Mastro Geppetto
di Fabio Stassi
L'idea e' carina anche se non originalissima, la pecca principale e' che il meccanismo, una volta compreso, si fa troppo ripetitivo, complice anche il fatto che l'autore ha voluto provare a seguire in maniera pedissequa le varie vicende di pinocchio.
E cosi' la curiosita' di vedere come sia stato reso un determinato episodio spersso viene vinta dalla noia.
Leggendolo mi sono ricordato di come invece e' stato bello leggere quello che considero il miglior romanzo su dracula che sia stato scritto, "il diario di Dracula" di Martin Mincu, dove le trovate per spiegare e rendere reali le caratteristiche mitologiche del personaggio di fantasia erano veramente splendide.
Forse Geppetto e' meno interessante di Dracula?
Eppure non direi visto che la parte finale del libro dove si spiega la genesi e la fonte di ispirazione dello stesso e' invece la cosa migliore di tutte.
Underground
di Haruki Murakami
Siccome non mi piace molto Murakami, qualcuno mi ha consigliato di leggere questo libro che considerava tra i suoi migliori.
Il libro e' in realta' diviso in due parti.
Nella prima parte vengono intervistate le persone coinvolte come vittime negli attentati con il sarin avvenuti nella metro di tokyo ad opera della setta Aum,e a qualche parente dei deceduti.
Ogni intervista ha sempre la stessa struttura: descrizione di chi e' il soggetto, percorso e motivazioni che lo hanno condotto quella mattina nel luogo dell'attentato e infine come e' cambiata lavita del soggetto dopo l'evento.
L'autore si impone di mantenersi il piu' possibile fedele a quanto risposto dagli intervistati, riportando parola per parola le loro risposte e pubblicandole solo dopo la loro rilettura ed approvazione.
Se la cosa ha senso dal punto di vista del rispetto delle persone, ed e' utilissimo anche ad uno degli scopi dell'autore che e' mostrare come ma memoria delle cose cambia da persona a persona, serve pero' un po' meno per dimostrare le capacita' artistiche di uno scrittore.
Solo verso la fine della prima parte l'autore partecipa provando a trarre delle conclusioni su quanto raccolto.
Ma anche qui, sebbene lui stesso dica di aver trascorso molti anni all'estero prima di tornare in giappone, fa un po' specie che, accanto alle giuste critiche sulla mancata preparazione della sua nazione ad un evento del genere, non ammetta anche che un evento del genere, se fosse successo altrove, avrebbe causato una infinita' di morti in piu'.
La seconda parte del libro si rivela peggiore della prima.
Vengono intervistati appartenenti alla setta responsabile dell'attentato, sebbene non direttamente coinvolti nell'atto terroristico.
E' vero che in questo caso l'autore si fa coinvolgere di piu' e l'intervista si fa piu' "attiva", ma i soggetti sono decisamente molto meno interessanti.
Lasciamo stare il tipo che dice che vuole impiegare i suoi prossimi due anni a trovare prove scientifiche e misurabili della reincarnazione e trasmigrazione delle anime, ma si va addirittura oltre il ridicolo.
Come quando una adepta dice che non credeva che il sarin l'avessero messo loro. Però era successo che anche presso una delle loro sedi tante persone compresa lei si erano sentite male e avevano perso sangue dai polmoni. Insomma la tipa sosteneva praticamente di essere capace, grazie al culto di aum, di vedere le vite passate, di essere così illuminata da vedere anche le vite future, ma risulta essere in realta' cosi' fulminata da non vedere le evidenze. E dopo di questo murakami le chiede"ma non ha avuto l'impressione che succedesse qualcosa di anomalo?" E lei "no".
O ancora un'altra, che ricorda come il capo della setta ci avesse provato con lei ma lei era riuscita sempre a dirgli no.
Murakami domanda: "ci sono state reazioni al fatto che lei abbia rifiutato?" E la risposta e': "Non lo so ho perso la memoria subito dopo perche' mi hanno fatto l'elettroshock".
Jerusalem
di Alan Moore
E' stata una lettura davvero pesante.
Premesso che il "fantasy" alla Neil Gaiman (tipo american gods, per intenderci) non mi è mai piaciuto. Ma diciamo che oltre il 50% della narrazione descrive percorsi per le strade di Northampton rappresentate nei minimi dettagli in diverse epoche della sua storia talvolta anche sovrapposte. Lavoro di sicuro meticoloso, ma anche folle non solo da scrivere ma anche da seguire. Credo ti ci perderesti pure se fossi nato e cresciuto lì. Basta questo per stenderti e farti venire voglia di smettere. Poi va bene usare la fantasia ma l'universo creato è un po' troppo incongruente. Resistere alla vigilia di abbandonarlo è stata davvero dura.
Ho invece apprezzato i diversi stili con cui e' scritto, (sebbene questo non riesce ad abbattere le ripetitivita' e la monotonia che dominano su tutto), le vicende di alcuni personaggi "storici" di cui conoscevo poco o niente.
Infine interessante trovare riferimenti ad altre opere piu' famose (e decisamente migliori) di Moore e anche capire in fondo come mai certi eventi storici lo abbiano spinto a scrivere le sue storie.
Ma ripeto, troppo poco per oltre 1500 pagine di cui e' composto il libro.
Stalingrado
di Vasilij Grossman
Non e' una critica ma una considerazione: si parla di Stalingrado ma solo la parte finale racconta i primi mesi della battaglia vera e propria, la cui vicenda a quanto pare viene invece narrata nel "seguito".
Una cosa mi ha colpito: forse il sogno del comunismo, data la natura umana, era ed e' destinato a fallire. Pero' almeno questi ci hanno provato a cambiare per il meglio le cose.
Ah no, un'altra cosa mi ha colpito: se sei una persona con spirito critico anche sotto le dittature non puoi esimerti dall'esprimere le tue opinioni. Grossman lo fa anche in questo libro che risulta pubblicato, anche se tra mille traversie e censure, quando Stalin era ancora vivo.
Vita e destino
di Vasilij Grossman
I hope the Russians read their books too
Alla fine del libro si legge:1960
Quello che quest'uomo e' riuscito a dire gia' allora sulla russia "comunista" ha quasi dell'incredibile.
Per carita', di sicuro altri come lui lo avevano fatto, e qualcuno anche con ulteriore anticipo rispetto a Grossman, ma questo non fa che confermare l'enorme ritardo le classi politiche hanno sempre avuto rispetto agli intellettuali causa la loro totale incapacita' di pensiero critico (o forse dovrei dire di pensiero tout court).
Detto questo, il libro e' una vera opera corale che descrive gli ultimi mesi dell'assedio di Stalingrado anche se questo importante evento storico e' solo il centro di un ritratto completo della nazione sovietica.
Tanti i personaggi tutti ritratti con grandissima capacita', e tanti i momenti significativi anche se svetta su tutto la "famosa" lettera della mamma di Strum.
Un romanzo russo
di Emmanuel Carrere
Mi ero sempre chiesto cosa avesse spinto Carrere a scrivere un libro su un testa di nicchia come Limonov. Leggendo questo libro forse l'ho capito.
Sono, in fondo, molto ma molto simili.
Quindi anche questo libro, dove l'autore sembra voler raccontare se stesso, mi e' risultato sgradevole.
Emblematico e' il racconto che l'autore scrive per la sua partner. Dice che dovrebbe essere una lettera d'amore.
E ad essere sinceri l'inizio della "lettera" fa ben sperare.
Ma dopo poche pagine tutto degenera.
Del resto quello che lui descrive come amore, e' solo sesso. L'unica traccia d'amore che si trova nella lettera, cosi' come in tutto il libro, e' l'amore per se stessi, che si chiama narcisismo e che e' la sintomatologia piu' comune e tipica delle teste di nicchia.
Ho un altro libro di Carrere ma a questo punto neanche provo ad aprirlo.
Uno scrittore in guerra
di Vasilij Grossman
Forse meno coinvolgente dei "romanzi", ma di sicuro interessante visto che dai taccuini riportati in questo libro sono nate le sue opere piu' famose. Inoltre' ci sono parti di articoli scritti durante la guerra come corrispondente. Insomma la lettura di questo libro aiuta comprendere meglio la genesi di "Stalingrado" o "Vita e destino". Infine la narrazione copre l'intera guerra dall'invasione del 41 alla caduta di Berlino, offrendo quindi una visione piu' completa dell'esperienza dell'autore in guerra.