Cmq, finito il libro ieri. Questo libro è descrivibile con una sola parola: paraculata! Un'opera men che mediocre che ha come sola ragione di esistere il ruotare attorno a una tematica poco sfruttata, in letteratura (la subcultura geek/nerd), che le assicura anche un'audience ben nutrita (siamo in tanti, in fondo ad avere 30+ anni e ad essere stati giovini negli 80s). E' sicuramente godibile, ma solo per il fattore nostalgia.
Il miglior libro a tema videoludico per me resta Codex, di Lev Grossman (Only you can save mankind è fuori competizione, ovviamente!)
Mediocre no, paraculata si. La struttura narrativa è elementare: tizio fa questo, caio fa quell'altro, sempronio dice "bla, bla". Praticamente assente l'ambito descrittivo. Racconto linearissimo.
Cioè non Gibson con duemila personaggi sparsi per terra come specchi rotti che per capire cos'hai letto le ultime dieci pagine devi prendere appunti. Ma secondo me questa cosa, a parte l'inesperienza dell'autore, è anche voluta.
Proprio perchè un'opera mirata ai geek, che non leggono notoriamente un cazzo, facilitata.
Il genere è quello della ricerca, la ricerca del santo graal, percival, il santo graal è un easter egg, la simbologia è presa dal videogioco "adeventure" per atari 2600.
Gli ingredienti da soli sono banali, però ben mescolati, e nessuno ci aveva pensato prima ai videogiochi.
Su D&D invece si, ci sono racconti in cui giocatori scambiano la realtà per il gioco e viceversa, un pò come "la leggenda del re pescatore".
p.s. non so se è vero quello che c'è scritto nelle didascalie o se andrà a buon fine ma la WB ci dovrebbe scodellare un film. Spero nn sia deludente come la trasposizione di the hitchicker guide to the galaxy di adams.