Nel nome del figlio di Maggie O'Farrell
L'ho trovato poco interessante malgrado l'argomento.
L'idea di non menzionare mai il nome del padre è forzata e inutile.
Poi mi ha dato fastidio il solito atteggiamento che spesso si ritrova quando si narra di una persona con supposte capacità "sensitive":
Si ha infatti sempre la tendenza ad esagerare con tali capacità, mandando in vacca ogni leggera parvenza di "romanzo storico".
Unica nota positiva... Mi ha fatto venire voglia di leggere qualcosa di un po' più serio su Shakespeare
Shakespeare di Peter Ackroyd
Qualcuno diceva che "si legge come un romanzo".
Non e' esattamente vero, ma non per colpa dell'autore.
Il fatto e' che le informazioni sulla vita di shakespeare sono davvero ridotte al lumicino.
Quindi penso proprio che meglio di cosi' non si potesse fare, ed ho apprezzato le tante volte in cui, riguardo una vicenda o un aspetto della biografia, l'autore presenta diverse ipotesi,
ovviamente indicando sempre quella che, a suo giudizio, e' la piu' probabile.
Lo consiglio a chiunque abbia un minimo interesse sull'opera del bardo.
Un amico di Marcel Proust di Philippe Besson
Non sono convinto. Specie all'inizio la presenza di Proust sembra essere quasi un pretesto, forse anche per la forma in cui viene raccontata la storia, con i "lui dice/io dico".
Quello che intendo e' che il Proust che conosco io viene dalla ricerca, e fa una strana impressione sentirlo esprimersi con brevi frasi quotidiane alla portata di tutti. Ovvio che nella vita reale con molta probabilita' anche lui parlasse come noi persone normali, ma e' un po' un Proust senza Proust.
Nella seconda parte, per fortuna, le cose cambiano e si passa dal parlato allo scritto, e si ha l'impressione di intravedere il "nostro" in alcuni passi piu' ispirati, ad esempio quando si parla dello scrivere. Ma non si raggiungono mai le vette struggenti del maestro, ed in fondo a me era quello che interessava di piu'.
Si e' vero poi c'e' la storia d'amore. Anche qui tra alti e bassi, purtroppo. Da tutto questo, insomma, il mio giudizio un po' altalenante.
Il genio infelice di Carlo Vulpio
Non so, aggiunge poco a quanto gia' noto della vita di Ligabue (il pittore ovviamente). E non sono neanche convinto delle continue digressioni.
La Q di Qomplotto di Wu Ming 1
intenso viaggio su diverse teorie di complotto e analisi delle loro origini e meccanismi.
la parte che ho apprezzato di meno e' il suggerimento all'alternativa al debunking classico, perche' anche l'esempio dei maghi Penn e Teller e' affascinante ma non si capisce come si possa applicare la cosa per aiutare chi e' caduto nel rabbit hole ad uscirne.
Pero', come lettore, la cosa che ho apprezzato di piu' e' la parte del sogno nel "pendolo di Foucault".
A questo proposito c'e' da dire che gia' ai tempi di "Q" qualcuno nomino' Eco come personaggio coinvolto nella scrittura del romanzo. Del resto la cosa viene citata anche in questo libro.
Ora ci si ritrova con un libro legato allo stesso gruppo, che palesemente prende dei personaggi del romanzo di Eco e li innesta nelle vicende di quest'opera.
Verrebbe quasi da insospettirsi, da indagare ulteriormente sul coinvolgimento del semiologo anche qui. Si lo so Eco e' morto, ma si potrebbe sempre pensare a un "Eco is dead" conspiracy.
Ovviamente scherzo
Incubi perfetti di Jacques Spitz
l'occhio del purgatorio (non incluso in questo libro) rimane la sua cosa migliore.
per il resto possiamo solo dire che c'e' un motivo, anzi un buon motivo, se la fantascienza per lungo tempo e' stata considerata letteratura minore.
Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut
non riesco a togliermi dalla mente l'impressione che questo libro appartenga a quel genere di letteratura che io definisco "paracula".
Alla Baricco, per intenderci.
Spingendo la notte più in là di Mario Calabresi
sicuramente da leggere, per riflettere su cose sulle quali non si e' mai riflettuto abbastanza.
Sedotti dalla matematica di Sabine Hossenfelder
La mia laurea in fisica risale a quasi trenta anni fa. E comunque non ero neanche allora un "teorico".
Pero' devo dire che questo libro l'ho trovato difficile.
Per carita', l'argomento trattato e' complicatissimo, e comprendo bene la necessita' di escludere la matematica in una simile opera.
Il risultato pero' e' che diventa un libro che tratta di argomenti che alla fine puo' comprendere solo un fisico teorico, qualcosa di assolutamente solo per addetti ai lavori.
Non mi e' sembrato l'autrice avesse il dono della divultazione scientifica, ma forse non e' neanche colpa sua e meglio cosi' non si poteva fare.
Rimane il messaggio di base, quello chiaro e forte, relativo ai rischi che sta correndo una fisica (specie la teorica) che forse ha smarrito se stessa.
Leggendolo, ho trovato conferme alle diverse motivazioni che mi avevano spinto, anni fa, a lasciare il mondo accademico. Scelta di cui non mi sono mai pentito.
Io e Mr Wilder di Jonathan Coe
Se c'è una cosa che mi è sempre piaciuta di Coe è l'amore che mette nelle cose che ama.
Così come un tempo fece con il suo amore per 'the smiths" nel romanzo "questa notte mi ha aperto gli occhi*, qui il romanzo è legato alla sua passione per Billy Wilder.
Ovviamente è un romanzo più maturo di quello sugli smiths, e quindi anche più bello. Infatti, sebbene io ami e conosca molto di più gli smiths che il regista, ho preso proprio l'impressione che lo scrittore inglese abbia provato a rifare la stessa operazione che fece con il suo primo romanzo, e sono sicuro che se solo avessi conosciuto meglio Wilder avrei apprezzato ancora di più questo libro a cui però do comunque quattro stelle e mezzo.
Dizionario dei personaggi di romanzo di Gesualdo Bufalino
Una carrellata di tutti i personaggi piu' famosi dei romanzi, in ordine temporale, e preceduti da una piccola breve scheda introduttiva. L'idea e' buona ma funziona male, visto che alla fine gli unici personaggi che mi hanno veramente incuriosito sono quelli che gia' amavo. Il Marcel di Proust e Ireneo Funes di Borges. Del resto per affezionarsi ad un personaggio ci vuole tempo e i singoli passi sono forse troppo brevi. Inoltre rimango dell'idea che chiunque provi a spiegare un capolavoro sprechi il suo tempo, come chi prova a spiegare un amore.
Sulla lettura di Marcel Proust
Ho l'edizione della BUR con una prefazione "critica". Che dire?
L'idiozia dei critici e' ben evidente nel loro ostinarsi a far precedere le loro idee piene di spoiler e seghe mentali all'opera vera e propria.