nell’armadio. Mi era già capitato qualche anno fa di sbattere le console in un angolo buio, poi avevo cominciato a giocare retrogaming ed erano riemerse dall’oscurità. Guadagno abbastanza per potermi permettere qualche sollazzo videoludico. Niente di che, qualcosa di usato. Forse stamattina è il giorno buono per andare a comprare un titolo di seconda mano. Il mio amico Antonello, dopo sei anni di amicizia cliente-negoziante, interista-milanista, bar dello sport-prova su strada di gameplay, il 31 Dicembre chiude. La concorrenza della grande distribuzione non gli permette più di tenere il negozio.
Penso a quando mi telefonò sul cellulare per dirmi che era arrivato Xenogear vers. americana. E al nervosismo nel traffico dopo lavoro, per arrivare prima della chiusura.
Guardo lo scaffale deciso a prendermi Timesplitter 2 per Xbox per progettare livelli personalizzabili, che troverebbero ampio spazio sul l’hardodisco della console Microsoft. Esco con un pad usato, regalatomi, con le levette mosce e i tasti duri come l’acciaio da schiacciare, una roba prodotta da terze parti.
Parabola discendente.
Oramai ho il rigetto dell’oggetto e del contenuto. Penso a Need for Speed Underground ed ai soldi che dovrei sborsare. E’ un titolo che mi attirava, e poi penso che non mi sono mai potuto permettere tali spese, ho sempre finto che fosse necessario. La tecnologia avanza e devo tenermi aggiornato. Non vorrò mica perdermi il tal titolone! Intanto ZOE 2 non l’ho giocato.
3 giorni che non tocco il pad.
Esce anche SWAT, magari attacco il tennis SEGA su Dreamcast.
In realtà odio i videogiochi, li odio profondamente. Odio la loro disposizione sugli scaffali. Le copertine con immagini deliranti, e i manualetti inutili che ci sono all’interno. Odio il loro ordine da oggetti da collezione sulle mensole di fianco alla mia televisione. E’ un odio profondo. Odio Videogiocare, ho sempre odiato videogiocare. In particolare Medievil.
Pensavo di essere fortunato ad avere una passione a cui dedicarmi qualche ora, a quel “passatempo” che sta cominciando a restituire la condensa di un mondo interiore fortemente motivato da espressività artistica. Invece mi rendo conto che il videogioco non esiste. E’ solo un prodotto della mia mente.
Mi ritrovo in una sensazione di deja-vu: un terrorista, dopo qualche colpo alle gambe, si arrende. Si. In Rainbow Six 3 se gambizzi si arrendono.
Se gli avessi sparato alla testa a sangue freddo, per constatare la precisione del Rag-Doll, forse adesso videogiocherei ancora volentieri.
Sicuramente.