Autore Topic: [PS2] Grand Theft Auto: Vice City  (Letto 2852 volte)

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Offline Dj Mark Noise

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[PS2] Grand Theft Auto: Vice City
« il: 04 Apr 2003, 18:53 »
La violenza nei videogiochi? Ebbene sì, esiste… Ma andiamo con ordine. GTA: Vice City si potrebbe definire come il simulatore del malavitoso. Il vostro compito, infatti, è portare il vostro personaggio,Tommy Vercetti (non c’è nulla da fare, l’italiano è visto sempre cosi’, oltre a pizza e mandolino…), da ladro sconosciuto a boss della malavita dell’intera “city”, una sorta di Miami. Inizierete ad eseguire semplici “lavoretti” impartiti dai capi locali, come Carlos Diaz o Avery Carrington, giusto per citarne due. Ognuno vi assegnerà diversi obiettivi: potrete trovarvi a pedinare delle persone o, per esempio, ritrovare un carico di droga, per arrivare a missioni più cruente, nelle quali dovete uccidere qualche personaggio “scomodo”, fare una strage in un determinato posto, fare esplodere palazzi... Purtroppo non posso elencarvi tutte le missioni, ma sappiate che ce n’è per tutti i gusti e per tutti i tipi. Insomma, l’azione non mancherà di certo, e la longevità del gioco è praticamnete infinita. Questo grazie alla possibilità di effettuare missioni bonus (sono quelle “del telefono”…) o partecipare a dei minigiochi disseminati lungo tutta Vice City. Qualche esempio: girovagando per la vostra città vi capiterà di imbattervi in strani furgono bianchi, con la scritta Fun. Una volta saliti sul mezzo scatterà il bonus game e vi ritroverete a portare dei mini elicotteri telecomandati o delle macchine radiocomandate, magari completando dei percorsi nel minor tempo possibile o gareggiare contro altri avversari. La varietà dei bonus anche in questo caso è infnita: non si possono infatti non menzionare anche le missioni “vigilante”, in cui impersonerete un poliziotto, o “taxi”, in cui dovrete scarrozzare in giro i poveri passeggeri, o ancora “vigile del fuoco”, il cui compito sarà quello di estinguere degli incendi. Questi sono giusto tre esempi. Tornando al cuore del gioco vero e proprio, ho detto che inizialmente impersonerete un ladruncolo di basso livello, ma man mano che porterete a buon fine le missioni assegnatevi, acquisirete fama e vi verrà data la possibilità di acquistare molta parte degli immobili di Vice City. Tutto ciò ovviamente vi porterà denaro, che potrete gestire nei modi più assurdi, investendolo magari nei locali a luci rosse (con tanto di privè personale…), o comprando discoteche. E ancora, investendolo in un salone macchine o in una gelateria, fino ad arrivare a comprare alberghi (ogni immobile acquistato rappresenterà poi il vostro punto di salvataggio, oltre che di relax, in cui rigenerare la salute o rifornirvi di armi, se presenti ovviamente). Una volta investiti i vostri soldi, vi si apriranno una serie di ulteriori missioni da affrontare. Insomma, preparatevi a scalare la classifica del boss più temuto!!! Avere un’intera città virtuale da visitare, e successivamente da gestire, è una sensazione fantastica. Il tutto è reso poi gratificante da una grafica di prim’ordine e da vari tocchi di classe. Il tempo cambierà, il sole potrà oscurarsi per dare spazio ad una tempesta (pioverà, si alzerà il vento e il mare si agiterà), il ciclo giorno/notte è riprodotto benissimo, e non si potrà non fermarsi per guardare un bel tramonto sulla spiaggia o per vedere le scie degli aerei nel cielo. Sembra davvero di essere in una città vera, con le persone che vanno a fare la spesa o corrono dalla polizia dopo aver subito un furto, l’ambulanza che soccorre un malato e via dicendo. Ogni situazione non si presenterà mai uguale a se stessa: tutto è gestito dinamicamente e in modo casuale. Come per ogni boss che si rispetti, non può mancare un arsenale bellico degno di nota. Per svolgere le missioni più ostiche potrete utilizzare pistole, mitra, fucili di precisione, bombe a mano, lanciafiamme, bazooka, motoseghe, coltelli, mazze e quant’altro, e stesso discorso vale anche per i mezzi di locomozione, come macchine e mezzi di diverso tipo, elicotteri, moto, barche, aerei. La notevole libertà data dal gioco, grazie anche alla sua struttura non lineare (potete decidere voi quali missioni portare a termine o quando affrontarle), vi permetterà di svolgere anche azioni, non proprio legali. Potrete, se volete, investire i pedoni con la vostra auto, oppure dare vita a risse, massacrare la gente per strada, far saltare per aria tutto ciò che vi si para davanti, in altre parole potete fare tutto quello che vi passa per la mente. Riprendendo la frase iniziale “La violenza nei videogiochi? Ebbene sì, esiste”. Fa da padrone in GTA:VC, il sangue scorre a fiumi, cosìcome la violenza propriamente intesa (falciare le persone con automobili, sparare ai passanti, gonfiare di botte il malcapitato di turno), a dosi massicce, ma mai fastidiosa. La notevole ironia che pervade tutto il gioco, anche nelle azioni più “politically incorrect”, rende tutto molto allegorico e “improbabile” (anche se la realtà a volte va oltre ogni videogioco…).
Per concludere, dal punto di vista tecnico il gioco si attesta su livelli alti, la grafica è ben realizzata, anche se l’eccessivo motion blur e un frame rate non costante rendono a volte tutto un po’ caotico. La città è enorme, ricca di dettagli e dotata di texture dai colori sgargianti. Tutto è ben fatto, insomma. Il sonoro è ottimo e le 4 ore di musica (ce n’è per tutti i gusti) vi terranno compagnia per tutto quanto il gioco.
In definitiva: Vercetti ownz you,beeyotch!!!

VOTO: 10 su 10

Offline teokrazia

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[PS2] Grand Theft Auto: Vice City
« Risposta #1 il: 09 Ott 2003, 14:06 »
Grand Theft Auto: Vice City



Premessa: ho giocato parecchio a GTA3, penso di aver sviscerato molte delle possibilità offerte dal gioco Rockstar, ma non penso sia stato amore. L'annuncio di un sequel/prequel/spin off o come volete chiamarlo voi, il qui presente Vice City, mi lasciò totalmente indifferente. Le novità accessorie e il cambio d'atmosfera non  sembravano essere motivi sufficienti per arginare quello che secondo me sarebbe stato il suo problema maggiore: il senso di deja vu. Beh, dopo aver giocato a lungo questo episodio, mi sento felice di smentirmi: sostituite ora il refrain "....Push it to the limit..." [Scarface O.S.T.] con "...Take this broken wings..." [Mister Mister] e seguitemi.

VC è ambientato negli anni '80, voi siete Tommy Vercetti, balordo appena uscito di galera, incaricato dai Boss di Liberty City di compiere un'operazione di droga su una piazza relativamente nuova e lucrosa: Vice City [alias Miami]. Le cose però non vanno nel verso giusto, e vi troverete presto senza soldi e senza droga... Come la prenderà il vostro capo Sonny? Partirà da qui una lunga e densa vicenda che vi vedrà protagonisti di una scalata finalizzata a rendervi il signore dell'intera città [1].
La struttura di GTA3, è riportata di peso in questo episodio, ma su questa base Rockstar, ha impiantato tante di quelle novità, tante di quelle variazioni sul tema, da poter definire VC un gioco nuovo e diverso.
Per motivi di spazio parto a razzo: molte più missioni, molto più varie, molto più articolate; l'introduzione delle moto, che danno vita ad un gioco nel gioco; la possibilità di entrare in parecchi interni; un deciso ampliamento dell'arsenale [tra cui un set di armi bianche]; la possibilità di comprarsi dimore diverse; la possibilità di "gestire" delle attività; potersi cambiare d'abito [che ha ripercussioni anche sul piano ludico], gli elicotteri, ecc. Scusate se ho dimenticato qualcosa, anzi ringraziatemi così sarà più bello se lo scoprirete da voi.
Oltre alla sostanza [tanta e varia], la cosa che mi ha fatto finalmente innamorare di questo gioco è il suo appeal: la grafica ammalia, grazie alla palette di colori accattivante, alle texture più definite, al character design e alle animazioni perfezionati e ad una simulazione del ciclo giorno/notte e delle condizioni meteorologiche rifiniti.
Ma non finisce qui visto che le cose migliori il gioco le regala a chi ha vissuto di persona quegli anni e a chi a frequentato assiduamente il cinema di un certo genere: basta pensare alla schermata di caricamento che simula un C64 sulle note "Video killed the radio star" [ho pianto], alla strabordante presenza di citazioni e rimandi al cinema, ai serial televisivi e ai personaggi famosi di quel periodo[star del glam rock, registi cinematografici ecc.], alle tante ore di musica su licenza [ci sono TUTTI: dai Sik Sik Sputnik agli Spandau Ballet, dai Twisted Sister a Michael Jackson], al senso dell'umorismo che fa capolino ovunque, ai riferimenti sessuali e alla solita [riuscitissima] illusione di trovarsi in un contesto vivo e pulsante.

Un commento sulla trama: avvincente, ricca di colpi di scena e di side-story, viene narrata da sequenze d'intermezzo più lunghe ed articolate rispetto al predecessore, le quali dimostrano una buona dimestichezza con il linguaggio cinematografico ed i suoi cliché. Bravi bravi. Completa il quadro di un prodotto che potrete giocare intensamente per mesi la fitta presenza di segreti, lavoretti alternativi, mini-giochi ed ester eggs vari.

Conclusioni: VC per me è stata una sorpresa, il gioco da semplice variazione sul tema si è dimostrato qualcosa di diverso, autonomo e completo. Nella recensione ho parlato di amore: ebbene si, laddove GTA3 mi aveva appassionato, VC grazie al suo carisma ma anche alla sua civetteria, al suo "saper dove andare a parare" negli animi dei più attenti e ricettivi, al suo glamour, mi ha rapito il cuore. C'è molta più ricerca, intelligenza e premeditazione di quello che si pensi a prima vista in questo gioco, ed ho gradito. Insomma un gioco quasi perfetto, che avete il dovere morale di provare.


Voto: 9


[1]Sempre che siate ambiziosi... Altrimenti nulla vi impedisce di vivere in spiaggia e campare con lavori modesti ma legali.





Immagini: http://www.rockstargames.com/vicecity

Offline Autodelta

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[PS2] Grand Theft Auto: Vice City
« Risposta #2 il: 01 Nov 2003, 22:37 »
Grand Theft Auto: Vice City


L’essere umano ha una mente ottusa. Infatti, l’essere umano medio tenta di essere pacifico e civile quando è in relazione con altri esseri ottusi come lui ma, quando è da solo, si scatena tutta l’ira repressa che lo attanaglia. Certa gente, si sfoga uccidendo altri esseri ottusi. Certi altri, facendo modellini. E certi altri, giocando a Grand Theft Auto: Vice City. Sì, proprio così, impugnando un joypad e schiacciando vecchiette e prostitute a più non posso. Che divertimento, quale sublime passatempo. Ma, per fortuna, alla Rockstar Games capiscono come gira il mondo (dei videogame, ovviamente). E sanno che ci sono quei famigerati e loschi individui che si atteggiano come grandi cultori del videogame e che schifano Pro Evolution Soccer 3 perché non c’è l’Inter, che lasciano sullo scaffale Super Mario Sunshine o Viewtiful Joe perché sono giochi da bambini. Ma sanno anche che ci sono altri individui, questa volta un poco meno loschi, ma che amano il videogioco, che lo prendono come una passione e non come un mero passatempo. Certamente le persone facenti parte della prima categoria sono di più, quindi non le si possono ignorare. Ma anche gl’adepti al secondo schieramento sono importanti, quindi non si posso ignorare nemmeno loro. Quindi, quale concept di gioco migliore di quello che hanno escogitato? Nessuno. È molto facile: c’è una città riprodotta nelle sue caratteristiche fondamentali, si può interagire con i passanti, con le auto, con alcuni edifici. E qui viene il bivio: puoi gironzolare come un baccalà per tutte le zone, senza fare missioni, semplicemente per ascoltare le ottime canzoni (Buggles, Iron Maiden, David Lee Roth, Micheal Jackson e Frankie goes to Hollywood su tutti) o, come già detto, schiacciare i passanti oppure fare le impennate. Ma si possono anche fare tutte le missioni previste, comprare edifici su edifici, uccidere boss su boss, fino a diventare l’uomo più importante di tutta Vice City. E, per chi vuole perdere la giovinezza, cercare tutti i pacchetti speciali disseminati nei posti più reconditi. Per poi avere l’elicottero dei militari, il cosiddetto Hunter (copiato dall’Apache), con il quale fare le missioni da vigilante e guadagnare tanti bei milioni, per poi poter andare in giro con un arsenale di tutto rispetto. Spero che non vi sia difficile quale categoria seguirà la prima strada e quale la seconda. Ma Grand Theft Auto: Vice City è lungi dall’essere il gioco perfetto. Come ho detto, il concept è sintatticamente perfetto, ma alla fine ha dei problemi. Ve la immaginate una città in cui tutti rubano automobili e la polizia se ne sbatte altamente? Ve la immaginate una persona che vive duecentonovantadue giorni senza fare un’ora di pura dormita? Ve l’immaginate dei poliziotti che arrestano una persona che ha mobilitato l’esercito e la rilasciano poche ore dopo con una cauzione di 100 $? In questo caso, per avere un gioco veramente perfetto, ci vorrebbe un incrocio con l’opera della Maxis, cioè The Sims. Certo, solo in certe cose: il bisogno di dormire, ecc. Poi ci sono altri difetti su cui si può anche passare sopra, come la grafica, realizzata con l’ormai arcaico motore grafico Renderware: vastità del territorio sì, ma texture e modelli poligonali poco dettagliati. Peccato poi per alcune missioni, che sono veramente banali. Il sonoro, come detto prima, è superlativo. E anche la longevità, che praticamente è infinita. Però, dopo aver finito Grand Theft Auto: Vice City, ho capito una cosa: il poter giocare online con questo gioco è prettamente inutile. Infatti, il mod MTA permette di far giocare poche persone sulla stessa mappa, e senza gli NPC. Ma il supporto online non è da buttare: gli sviluppatori potrebbero fare delle nuovi missioni scaricabili dalla rete (gratis, possibilmente) oppure nuove automobili. Bottom line: è un gioco buono, molto superiore alla media degli ultimi anni, che può essere divertente per tutti. Ma è ancora molto migliorabile. See ya, Rockstar!

Voto: 8,5 su 10
othing will last forever
No need to stay here Free you from an endless spell You should leave now find your well Let the four winds blow again You make your story