Vorrei conoscere il vostro parere in merito alla (oramai) nota sentenza che obbligherebbe una scuola a togliere il crocefisso dalle aule frequentate dai figli di Adel Smith, noto musulmano italiano. Avrei piacere che non si discutesse delle religioni in sè (per quanto possibile), di quanto siano o non siano giuste, logiche, sensate e formative, bensì si affrontasse unicamente l'argomento che sta "dando scandalo" in questi giorni.
Vorrei dire però 2 cose:
1) Ho appena ascoltato la "copertina" del TG2 delle 20:30 dedicata al "caso" in questione. I telegiornali italiani, da che esistono, hanno sempre avuto una velata sudditanza nei confronti del sentire comune (o di ciò che si ritiene essere il sentire comune) e del potere (esistono eccezioni, ma sono del tutto trascurabili adesso). Mai comunque avevo visto un servizio tanto acceso e "di parte", così (IMO) vergognosamente offensivo nei confronti di una persona (il giudice che ha emesso la sentenza è stato etichettato più o meno come un povero idiota di provincia che si permette di dettare legge e ferire il "sentire nazionale" per avere un po' di notorietà). E' facile sputtanare una persona e ridicolizzarla quando ci si fa scudo del "sentire comune" o di una presunta "volontà popolare".
2) La mia opinione personale: la sentenza è abbastanza sensata. Il crocefisso non è un simbolo in cui gli Italiani debbano riconoscersi, non è scritto da nessuna parte e se anche ci fosse scritto sarebbe comunque falso. Detto questo, lo studente oggi si ritrova in aule in cui bestemmie e volgarità assortite tappezzano ogni parete: ha senso per un non-cristiano lamentarsi di un crocefisso quando deve subire la visione di tali scritte? Il crocefisso è imposto da un'autorità (più o meno), le scritte idiote sono imposte dal malcostume generale, ma all'atto pratico questo fa una qualche differenza? Adel Smith è un provocatore, questo lo sanno tutti: le sue dichiarazioni sul significato del crocefisso erano di una idiozia inenarrabile; "dargli ragione" sarà stato un bene?