Autore Topic: [XBOX] Star Wars: Knights of the Old Republic  (Letto 3316 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

AndreaDF

  • Visitatore
[XBOX] Star Wars: Knights of the Old Republic
« il: 06 Nov 2003, 06:27 »
Lucas Arts: nel 1979 venne proiettato il primo episodio di una serie di fantascienza, che vedeva le gesta di un apprendista Jedi, un contrabbandiere e la sua astronave leggendaria, una principessa ribelle (la cui bellezza animò i sogni degli adolescenti di allora) impegnati nel conflitto contro l’Impero, nel tentativo di far tornare ai fasti del passato, l’antica Repubblica. Il fascino di questa space opera e l’impatto culturale che ebbe lo conosciamo oramai da alcuni lustri, naturale che ne seguisse un franchise ricchissimo che non poteva non invadere l’intrattenimento elettronico. Eccoci quindi di fonte all’ennesimo Star Wars.

Bioware: se il nome Baldur’s Gate a qualcuno non dice niente non c’è da stupirsi. C’è invece da stupirsi del fatto che Bioware è riuscita dove molti sviluppatori hanno fallito. Per essere coincisi, la casa canadese specializzata nello sviluppo di RPG, è stata capace di ricreare in un videogioco le atmosfere e la libertà della tradizione cartacea occidentale fatta di schede, matite, gomme, un master e tanta fantasia. Bioware scelse per i suoi prodotti, il padre, madre di questo passatempo: Dungeons & Dragons. Tutto questo a preludio del fatto che anche per KotOR, sono state applicate le regole dalla terza edizione di D&D, riformulando in chiave fantascientifica, quanto di geniale Bioware è stata capace di dimostrare negli anni.

Il gioco: infilato il DVD nella console di Bill “L’uomo che sfidò le console giapponesi” Gates, si sente subito il fremito della forza. L’ambientazione ci riporta 4.000 anni prima delle vicende narrate, in quella che diventerà, a breve, una saga formata da 6 episodi. Ci troviamo (tanto per cambiare) una Repubblica in conflitto con l’ennesima minaccia Sith e il lato oscuro della forza, in quello che si può definire l’imperativo della serie: abbattere il despota multiplanetario e il suo imbattibile esercito. Ma le patate di contorno piacciono a tutti, quindi a meno che uno non abbia l’allergia per i Jedi e le loro lightsaber, l’ambientazione regala momenti di gaudio narrativo, che raggiungono il piacere del “Quid” nell’appassionato della serie. Scelto il nostro personaggio per sesso e specializzazione: la proposta prevede tre alternative che vanno dal massiccio soldato alla canaglia, con l’intermedia ed ottima via di mezzo rappresentata dalla classe dell’esploratore. A questo punto il  gioco comincia, se scegliamo fin dall’inizio di sviluppare il profilo dell’avatar che impersoneremo, in modo automatico. Ma che gusto c’è a giocare un prodotto Bioware senza usufruire della personalizzazione dei propri talenti?  E allora un passo indietro. Il sistema si  rileva semplice e allo stesso tempo complesso, semplice per chi ha fretta, complesso per chi vuole raggiungere la perfezione e padroneggiare la forza nelle sue eccezioni etiche, che ci vengono proposte: il lato chiaro e il lato oscuro. Il gameplay eleva alla potenza la capacità interpretativa del videogiocatore, che a questo livello di coesione non può più essere casual. Seppur la componente tecnica sia appagante nel design e nella rappresentazione contestuale, solo il vero RPGamer arriverà ad apprezzare le sfumature di un prodotto decisamente articolato. Ovviamente  nell’eccezione RPGamer rientrano quella schiera di ragazzini passati dalla carta allo schermo, grazie a Bioware. L’eccezione occidentale del  genere ha pochi riscontri su console e questo prodotto, va detto subito, si distingue con vigore. Dietro la facciata c’è quel funzionale ed appagante sistema ibrido tra tempo reale e turni, che rimaneggia i tiri di dado di D&D come un master virtuale. Il vero appassionato diverrà l’eletto, come Neo in Matrix, riuscendo a vedere oltre i giochi di luce e gli effetti speciali assortiti, fino a distinguere i numeri. E se a questi numeri si assomma l’interpretazione di ogni avvenimento, scandito da scelte morali che si possono mischiare e confondere, il prodotto Bioware ha un solo aggettivo per essere riconosciuto: unico. Unico come solo loro sanno fare. Ma è meglio ad un certo punto lasciar perdere, prima di perdersi attaccati al pad, mentre tutto scorre agilmente tra Dolby Digital e colpi di scena vari ed eventuali.
Ovviamente vanno segnalati rallentamenti sparsi qua è la, nelle fasi convulse dei combattimenti con più avversari e in certe panoramiche dall’ampio orizzonte.

30 ore di longevità. Per un’esperienza media, e nella media, con sottogiochi accessori come la corsa con gli swoop, il fuoco dalla torretta per abbattere i caccia Sith (sai che novità) e l’immancabile e ormai d’uopo gioco di carte.

Se questo è il RPG che il fan aspettava, ben venga e tanto di cappello. Che sia poi un amante di Bioware o di George Lucas, è irrilevante nell’eccezione: videogiocare.

Voto: 9 su 10

Offline *uno del popolo*

  • Recluta
  • *
  • Post: 186
    • www.lyt.it
    • E-mail
[Xbox]STAR WARS: Knights Of The Old Republic
« Risposta #1 il: 22 Giu 2004, 20:05 »
[Xbox]STAR WARS: Knights Of The Old Republic
a cura di Alessandro*unodelpopolo*Armiento

In una galassia lontana lontana…

Quante volte abbiamo visto queste parole scorrere su uno schermo e ne siamo rimasti affascinati, immaginandoci a brandire spade laser e a pilotare astronavi alla velocità della luce. Avremmo dato qualsiasi cosa per trovarci alla guida di un X-Wing con C1-B8 alle nostre spalle a strillare consigli incomprensibili. Forse ci saremmo venduti anche la mamma per salire sul Millenium Falcom. Ora non ce n'è più bisogno, nostra madre può stare tranquilla perché con qualche decina di euro i nostri sogni diverranno (finalmente) realtà…


Nell’infinità di titoli dedicati a SW non c’è mai stato un rpg. Sembra incredibile ma è così. Nessuno aveva pensato ad ambientare un gioco di ruolo in quel mondo fantastico dove si incontravano fantascienza e codice cavalleresco. O forse nessuno ne ha mai avuto il coraggio e guardando alla complessità del gioco BioWare non mi sento di biasimarli.

Prendiamo armi e bagagli e partiamo
Cominciamo col sottolineare che SW:KOTOR non è un gioco che si presta a subire la fama della saga di Lucas, ma è il contrario, è l’ambientazione di SW a sottomettersi alla maestria di BioWare nel realizzare rpg e a fare da splendido contorno ad un gioco di ruolo massiccio sotto ogni aspetto. Non mi addentrerò nella trama per il rischio di spoilerare, vi basti sapere che la storia si svolge 4000 anni prima della prima trilogia. Quindi niente Luke e compagni! Gia vedo i primi nasi storcere, ma sappiate che questo ha permesso agli sviluppatori di creare personaggi, ambientazioni, e situazioni completamente originali e dopo anni passati ad interpretare sempre le stesse figure e a seguire vicende trite e ritrite (per quanto belle) ci voleva proprio.
Ogni personaggio possiede sei caratteristiche principali: tre fisiche (forza, costituzione e destrezza) e tre mentali (intelligenza, saggezza e carisma), a cui potemmo assegnare un tot di punti esperienza disponibili fin dall’inizio. Scegliere con molta cura come distribuire i punti influisce molto sull’approccio al gioco; darne troppi alle caratteristiche fisiche di un fuorilegge donna, per esempio, può risultare alquanto controproducente, viceversa dargli una spiccata intelligenza e saggezza agevolerà le sue doti diplomatiche e persuasive.

La potenza è nulla senza il controllo!
Quando è stato annunciato il gioco devo ammettere che qualche perplessità riguardo al sistema di controllo le ho avute e fino a quando non ho provato il gioco con mano non si sono dissipate, ma i miei timori erano infondati dato che i programmatori hanno svolto un eccellente lavoro di adattamento al pachidermico joypad dell’Xbox. Dopo i classici 10 minuti di ambientamento si viaggia che è una bellezza. Tutto viene estremamente naturale. Stesso discorso per il sistema di combattimento che si svolge in tempo semi-reale o in modo automatico.

LIBERTAAAAAAAA!!! Gridava William Wallace e libertà sia disse BioWare
La caratteristica che rende SW: KOTOR unico nel suo genere è la libertà morale. Il party può comprendere un massimo di tre unità scelti tra una rosa di nove. Ogni personaggio è ottimamente caratterizzato da uno propria personalità la quale può essere sviscerata avviando delle conversazioni con essi. Tramite le risposte multiple adottate nei dialoghi potremo capire le ragioni che li spingono a seguirci. Ognuno di loro è orientato verso uno dei due lati della forza e addirittura in alcuni casi potremo far cambiare loro idea sia portandoli verso il bene sia verso il male in base a come stiamo affrontando il gioco. Non solo loro potranno cambiare ma noi stessi saremo chiamati a scegliere da che parte stare; vogliamo sottometterci al volere del consiglio Jedi o passare al lato oscuro della forza? Entrambe le strade possono essere intraprese. La scelta avviene prevalentemente durante i dialoghi a risposta multipla, ma anche con azioni ai danni o a favore degli abitanti dei mondi.

Viva il cazzeggio!
Se siamo stufi di viaggiare da un pianeta all’altro cercando di salvare l’universo il gioco propone diverse attività di “cazzeggio”. Una di queste è un gioco di carte che ricorda vagamente il gioco di carte di FF8 non tanto per le regole ma per lo scopo del gioco di svagare il giocatore con sottogiochi intriganti. Oltre al Pazaak (così si chiama il gioco) ci sono le corse di Swoop, un sparatutto spaziale in soggettiva, missioni secondarie e persino una carriera da intraprendere come cacciatore.

Ma qualcosina che non va c’è
Sembrerebbe il gioco perfetto, ci sono in realtà dei difettucci veniali che possiamo comunque perdonare a un capolavoro del genere: grafica pregevole ma con qualche calo nel frame-rate (in situazioni tuttaltro che affollate), alcune texture troppo sgranate, povertà poligonale nella modellazione dei personaggi e una drastica riduzione della difficoltà verso la fine a causa della troppa potenza dei poteri Jedi.

Di cose da raccontare ce ne sarebbero ancora molte, ma come si dice in questi casi…che lo “sforzo” sia con voi…

9.5/10
www.lyt.it
 "Una gioviale scossetta elettrica, trasmessa dalla sveglia automatica incorporata nel modulatore d'umore che si trovava vicino al letto, destò Rick Deckard."