Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 407394 volte)

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Offline MrSpritz

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1545 il: 08 Apr 2015, 20:19 »
Eh ma chi l'ha tradotta quella citazione?

Comunque la lingua serve a comunicare, se la comunicazione non arriva non può essere solo il ricevente che è troppo ignorante. Anche perché nel recepire qualsiasi opera lo spettatore ci mette del suo, cercare l'oggettività mi sembra un po' un miraggio.

Che poi c'è anche tanta critica che di quel che pensava l'autore se ne sbatte e pensa che l'opera viva di vita propria e cambi nel tempo a seconda dei contesti e spettatori.

Offline TremeX

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1546 il: 08 Apr 2015, 20:28 »
E no, ha ragione Xibal.

Edit: Riferito a Kabu

Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1547 il: 08 Apr 2015, 20:30 »
Eccerto  :D

Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1548 il: 08 Apr 2015, 20:31 »
I tuoi occhi non lo sono?
Voglio credere che i miei occhi siano me, come tutto il resto del mio corpo.
Sai com'è...^^'
Appunto, ognuno ha i suoi, quindi sperare  di eliminare "lenti deformanti" è un'illusione, tanto vale avere qualcosa che sia la più vicina possibile alla fonte, e poi metterci quel proprio da cui non si scappa.
Il problema è che si è trasformato un "non suona bene alle mie orecchie" in un "non è oggettivamente valido/corretto", passando probabilmente per vari "inaudito!" con tanto di monocolo in frantumi.
Il giapponese è una lingua che evoca abitudini, gestualità, forme plastiche prima che astrazioni descrittive di qualcosa, un adattamento che da "all'italiano" si trasformi ne "in italiano" ne svuoterebbe completamente il contenuto, lasciando una sonoramente perfetta vuotezza.
Personalmente preferisco il metodo Cannarsi, e poi ci penso io a farmi rapire da quello "straniamento" verso l' approfondimento accademico, o magari un più semplice afferrare intuitivamente l'imago che si celi dietro la parola.
Ma appunto è una preferenza, forse l'unica in questa sede che andrebbe davvero astratta per riacquisire il suo reale peso...
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)

Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1549 il: 08 Apr 2015, 20:34 »
Questi 3 punti secondo me sono fondamentali, forse dovreste rifletterci un po' di più:

Perché il film di un autore che non siamo noi è "altro che noi". E' alia. E' l'altro. E' il diverso. E se lo ami, lo vuoi conoscere. Se lo vuoi rendere simile a te, per il tuo comodo, per il tuo agio, non lo ami. Lo vuoi solo usare.

Citazione
L'esempio del 'vecchio' Sen&Chihiro non è l'esempio del peggior adattamento italiano, ma della fascia medio-alta del livello dei nostri adattamenti.

Perché se rifiuti l'unica strada di conoscenza reale che ci è data, lo studio e la comprensione dell'altrui tramite la conoscenza veritiera, allora non adori lui, ma una sua distorta immagine che ti sei creato nella testa riflettendo te stesso nell'arte altrui. Ahi, quanto narcisismo crede di essere amore!
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Offline TremeX

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1550 il: 08 Apr 2015, 20:35 »
Ora, effettivamente per dire la stessa cosa, bisognerebbe dire 'sbattersi inutilmente'.
... Oppure... 'darsi la pena'... È abbastanza negativo.
Cmq nn sono d'accordo sulle affermazioni sull'estetica di Shito. Manco su quelle.

La giustezza crea il bello? No. Una ghigliottina perfetta, calibrata, oliata, che decapiti tua figlia, non può in nessun modo umano apparirti bella. Ci vuole anche il buono. E il buono che manca negli adattamenti, parlando di estetica.

Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1551 il: 08 Apr 2015, 20:40 »
Appunto, ognuno ha i suoi, quindi sperare  di eliminare "lenti deformanti" è un'illusione...
Non capisco se tu mi stia prendendo in giro o no.
"Lenti deformanti" sono qualunque agente si frapponga tra autore e fruitore?
Mi tocca anche spiegarlo?
 :D
Vabbè...

Comunque è come dici tu, sono questioni di preferenze.
Il dramma che vivo è legato al fatto che non mi sia ancora riuscito di trovare un adattamento valido per le opere di Miyazaki, in Italiano.
Teniamoci il meno peggio, allora, tanto non ci si può far niente.
Tanto oramai i dischi della LR non li compro neanche più, per i BD andrò quando potrò, al mercato estero.
Speriamo al prossimo giro, dai.

Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1552 il: 08 Apr 2015, 21:08 »
Il dramma che vivo è legato al fatto che non mi sia ancora riuscito di trovare un adattamento valido per le opere di Miyazaki, in Italiano.
Quali sono i tuoi criteri per definire un adattamento "valido"?
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Offline Account_191220

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1553 il: 08 Apr 2015, 21:12 »
Che sia il giusto compromesso tra traduzione fedele e scorrevolezza nella nostra lingua.
Qual'è il giusto?
Beh...è quello giusto, no?

Però se vuoi ti dico quello che non mi garba, di adattamento.
:)

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1554 il: 08 Apr 2015, 21:33 »
Quali sono i tuoi criteri per definire un adattamento "valido"?
Immagino qualcosa che traduca "gli strinse la mano" e non "gli scosse la mano".
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1555 il: 08 Apr 2015, 22:00 »
Mentre i kami sono... kami, non necessariamente dei in senso stretto ma più entità sovrannaturali che controllano ogni aspetto della vita di un giapponese. Dal mare al sole alla fertilità, ma anche a cose più specifiche come, chessò, cani e gatti.

Ache qui ha un'idea molto vaga, mutuata da non so quali studi probabilmente superficiali e occidentalisti.

Magari ha letto questa dichiarazione di Miyazaki.

"In my grandparents' time, it was believed that spirits existed everywhere -- in trees, rivers, insects, wells, anything. My generation does not believe this, but I like the idea that we should all treasure everything because spirits might exist there, and we should treasure everything because there is a kind of life to everything."

Appunto quel che dicevo. E' una traduzione inglese. ^^;
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1556 il: 08 Apr 2015, 22:04 »
La giustezza crea il bello? No.

Ahem, *NELLA TRADUZIONE*.

La traduzione è una *copia* *tradotta* di un'originale che esiste già.

L'originale vive di un bello originale. Qui la 'correttezza' non è prescrittiva, anzi la categoria neppure si applica! Perché una creazione pura, non c'è un referente a monte, giusto?

Ma una traduzione?

Una traduzione DEVE aderire al suo originale, non deve creare nulla. Deve riportare quanto più fedelmente quanto venne creato dove ve n'era luogo: nella creazione originale.
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1557 il: 08 Apr 2015, 22:10 »
Quali sono i tuoi criteri per definire un adattamento "valido"?
Immagino qualcosa che traduca "gli strinse la mano" e non "gli scosse la mano".

E' molto comodo prendere a esempio costrutti idiomatici tanto compatti che alcuni linguisti li considerano una sola 'parola', credo 'parola polilessemica' (forse, ma forse non ricordo), tipo 'messa-in-scena', etc. ^^;

Ah, "It's raining cats and dogs" NON vuol dire che 'piovono cani e gatti", neppure in inglese - dico. Anche se tutti, senza sapere cosa davvero significi, lo prendono a esempio di "non si può tradurre letteralmente". Ah, quante fandonie!

Sulla funzionalità della comunicazione.

Dire 'mi suona strano' e dire 'NON SI CAPISCE' sono altra cosa. Benché entrambe le locuzioni vivano di soggettività, sono comunque diverse tra loro.

Esempio (REALE):

Quando in giapponese c'è il cortese 'ohayou gozaimasu' io lo rendo come 'le auguro un buon giorno', laddove il solo 'ohayou' è 'buongiorno'.

Questo permette di mantenere una variazione di registro lingustico/relazionale che caratterizza i personaggi.

Ora, qualcuno dice: ma nessuno usa "le auguro un buongiorno".

Beh, a parte che io per uno lo uso, e conosco altri che lo usano, la domanda è: con "le auguro un buongiorno" si può capire altro di quel che significa? Sinceramente?

Anche chi dice "suona strano", cosa mai capirà?

Ecco.

Per questo dico che un certo tipo di lamentela è un po' un dimenarsi per "lo voglio più simile a me! più comodo per me! più piacevole per me!" che si nasconde dietro discorsi falsamente oggettivizzati.
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Offline Gold_E

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1558 il: 08 Apr 2015, 22:15 »
Ma il punto della questione, non è cosa fa dire nell'opera originale l'autore ai vari personaggi? Mi spiego meglio, se in giapponese "gli strinse la mano" si scrive in un modo che tradotto letteralmente sarebbe "gli scosse la mano" ma che è solo il loro normale modo di esprimersi in quella situazione, allora sarà sensato tradurre "gli strinse la mano" in italiano, al contrario se l'autore nell'originale fa parlare i personaggi in maniera "strana" è giusta che la stranezza venga riportata anche nella traduzione. Altro esempio che mi viene in mente riguardo Miyazaki, spesso i bambini si rivolgono alle vecchiette chiamandole "nonnina", ora, se questo è un modo di dire giapponese non lo trovo corretto riportarlo uguale in italiano, perché i nostri bambini non parlano così, se invece è Miyazaki che glielo fa dire allora ha senso riportarlo anche nella traduzione.
GOLD EXPERIENCE REQUIEM POTERI:                         
Le sue emanazioni azzerano il potere, le azioni e la volontà di chi lo attacca. Chi resta colpito fisicamente da Requiem vede la propria morte riportata a zero, e continua a riviverla ogni volta.

Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1559 il: 08 Apr 2015, 22:32 »
Se usano sempre lo stesso termine per chiamare la propria nonna allora usi "nonna". Se esistono vari termini allora nella traduzione devi rendere vari termini, non puoi appiattire tutto usando un termine solo. Se loro usano 3 modi per dire "buongiorno", allora è giusto usare 3 modi anche in italiano. "Le auguro buongiorno" secondo me rende bene il "gozaimasu" e sta bene anche nel labiale perché "ohayogozaimasu" è parecchio lungo. Se non volete vedere prodotti di culture tanto distanti guardatevi Walt Disney e basta.
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