Secondo me siete troppo severi però. Per quanto sia vero che si comporti da imbecille, va giudicato per quello che è: un ragazzino. Non è vero che non si impegna, solo vive nella infantile illusione di potersi infilare in una grotta e sopravvivere alla giornata.
Se non fosse ambientato durante la seconda guerra mondiale ti darei anche ragione. Ma...
Dubito che nel Giappone degli anni 40 un ragazzino comune potesse avere un carattere così.
Si comporta così perché è di "buona famiglia", visto che il padre è un ufficiale. Infatti assomiglia molto di più ad un ragazzino svogliato e viziato dei giorni nostri. O ad un hikikomori, se preferite.
In un mondo normale gli adulti lo avrebbero fermato, si sarebbero preoccupati, nel suo lo abbandonano a se stesso. Può sembrare assurdo, ma non credo si renda davvero conto delle condizioni della sorella altrimenti avrebbe rinunciato all'orgoglio. Spera in un miglioramento improvviso, scioccamente certo, ma non lo fa per egoismo.
Ma la zia si preoccupa per lui!
Cerca di reinserirlo nella società, per come era la società al tempo.
Ora non ricordo bene, ma mi sembra che gli fa vendere gli oggetti di lusso ereditati per comprare del riso e lo punisce perché non vuole andare a scuola. Non mi sembra nulla di così eclatante.
In una situazione normale, senza guerra, a quel punto sarebbe finito all'orfanotrofio. Separato dalla sorellina.
Con dei parenti più bastardi ci sarebbe finito anche prima.