La tomba delle lucciole: il regista Takahata Isao ha perso la voce per quanto gridò "non è un film sulla guerra", eppure il film è stato preso (e celebrato!) per quello. Per il regista, si tratta di un film sulla reazione 'viziata' di un ragazzino che 'rifiuta la realtà' in un tempo in cui 'rifiutare la realtà' non era proprio una possibilità. Takahata sostiene che per lui il film sta tutto nel "ma questo ragazzino, che ha combinato?". Sostiene che Seita, al tempo, si comportò in un modo che sarebbe stato forse poi tipico dei figli del benessere, i ragazzi degli anni 80, ma che al tempo di Seita era inusitato.
Questa è una cosa di cui non mi capaciterò mai neanche io.
La guerra è presente solo nella prima parte del film, ed è tranquillamente sostituibile con una calamità naturale come contributo alla trama.
Il resto racconta di come il protagonista rifiuta ogni tipo di compromesso per continuare a vivere, una volta venuti a meno i genitori.
Forse la colonna sonora strappalacrime spinge più a sentimenti di compassione, però bisogna proprio chiudere gli occhi sul comportamento del protagonista.
Ritengo comunque che il comportamento del protagonista sia ben contestualizzato, la sua famiglia è abbiente per via del padre militare. Chiaro che non ho idea di che tipo di ambiente potesse essere in quell'epoca e in Giappone, però riesco facilmente ad inquadrarlo come "figlio del benessere". Non avendo mai lottato per nulla non è in grado di lottare quando serve. Ci prova anche in qualche situazione, poi molla.
Capisco che il regista possa essere dispiaciuto per come è stata travisata la sua opera, però alla fine ha ottenuto successo proprio per questo. Inoltre buona parte del film spinge a compatire il protagonista, proprio per la regia...