Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 392780 volte)

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Offline nodisco

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2280 il: 11 Ott 2015, 22:06 »
"Four feet standing in one sock"
E' "Standing four feet ten in one sock", per la precisione.

Anche la splendida frase "The tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth" nella traduzione italiana perde tutta la sua musicalità, ma sinceramente non penso che la si sarebbe potuta conservare senza perder qualcos'altro.

Offline Cryu

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2281 il: 11 Ott 2015, 22:21 »
Quella Adelphie è una traduzione fatta bene. Con un errore. Capita, anche nelle migliori traduzioni. Anche nelle mie, che non sono nulla di speciale. La tua non la commento neppure, stavolta il sorgente è in inglese. Ciascuno può valutare da sé. Forse per questo ora hai paura, getti la maschera da piacione e continui a insultare, oltre che mentire (anche la "situazione perdita/perdita" era un'esca, vero?). Te l'ho detto mesi fa, te lo ribadisco ora. Io con te non ci discuto. Non sei né interessante, né competente. Né intellettualmente onesto, abbiamo appreso da qualche giorno. Io ho sempre postato a vantaggio di chi voleva sinceramente capire, senza nessun interesse in gioco. Credo abbiano capito.
A te rinnovo lo stesso invito di allora. Iscriviti a una scuola serale. E vergognati.
"non e' neppure fan-art, e' uno screenshot di un gioco, ci sono mesi e mesi di sudore di artisti VS uno scatto con un filtro instagram sopra."
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Offline Cryu

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2282 il: 11 Ott 2015, 22:28 »
Citazione
"such a wonderful fat pink dad"
"un così meraviglioso grasso roseo papà"
E c'è gente che lo difende pure. Incredibile.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2283 il: 11 Ott 2015, 22:31 »
Quella Adelphie è una traduzione fatta bene. Con un errore. Capita, anche nelle migliori traduzioni. Anche nelle mie, che non sono nulla di speciale. La tua non la commento neppure, stavolta il sorgente è in inglese. Ciascuno può valutare da sé. Forse per questo ora hai paura, getti la maschera da piacione e continui a insultare, oltre che mentire (anche la "situazione perdita/perdita" era un'esca, vero?). Te l'ho detto mesi fa, te lo ribadisco ora. Io con te non ci discuto. Non sei né interessante, né competente. Né intellettualmente onesto, abbiamo appreso da qualche giorno. Io ho sempre postato a vantaggio di chi voleva sinceramente capire, senza nessun interesse in gioco. Credo abbiano capito.
A te rinnovo lo stesso invito di allora. Iscriviti a una scuola serale. E vergognati.

Stavo citando a memoria. ^^

No, io non faccio mai il piacione, parola per altro che mi è invisa davvero in quanto romanesca. Quanto alla paura, non ti seguo. Davvero sto invitando il mio interlocutore al confronto su esempi reali, sul merito. Compatibilmente con i tempi che il lavoro mi detta (come dicevo sono a casa solo nel finesettimana), in effetti non aspetto altro. Ribadisco: è un iter già veduto e calcato.

E comunque insultavo anche prima, quando lo ritenevo opportuno/giusto/doveroso. Come in questo caso, e non parlavo del tuo caso. La ragione perché ho iniziato a essere sgradevole nel mio modulo relazione è che ho pensato: "oh beh, tutto sommato ne ho anche abbastanza di questo becero modo di critica del tutto ignorante", nel senso proprio del termine, ovvero mossa da chi *ignora* (o come si dice a Catania, "sconosce") il merito di cui si parla.

In ultimo, davvero potrei iscrivermi a qualsiasi scuola, come ho spesso fatto, e frequentare lezioni e corsi ogni volta che lo ritengo fruttuoso. Vergognarmi, anche quello mi è capitato, certamente. Ma non è proprio questo il caso. Tu, invece, su cosa mi erudisci? :-)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2284 il: 11 Ott 2015, 22:39 »
Citazione
"such a wonderful fat pink dad"
"un così meraviglioso grasso roseo papà"
E c'è gente che lo difende pure. Incredibile.

Ho capito che a te non piace la precisione della traduzione. Il che può anche andar bene, eh.

Voglio dire, io traduco 'bien sure' (non ho voglia di cercare il circonflesso) del francese come 'ben certo', e immagino che ti farà rabbrividire. Ma lo faccio con piena coscienza, e lo faccio perché credo che sia la cosa giusta da fare. Personalmente, adoro la sequenza di aggettivi inglesi trattati così in italiano. Adoro il modo in cui si affastellano, scivolano l'uno sull'altro, e vanno a puntare sul sostantivo di chiusura che caratterizzano. Ti fanno proprio creare l'immagine nella tua mente, o almeno con me funziona. Per contro, odio quando i traduttori inseriscono punteggiatura indebita, spezzano frasi, eccetera. L'inglese di Nabokov, anzi l'americano di Nabokov è meraviglioso perché è vergognosamente paratattico come l'americano di un americano non sarà e non sarebbe mai. Anche paragonandolo a quello di Fitzgerald, che so, è tutto diverso. Non è una questione di evitare la brachilogia tipica di una lingua 'economa' come quelle anglosassoni. E' proprio che Nabokov è intriso soprattutto di letteratura francese, oltre che russa, come mille citazioni perfettamente intessute tra l'ordito e la trama del suo romanzo dimostrano.

Ma la prosa di Nabokov è seriamente troppo, per me. Onestamente, anche solo leggere e capire Lolita nella sua lingua originale mi costa fatica, sforzo. A onore del vero (quello che a te non interessa), a quello stralcio di traduzione parmi (<- ti piace, l'enclitica?) che avessi preposto a bella posta la chiara dichiarazione che trattavasi (<- ancora!) di un divertissement assolutamente incolto, fatto per diletto appunto, e buttato lì tanto per esempio.
« Ultima modifica: 11 Ott 2015, 22:41 da Shito »
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Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2285 il: 12 Ott 2015, 00:11 »
"Nell’adattamento di Mononoke lo “shishi” di “shishigami”, che significa animale di grosse dimensioni, bestia, leone, cervo, selvaggina o addirittura carne, viene reso con l’italiano “bestia”, termine che nell’uso ha visto ormai prevalere il significato figurativo di “uomo stupido,violento, irascibile e brutale” su quello letterale, tanto che ormai il termine ha assunto una chiara connotazione negativa."(cit.)

E torniamo sempre sullo stesso problema, trasformare una percezione assolutamente personale in una consuetudine comunemente accettata e diffusa, al punto che magari, un domani, dovessi trovare un animale stecchito per strada ed esclamare: "Povera bestia!", dovrei stare attento a quel che dico per il rischio di aver scelto un termine che, a mia totale insaputa, avrebbe assunto nel corso del tempo del mi sonno criogenico, una connotazione negativa.
Cioè davvero siamo arrivati al punto (parlo in generale eh) di considerare un uso traslato, mutuato ed adattato di un termine come quello principale? Lo dico perchè non è la prima volta, in questo topic, che il significato corretto ed originario di un termine viene bellamente ricusato alla luce di uso colloquiale che si sia radicato nel tempo unicamente per, consentitemi, rassegnata accettazione al suo uso più o meno improprio.
Insomma, siccome nessuno timbra mai il biglietto dell'autobus, quel click ogni tanto fa voltare l'autista esclamando: "Che cazzo era quel rumore?".
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2286 il: 12 Ott 2015, 01:29 »
La lingua fluttua nel tempo, eh.
Cambia. I significati percepiti vengono modificati tanto nel linguaggio parlato quanto sui dizionari.

Ad ogni modo con l'ammissione di traduzione di "ben certo" dal francese per me si spegne ogni discussione.
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Offline Gaissel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2287 il: 12 Ott 2015, 01:47 »
Come dice Wis, Xibal, quel che sembra tanto disgustarti è ciò che FA una lingua.
Corpus di regole FUNZIONALI, in continua mutazione in rapporto a detta funzionalità, e non viceversa.

Il significato PRIMO di "intrigante", per esempio, è il primo di cui fa uso il popolo parlante nel tempo corrente, non il primo ad essere listato in dizionari mancanti di aggiornamento (anche solo per mere questioni di opportunità editoriale).
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2288 il: 12 Ott 2015, 02:23 »
Il significato PRIMO di "intrigante", per esempio, è il primo di cui fa uso il popolo parlante nel tempo corrente, non il primo ad essere listato in dizionari mancanti di aggiornamento (anche solo per mere questioni di opportunità editoriale).
No ma il solo fatto che lo si debba specificare, ancora e ancora, e' la cosa piu' assurda.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2289 il: 12 Ott 2015, 02:49 »
Come dice Wis, Xibal, quel che sembra tanto disgustarti è ciò che FA una lingua.
Corpus di regole FUNZIONALI, in continua mutazione in rapporto a detta funzionalità, e non viceversa.

Il significato PRIMO di "intrigante", per esempio, è il primo di cui fa uso il popolo parlante nel tempo corrente, non il primo ad essere listato in dizionari mancanti di aggiornamento (anche solo per mere questioni di opportunità editoriale).

E ovviamente l'interprete incontestabile dell'uso del 'popolo parlante' sei -guarda caso- TU, vero?


-----


Ah, lo 'shishi' di 'shishigami' NON è lo 'shishi' di 'leone'. Lo 'shishi' di 'shishigami' è la lettura arcaica del kanji che oggi si legge 'shika', e oggi significa 'cervo' (pronunciato: 'shika' - un'ALTRA parola). Il kanji è 鹿, quello di leone invece è 獅子 o 師子.

Questa è una cosa che ho spiegato in lungo e in largo, e ho idea che persino il controargomento che mi viene posto provenga da derivazioni delle mie stesse spiegazioni.

Originariamente, nei materiali di Mononoke Hime, per 'shishigami' è proprio usato il kanji 鹿, ovvero 鹿神. Solo che, siccome qualsiasi giapponese contemporaneo lo leggerebbe 'shika' e capirebbe 'cervo', da un certo punto in poi Miyazaki ha iniziato a usare la scrittura puramente fonetica シシ, perché lui intendeva  pronunciato come 'shishi'. Il nome ufficiale dello Shishigami è così divenuto シシ神.

鹿 [シシ] signifca 'bestia'. NON significa 'leone', no -è come ho spiegato solo omofonia-. 鹿 [シシ] è un termine antico, risale ai tempi in cui in Giappone le bestie si cacciavano sui monti, e le bestie per antonomasia erano le bestie che davano buona carne commestibile, ovvero cervi e cinghiali. Che combinazione, eh? Nota: anche Yakkul, la cavalcatura di Ashitaka, nel film viene riferita come 'shishi', per l'esattezza 'aka-shishi', una 'bestia rossa'. La parola precisa per 'cinghiale' pure compare nel testo del copione, 'inoshishi'. Semplicemente 鹿 [シシ] vuol dire proprio 'bestia', nel suo più neutro significato, ed è il nome comune che include i cervi, i cinghiali, i cani selvatici e anche la razza [inventata] di Yakkul.

---

Comunque, che 'bestia' in italiano abbia una connotazione sempre negativa è una scemenza. Nel linguaggio parlato, 'essere una besta a XXXXX' significa essere molto bravo, bravo quasi a livello sovrumano in quella attività. "A tennis è una bestia!", tipo. L'idea di 'bestia' come sinonimo di 'stolidità' è invece una classica derivazione dal francese, dove si usa proprio dire "bête" per indicare uno stolido. Qualcuno ricorderà la celebre battuta dal Malato Immaginario di Moliere: "Votre médecin est une bête.", ma anche chi ha amici o ascendenti piemontesi saprà lassù si dice "betè" per dire idiota. Ancora, chi come me ama Gilles Deleuze e l'amico Frédric Guattari si ricorderà come loro si scagliassero contro la "bêtise" quale peggior vizio umano. Ricordo una bella discussione col compianto professor Zingari perché lui traduceva "bêtise" con "banalità", e io non capivo. Quando mi disse l'originale, discussi con lui che era impossibile tradurre 'bêtise" con "banalità", perché in francese "banal" non ha la connotazione negativa che ha assunto italiano, ma indica semplicemente qualcosa di ovvio, normale al livello della scontatezza. La cosa bella è che il professor Zingari, a cui va il mio caro ricordo, convenne della cosa con me e cambiò termine italiano. ^^

Ovviamente, l'uso di 'bestia' come spregiativo nel senso di "violento" esiste eccome.

Esistono infatti tutti questi usi, persino dalla connotazione opposta, per la stessa parola. "A calcio è una bestia!" - "Ha picchiato la sua ragazza, è proprio una bestia!". Da apprezzamento a disprezzo.

Perché appunto il punto è che una lingua è variegata, e il valore semantico di una parola dipende dal suo CONTESTO DI UTILIZZO. Il piano sintagmatico è focale per la specificazione semantica di ogni lessema. C'è bisogno di dirlo?

Ancora, Anna dice: "Che intrigante!" tutta imbronciata riferendosi a quello che si è VISTO ACCADERE due secondi prima: una donna ha disposto, fatto e disfatto della sua giornata. Di fatto, NON VI E' alcuna possibilità di fraintendimento, salvo NON CONOSCERE il significato primo di 'intrigante' - che sarebbe il solo e vero problema del caso.

Il finto problema, e questo tipicamente i miei detrattori non lo vogliono ammettere, nasce invece quando uno leggere le frasi -magari malamente trascritte- sul blog di uno sciocchino a caso che crede di darsi un tono atteggiandosi a grande critico.

E leggendo un frammento di dialogo decontestualizzato, beh, gli sembra tutto strano. E certo!

Non ha proprio senso, fatevene una ragione.

Così come NON ha senso pestare i piedini sempre nell'inconscia convinzione di essere gli (autoeletti) depositari della percezione della lingua parlata nazionale.

Anche questa è pura follia.
« Ultima modifica: 12 Ott 2015, 03:19 da Shito »
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2290 il: 12 Ott 2015, 03:48 »

Voglio dire, io traduco 'bien sure' (non ho voglia di cercare il circonflesso) del francese come 'ben certo', e immagino che ti farà rabbrividire. Ma lo faccio con piena coscienza, e lo faccio perché credo che sia la cosa giusta da fare.

La Francia è quella che sta oltre le Alpi in alto a sinistra del nostro confine.
In quella di scrive "Bien sûr", senza la "e" finale.

Quelle in cui sicuro/certo si scrive con la "e" finale sono l'isola che sta un po' più in alto a sinistra sulla mappa rispetto alla Francia, le due in basso a destra e quella tutta a sinistra un po' in alto (quella delle torri gemelle).

Il fatto di tradurlo con "ben certo" non lo commento, perché non credo sia necessario per chiunque abbia una anche miserabile conoscenza della lingua francese (ma anche italiana basta), ma è bene immortalare questo momento di fulgidissima ignoranza prima che chi purtroppo al posto che zappare la terra di mestiere fa il traduttore editi il tutto.
Emblematico il fatto che questo post sia su da qualche ora e non sia stato editato subito.

È rassicurante per me il fatto che non guardo un prodotto audiovisivo adattato da cani come questo da almeno dieci anni.

Mi ero ripromesso di non entrare più in questo forum, ma questa frase meravigliosamente spocchiosa ed ignorante mi fa tornare sui miei passi momentaneamente, ci sono cose che sono talmente brutte che fanno il giro e diventano bellissime, dovevo farne parte.

"Se vuoi lavorare con i piedi in mostra vai a vendere il cocco in spiaggia"
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2291 il: 12 Ott 2015, 04:09 »
Scusa per la E che mi è scappata. Non edito niente, tranquillo. Se ho sbagliato a scrivere, ho sbagliato. Non pratico granché (anzi, per nulla) il francese scritto, ahimé. :-(

Il punto del mio discorso non era comunque quello (anche se capisco la necessità del puntiglio). Il mio punto era che 'bien sûr" si può "tradurre", nel senso di 'rendere' in italiano, in molti modi. Può essere tradotto come 'certo', 'certamente', 'ma certo', 'sicuro', 'sicuramente'... ma in effetti, perché mai NON lo si dovrebbe tradurre come 'ben certo'?

Perché è "troppo letterale", e quindi è una sorta di tabù accademico?

Perché in fondo, sei io dico:

"Ti va della Coca-Cola?"

"Ben certo!"

Direi che non è che si possa capire nulla di diverso da quello che significa in effetti "bien sûr". Quindi, per citare il buon De Saussure, anche così la cosa "si tiene" [regge].

Quindi, mi chiedo: perché mai rinunciare a una maggiore fedeltà effettuale, quando questa maggiore fedeltà non comporta alcun rischio di fraintendimento e quindi è funzionalmente efficace?

Del resto, in molte aree italiane l'uso del "ben" è diffuso anche più di quanto non sia nell'italiano standard nazionale. Ad esempio, la variazione diatopica sub-standard romagnola usa sempre il "ben gentile!", oppure anche in italiano standard si usa il "ben" nel senso affine a "pur sempre": "sei ben stato capace di..."

Quindi, ancora mi chiedo: dov'è il tabù di "ben certo"? La maestrina dalla penna rossa l'ha proibito alle elementari, in combutta con Perboni?

« Ultima modifica: 12 Ott 2015, 04:14 da Shito »
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline Seppia

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2292 il: 12 Ott 2015, 04:52 »

ma in effetti, perché mai NON lo si dovrebbe tradurre come 'ben certo'?

Perché è sbagliato e non rende quanto "bien sûr" significhi in francese.

Altrimenti perché non tradurlo come "momento angolare"?

Perché in fondo, sei io dico:
"Ti va della Coca-Cola?"
"Ben certo!"

Penso che parli come un imbecille

Comunque veramente, hai scritto un post su come tradurre una cosa da una lingua che nella prima riga dello stesso post dici di non masticare, ma di che stiamo parlando?

Non so chi siano i tuoi interlocutori di forum normalmente, ma qui alcuni hanno anche il pollice opponibile.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2293 il: 12 Ott 2015, 05:25 »
Non ho mai scritto di essere un traduttore dal francese, vero?

Non mi pareva di averlo mai scritto.

Non so perché ti diverti a argomentare con iperboli che sono ben più bislacche dei miei discorsi ipotetici e simbolici (non ho postato una mia traduzione di Candide, ho parlato della ipotetica traduzione di una cosa "minima" come 'bien sûr' - solo per rendere un'idea), ma in effetti io dicevo che il francese lo mastico più parlato che scritto, dato che la mia conoscenza della lingua deriva più dall'aver un po' vissuto la Francia che dall'aver scritto in lingua. Quando si dice 'masticare', sì.

In ogni caso, la tua iperbole del 'momento angolare' non significa nulla. E non hai risposto alla mia osservazione, dato che alla domanda "perché sarebbe sbagliato" rispondi "perché è sbagliato!", che è tipo "perché la mamma mi ha detto così", o scegli tu altra entità ideale a cui derogare il giudizio critichi.

Dici: "non rende quanto "bien sûr" significhi in francese."

Nella mia percezione della lingua (che mastico ma non è il mio forte, ripeto, correggimi seriamente in caso), 'sûr' è 'certo', con usi e senso molto simili al nostro corrispondente, mentre 'bien' è qui usato come un rafforzativo. Ovvero, "bien sûr" è "più sûr" del "semplice" "sûr". Inoltre, nel costrutto idiomatico, mi sembra intesa una certa carica interiettiva/esclamativa, appunto a rafforzare l'affermazione. TI chiedo sinceramente, se sei esperto della lingua: erro nella mia percezione? Magari mi manca anche qualche pezzo.

Però, se è così, io queste cose le ritrovo (ri-sento) nel pur non idiomatico italiano di "Ben certo!". Se dovessi "Adattare" in italiano "bien sûr", personalmente penserei a un'avversativa retorica a rafforzamento, tipo: "Ma certamente!". Ma la mia idea limite/provocazione resta. Mi chiedo sempre che necessità reale ci sia poi nel tentare di 'adattare' l'idiomaticità culturale di una lingua in un'altra. E' un punto di teoria interlinguistica, per me.

Per contro, ho sempre ritenuto errata la traduzione di "Le Petit Prince" ne "Il Piccolo Principe", perché ho sempre inteso quel "Petit" come una preposizione diminutiva, tale e quale a "petite fille" (ragazzina -> bambina femmina) e "petit garcon" (ragazzino -> bambino maschio). Ho sempre inteso che in italiano 'Piccolo Principe' devia la percezione sulla stazza più che sull'età, sulla fanciullezza. Ho sempre quindi inteso "Il Principino", come gli spagnoli (El Principito) o persino i romaneschi (Er Princepetto).

Ma in questo caso, come argomentavo, credo che la maggiore letteralità devii dal senso reale, cosa che paradossalmente non mi pare accadere con una locuzione assai più inusitata quale "ben certo" (per la cronaca, sì, è quello che la Volpa (del Deserto, a.k.a. Fennec per noi) dice tre volte di fila in una pagina. ^^ )
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #2294 il: 12 Ott 2015, 09:02 »
Mi hanno segnalato diversi post nel forum di studioghibli.org. Tra le tante cose interessanti, ne segnalo due formidabili.

La prima. Spesso qui la discussione si è arenata sull'indisponibilità dei testi originali e sul fatto che ovviamente il giapponese lo conoscono in pochi. Qui[/url] l'utente blefaro (peraltro spesso svilito e schernito dal Nostro, che a quanto pare quando non gioca in trasferta si risparmia le galanterie) presta un servizio prezioso mettendo a confronto come quel signore e un traduttore Adelphie hanno tradotto lo stesso estratto di Lolita, di cui si riporta anche l'originale in lingua inglese. Leggete l'una e l'altra versione. E poi provate a pensare a tutti quei film che forse nessuno potrà più restituirci nella nostra lingua.

La seconda, che ora alla luce della prima possono tutti comprendere nella sua drammatica verità, è forse la cosa più bella, emblematica e insieme triste che abbia mai letto sulla questione. Rivolgendosi al Nostro, lo stesso utente, riassume così, a proposito de La Città Incantata:

Citazione
Uno dei significati della Città Incantata è l'importanza delle parole, l'importanza del fatto che nessuno se ne impossessi... lei, imponendo termini e costruzioni "shitesi", di cui sopra e in precedenza ho riportato solo un numero limitatissimo di esempi, si appropria del testo originale, lo manipola, lo trasforma, lo caratterizza fino a renderlo cosa sua... e privando lo spettatore della possibilità di ascoltare qualcosa che assomigli all'originale non solo in senso letterale, ma anche nel tono, nel ritmo, nel respiro.
hahahhaha top! :D Mi inchino a questo maestro della lingua italiana