Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 407397 volte)

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Offline TremeX

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1410 il: 01 Apr 2015, 14:36 »
Tradurre vuol dire tradire, non si scappa.
E il giapponese arcaico può suonare diverso a un giapponese di come l'italiano di merda suoni a un italiano.

Il giapponese medio può magari apprezzare il giapponese (lingua) antico, ma l'italiano medio (e in questo ha ragione) può schifare il fiorentino.

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1411 il: 01 Apr 2015, 18:10 »
Linko (e quoto) un commento molto intelligente che inquadra perfettamente quelli che per me sono i limiti della politica Cannarsi. Ah, l'autore (Saibankan) sembrerebbe conoscere discretamente il giapponese, o almeno circostanzia ottimamente le critiche.

Link: http://www.animeclick.it/news/40064-si-alza-il-vento-lancia-in-volo-la-tua-recensione

Citazione
La tua grammatica è perfetta. Il problema è che la costruzione delle frasi e il lessico scelto hanno una personalità TROPPO spiccata. Si può riconoscere un tuo adattamento dopo una decina di frasi avendo la certezza che si tratti di un tuo lavoro, senza averlo letto da nessuna parte. Un adattamento dovrebbe scomparire nel prodotto, non omologarlo in un sistema di codifica riconoscibilissimo.
Esempi:
- Perché quasi ogni volta che si presenta la particella "Ne?" di fine frase traduci con il perfetto corrispondente "Eh?". In giapponese è un conto, è usatissimo, come dire ciao, allo stesso modo in cui in inglese è usatissimo dire "don't you?". In italiano è usato, ma non così tanto, se abusato in maniera massiccia denota una peculiarità del lessico abbastanza unica nel suo genere. Per dire, "Perbacco" è una parola usata, ma non abusata. Se tutti i personaggi di un film dicessero "Perbacco" farebbe un effetto strano, sembrerebbe un microcosmo estremamente unico nel suo genere. Lo stesso accade abusando della particella "Eh?" che può essere tranquillamente sostituita con "Vero? Giusto? Dico bene? Sì? No? Sì o no? Sbaglio? Ho ragione? Non ho ragione? ecc." per rendere i discorsi più fluidi.

- Perché, appunto, allo stesso modo quasi ogni volta che si presenta la parola "Yappari" traduci con "E infatti?". Nemmeno questa specie di locuzione è particolarmente usata in italiano. Sì, è usata, ma se in un film la pronunciano 5 personaggi diversi in 20 frasi il loro lessico viene notevolmente appiattito, risulta poi lampante che tutti i dialoghi dei personaggi siano stati scritti da una persona sola, facendo crollare il teatrino e distogliendo dall'immedesimazione nell'opera.

- Perchè l'uso di tutte quelle forme passivanti e impersonali? Esempi da Porco Rosso:

"Al più presto si dovrà fare una revisione."
"Per chi rimanesse esclusa sarebbe spiacevole, no?"
"Apposta avevamo chiesto se bisognasse portarle via tutte...!"
"A stare a divertirvi da queste parti finirete per farvi rapire in compagnia!"
"Il canto si ascolta in silenzio."

Questa non è che l'eredità di una troppa fedeltà alla sfumatura della forma originale giapponese. Ho capito che è importante essere fedeli, e lo condivido. Ma l'italiano ha forme diverse dal giapponese, e soprattutto una differenza nella prassi d'uso e nel consolidamento di una frequenza d'uso. Una cosa che non ha deciso nessuno, l'ha deciso la gente nel corso dei secoli per abitudine. Per lo stesso discorso, nei tuoi dialoghi ricorre costantemente la forma della "Post-spiegazione" di una proposizione, propria del parlato giapponese. Altri esempi da Porco Rosso:

"Presto venite! CHE c'è tanto da fare, insomma!"
"Solo per un pochino, eh! CHE in effetti non potreste mica."
"Ma cosa c'è questa sera? CHE si sono riuniti tutti i grand'uomini."
"E così gliel'ho spiegato. CHE mi sono sposata con piloti di idrovolanti per tre volte."
"Marco, ti ringrazio. DI restarmi sempre accanto."
"Non pensare di strapparla. CHE è l'unica e sola foto rimasta
del tempo in cui eri un essere umano, Marco."

Tu dirai: "In originale è così, quindi devo mantenere la forma." No. Perché nel giapponese certi modi di dire sono peculiari, se riprodotti in italiano i discorsi non fanno che diventare petulanti, pedanti, leziosi, ripetitivi dove non serve ed alienanti.
I tuoi dialoghi sarebbero PERFETTI per dei sottotitoli, così una persona che conosce il giapponese ma ha ancora delle difficoltà riuscirebbe a seguire il parlato e a capire ciò che non capisce leggendo la traduzione a schermo. Ma in un doppiaggio il processo è diverso, va rivolto a italiani che devono trovare la stessa empatia del pubblico d'origine.

P.S. La risposta di Cannarsi poco più sotto è un fulgido esempio di ciò che non funziona nei suoi lavori. E non si tratta di conoscere o meno il giapponese, ma di una politica di adattamento che non condivido in nessuna minima parte. Ed è un peccato, perché un tale rispetto delle opere di origine  meriterebbe di veder coronati adattamenti con ben'altro scopo che non quello di conformarli ad una propria etica così rigida e singolare.
« Ultima modifica: 01 Apr 2015, 18:16 da Wis »
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Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1412 il: 01 Apr 2015, 18:24 »
Citazione
Quindi, sì: nei miei adattamenti DA GIAPPONESE troverai anche molte concessive preposte alla principale. Perché il giapponese è così. Perché i giapponesi parlano, ovvero pensano, così. E così deve restare in traduzione - ripeto: FINTANTO che la lingua d'arrivo resti CORRETTA.

Non la "cifra stilistica di Gualtiero" che rilevi nei miei adattamenti. E' la "cifra stilistica del fatto che l'originale è giapponese". Il fatto che tu l'associ a me invece che al giapponese per sé è la prova di qualcosa di molto triste: che tutti gli altri traduttori 'italianizzano' il giapponese al punto che una loro traduzione da giapponese, inglese o russo risulterebbe in un italiano identico. questo è male, è sbagliato, è insensato, e quindi io lo dirò anche "brutto".

Ma se traducessi un'opera inglese, credo che tu troveresti un italiano tutto diverso da quello che trovi nei miei adattamenti da giapponese. Poi però, se tu leggessi dieci mie traduzioni dall'inglese, cominceresti a trovarvi un comune denominatore. E questo non discenderebbe da una mia volontà, ma dal fatto che il loro originale linguistico sarebbe comune.

No.

Solo, NO.

La parte sottolineata solo per fare un attimo ragionare sull'umiltà, visto che è una qualità tirata in ballo prima.
Rispetto molto il fatto che abbia una visione e la persegua. Rispetto un po' meno il fatto che parta da questa convinzione per dare dell'incompetente a tutto il resto del mondo. Perché a quanto ne so lui è l'unico che adatta così.
E facciamocele, 'ste due domande sul perché.
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Offline atchoo

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1413 il: 01 Apr 2015, 18:26 »
Mai passato qua?

http://www.studioghibli.org/forum/

Trovi tante domante e tante risposte. :)

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1414 il: 01 Apr 2015, 19:01 »
Io me le sono fatte e mi sono dato una risposta.
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Offline Ifride

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1415 il: 01 Apr 2015, 19:02 »
Grazie Wis per l' l'intervento di quel utente e di Cannarsi! (non sono sarcastico).
Bravo, cercando delle fonti attendibili hai fatto il passo giusto verso una critica sensata.  :)
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Offline MrSpritz

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1416 il: 01 Apr 2015, 19:14 »
Quindi fa il calco della sintassi giapponese perché pensa che ci sia un'identità tra struttura grammaticale e modo di pensare.

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1417 il: 01 Apr 2015, 20:02 »
Credo che lo faccia per il timore un po' paranoico di 'perdere' qualcosa nell'adattamento.
Cercando di annullare sé stesso nelle sue produzioni in realtà proietta TROPPO sé stesso, IMHO.
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Offline The Fool

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1418 il: 01 Apr 2015, 20:10 »
Hotaru no Haka è un film per bambini tant'è che i genitori si sono lamentati perché era troppo crudo. Insomma magari è uscito male, ma era un film per bambini. Al cinema c'erano i bambini, è per questo che i genitori hanno criticato. Poi è chiaro che è più crudo di Ponyo, ma grazie al cavolo. Non è neanche un film di Miyazaki, tra l'altro. È tratto da un romanzo e Miyazaki non appare nei crediti da nessuna parte.

Death Note è un fumetto per ragazzini. Che tematiche tratta? In che modo le tratta? Rimane un fumetto per ragazzini, come Hokuto no Ken. Non è che siccome c'è la morte allora è roba per adulti, si vede che conoscete molto poco il Giappone. Che poi "per bambini" non è un insulto, qua pare che lo pigliate come insulto. Per bambini non vuol dire che facciano schifo.
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Offline TremeX

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1419 il: 01 Apr 2015, 20:37 »
Oggi è stato illuminante. Grazie a tutti.

Offline Cryu

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1420 il: 02 Apr 2015, 10:55 »
Link: http://www.animeclick.it/news/40064-si-alza-il-vento-lancia-in-volo-la-tua-recensione
Questa pagina è tipo l'incubo di qualsiasi traduttore, in cui si avverano tutti gli errori di metodo possibili nella professione. Non so, mi sono sentito come una suora catapultata sul set di uno snuff-movie. Certe risposte di quel signore navigano tronfie nel torto marcio e surreale come solo... boh, come solo questo.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1421 il: 02 Apr 2015, 11:11 »
Ma vorrei avere le vostre certezze, davvero.
Guarda che scrivi nello stesso identico modo in cui scrivono gli altri: ovvero dall'alto delle tue certezze.
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Offline Cryu

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1422 il: 02 Apr 2015, 11:37 »
Vena di Wisky incoming.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1423 il: 02 Apr 2015, 11:44 »
Vorrei aver scritto la risposta a Cannarsi data da quell'utente citato da Wis.
Per quanto mi riguarda i dialoghi adattati da lui suonano dal male al molto male in italiano, per quanto corretti.

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #1424 il: 02 Apr 2015, 12:16 »
Guarda che scrivi nello stesso identico modo in cui scrivono gli altri: ovvero dall'alto delle tue certezze.
Sì ma io ho più passione. :yes:
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