Mio primo post in questo forum; un saluto a tutti
Rispondo con pochi brevi cenni:
la scienza tradizionale individua la vita nel processo di nascita, crescita, riproduzione e morte; stando a questo assunto, basato sulla visione tradizionale della vita, non pare ictu oculi possibile definire l'essere artificiale, seppur dotato di intelligenza "umana", come essere vivente.
In realtà, però, il dibattito è aperto e troppe volte il giudizio umano si è fermato a questa realtà superficiale per qualificare ciò che è e ciò che non è vita.
Prendete in esame le problematiche dell'aborto e dell'eutanasia, intimamente legate al problema di fondo della definizione della vita.
Sinceramente, allo stato attuale, mi sento di dover modificare questa impostazione tradizionale, almeno all'interno della mia personale visione delle cose.
Ciò che qualifica la vita è ancora, nella maggior parte dei casi (leggi: tutte le specie animali non umane), quel processo che dalla nascita porta alla morte, con un meccanismo quasi meccanico.
Ma l'uomo no ... l'uomo è qualcosa ... molto di più; l'uomo è sentimento, intuito, sensibilità, logica e razionalità; l'uomo è pensiero cosciente e autonomo dalle cose e dagli istinti ... oltre che istinto lui stesso.
Vivo è dunque colui che pensa, anche se non nasce, non cresce, non si riproduce.
Le macchine calcolatrici dell'ennesima generazione che saranno calcolatori organici, saranno dunque definibili come vive?
Beh, apparentemente, stando a quest'ultima definizione, sì!
Ma la vita è solo pensiero umano o anche istinto?
E queste macchine, oltre a saper pensare e ad avere emozioni come gli uomini ... avranno anche i loro istinti??
Capite cosa intendo?