Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 396658 volte)

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Offline nikazzi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #705 il: 31 Ott 2013, 13:45 »
Mi state facendo venire voglia di rivederlo. Anzi, farò proprio così ^^'
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #706 il: 31 Ott 2013, 14:42 »
Peraltro, se ci fate caso, quando Kiki incontra per la prima volta le ragazzine di città (incrociandole mentre va a far spesa la prima mattina), le 'ragazzine di città' stanno facendo esattamente quello che le ragazzine di campagna facevano intorno a Kiki al momento della sua partenza: le stupidine. C'è una che si vanta, che se la tira un po', e in campagna era proprio Kiki in questo ruolo, e le altre che fanno chiacchiera. C'è un parallelismo molto schietto. Solo che nel primo caso Kiki era integrata: era il *suo* gruppetto, nel *suo* ambiente. Nel secondo caso, Kiki è l'outsider. E quindi, da outsider, lei stessa osteggia le altre. Non prova neppure per un secondo a capire la diversità, lei per prima. Anche se in effetti l'ospite è lei.

Ovviamente non le sto additando alcuna malizia. Solo, mi permetto di consigliarvi di non provare a vedere questo film come un film in cui ci siano 'buoni e cattivi', 'bravi e brutti', 'gentili e stronzi'. La realtà difficilmente è così dicotomica, e questo è il film più realistico che Miyazaki abbia mai fatto - per questo è il mio preferito in assoluto! :-)
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline Wis

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #707 il: 31 Ott 2013, 16:23 »
Sono perfettamente d'accordo, anche perché quello che Kiki vede nella nipote della signora, per esempio, è un atteggiamento non dissimile da quello che mostra lei all'inizio del film nei confronti dei suoi genitori, ovvero un po' viziato e menefreghista.
E proprio per il motivo cui fai riferimento tu (è un film molto misurato e realistico) la scena finale mi sembra stridere particolarmente.
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Offline Claudio1885

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #708 il: 31 Ott 2013, 16:44 »
Shito, ho letto i tuoi interventi e vorrei ringraziarti sinceramente per gli approfondimenti che stai offrendo sul tuo modo di lavorare. L'adattamento è un campo che mi interessa molto, ma lo approccio sempre con lo spirito del curioso, perché intimidito dalle capacità e dalle conoscenze necessarie per comprenderlo appieno.

Nelle "traduzioni immaginarie" che faccio dei vari film, serie TV, videogiochi che seguo, c'è sempre il dilemma della legnosità di una traduzione letterale e la gradevolezza di una più arbitraria, con tutti i problemi etici che ne conseguono. Nutro un grande rispetto per il testo originale e spesso mi avvilisco vedendo come in Italia molte cose vengano stravolte sull'altare di un pragmatismo divenuto ormai consuetudine.

Chapeau :)

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #709 il: 31 Ott 2013, 18:05 »
Dato che sono un chiacchierone, vorrei ora lasciare la parola a... Miyazaki Hayao! :-)

Incollo di seguito la traduzione (supervisionata da me personalmente, indi mi assumo responsabilità di correttezza) del 'progetto originale' di Majou no Takkyuubin, che era contenuta anche nel pressbook ufficiale di Lucky Red per il film (è una cosa davvero bella, che lo fosse!).

Le evidenziature sono mie, invece. ^^

Citazione
Il romanzo originale, Kiki - Consegne a domicilio, scritto da Eiko Kadono, è una splendida opera di letteratura per l'infanzia che raffigura con grande calore l’abisso che separa indipendenza e dipendenza nelle speranze e nello spirito delle ragazzine giapponesi di oggi.
Una volta, i protagonisti delle storie per ragazzi ottenevano l’indipendenza economica, che allora coincideva con quella psicologica, dopo aver superato delle difficoltà. Tuttavia, nella società di oggi, in cui chiunque può guadagnare denaro passando da un impiego temporaneo all’altro, non c'è collegamento tra indipendenza economica e indipendenza psicologica. Nella nostra epoca, la povertà non è più tanto materiale, quanto spirituale.
In un’epoca in cui lasciare la sicurezza della propria casa non è più niente di speciale, e vivere tra estranei non significa niente più che andare al minimarket per trovare ciò di cui si ha bisogno, raggiungere una vera percezione di indipendenza può essere più difficile che mai, poiché richiede un processo di scoperta dei propri talenti e dell'esprimere se stessi.
L’unica capacità insolita posseduta dall’eroina della storia, la tredicenne Kiki, è quella di saper volare. Inoltre nel mondo di questa storia le streghe non hanno molti talenti in più delle ragazze normali. Kiki ha l'obbligo di vivere per un anno in una città sconosciuta e mettere in atto il proprio talento per farsi riconoscere dalla gente come una strega a tutti gli effetti.
È come per il caso di qualcuno che volendo fare l'animatore  arrivasse da solo a Tokyo. Si dice che oggi ci siano circa 300.000 giovani che sperano di lavorare nell’animazione. Fare l'animatore non è poi un lavoro così strano. È relativamente facile cominciare e arrivare a guadagnarsi più o meno da vivere. Ma una particolarità della vita moderna è che, una volta che i bisogni quotidiani sono soddisfatti, comincia il vero problema della realizzazione personale. Kiki è protetta dalla vecchia ma ben conservata scopa della madre, ha la radio che le ha regalato il padre, e un gatto nero col quale ha così tanta intimità da essere quasi una parte di lei, ma l'animo di Kiki oscilla tra estraniazione e desiderio di compagnia umana. Nella sua vita vediamo riflesse le vite di così tante ragazzine giapponesi di oggi, che sono amate e sostenute economicamente dai loro genitori, ma che sognano le luci della città, dove stanno per recarsi per rendersi indipendenti. Anche la debolezza della determinazione di Kiki e la superficialità della sua comprensione del mondo si riflettono nel mondo giovanile contemporaneo.
Nel romanzo originale, Kiki risolve i suoi difficili problemi grazie al suo animo buono per natura. Al tempo stesso, la cerchia dei suoi amici si allarga. Nella trasposizione cinematografica si è dovuto apportare qualche cambiamento. Il processo di sviluppo del suo talento è certamente piacevole, ma la psicologia delle ragazzine che vivono oggi nella capitale non è altrettanto semplice. Il problema principale per molte ragazze è battersi per sfondare la barriera dell’indipendenza, e ci sono troppe persone che ritengono di non aver mai ricevuto un singolo sostegno. Abbiamo pensato dunque che in questo film avremmo dovuto trattare seriamente il problema dell’indipendenza. Dato che i film creano sempre un’atmosfera più realistica, Kiki patirà più dure difficoltà e soffrirà la solitudine più che nell’originale.
La prima immagine di Kiki che si avrebbe incontrandola sarebbe quella di una ragazzina che vola nel cielo notturno della capitale. Molte luci brillano, ma non ce n’è nessuna che rappresenti per lei un cenno affettuoso. Lei è estraniata mentre vola nel cielo. Si pensa comunemente che la capacità di volare significhi libertà dalla terra, ma la libertà è accompagnata dall’angoscia e dalla solitudine. La nostra eroina è una ragazzina che ha deciso di identificarsi nella sua capacità di volare. Già molti cartoni animati per la televisione che trattano di streghette sono stati realizzati prima di questo, ma la magia è sempre stata il mero mezzo di realizzazione dei sogni delle ragazzine. Le quali diventavano sempre delle piccole star senza problemi. La strega di Kiki - Consegne a domicilio non possiede questo comodo genere di potere magico.
I talenti da strega di questo film sono davvero poco più di quelli posseduti da qualsiasi ragazzina reale.
Stiamo progettando un lieto fine. Mentre Kiki vola sulla città sente un legame forte che la unisce alla gente che vive lì sotto, ed è felice di essere se stessa. Speriamo di riuscire a rendere il film abbastanza convincente da far concludere agli spettatori che il finale è positivo, piuttosto che farli meramente sperare che lo sia.
Penso che questo film raggiungerà il suo obiettivo, che è quello di trasmettere un senso di solidarietà ai nostri giovani spettatori: le ragazzine del mondo di oggi che non rinnegano la gioia della gioventù, ma che non se ne lasciano trascinare via, divise tra libertà e dipendenza (già che tutti siamo stati ragazzi un tempo, e i più giovani membri del nostro staff vivono oggi questi stessi problemi).  Allo stesso tempo, sento che il potenziale fondamentale di questo film quale prodotto di intrattenimento risiede in questo punto, e che susciterà l'immedesimazione degli spettatori.

– Hayao Miyazaki
1989

Di mio, trovo semplicemente meraviglioso quanto di concreto ci sia dietro al progetto. Il riferimento alla società giapponese coeva al film, alle ragazzine e ragazze giapponesi del tempo. Miyazaki aveva in testa tutto questo, quando ha fatto il film. Si crede e si dice sempre che l'arte sia una cosa universale, perché ci si sente romantici e ispirati nel dirlo, ma la verità -io credo- è che un uomo può parlare solo per sé, per quello che ha vissuto e pensato. Ogni uomo è solo un singolo uomo. Per questo credo sia sempre bello, arricchente e spesso necessario addentrarsi nel mondo lontano di un uomo lontano, quando si vuole fruire davvero l'opera di un autore straniero. :-)

Il parallelismo con i lavoretti temporanei (arubaito) dei giapponesi 'freeter', il poter vivere una 'finta indipendenza' materiale nella solitudine alienante della città, la difficoltà di scolpire la propria personalità adulta... non trovate che siano temi più attuali che mai?
« Ultima modifica: 31 Ott 2013, 18:13 da Shito »
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline eugenio

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #710 il: 31 Ott 2013, 18:24 »
Il parallelismo con i lavoretti temporanei (arubaito) dei giapponesi 'freeter', il poter vivere una 'finta indipendenza' materiale nella solitudine alienante della città, la difficoltà di scolpire la propria personalità adulta... non trovate che siano temi più attuali che mai?

Sono temi eterni.

Grazie per la condivisione.

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #711 il: 31 Ott 2013, 18:44 »
Grazie a tutti per la partecipazione e l'interesse, piuttosto. :-)
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Offline Giobbi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #712 il: 31 Ott 2013, 19:49 »
« Ultima modifica: 31 Ott 2013, 19:52 da Giobbi »

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #713 il: 02 Nov 2013, 03:07 »
"La solitudine è il prezzo da pagare per essere nati in un'epoca così piena di libertà, di indipendenza e di egoistica affermazione individuale." (Natsume Souseki)

Offline Giobbi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #714 il: 02 Nov 2013, 21:24 »
Argh che eravamo convinti di vedere porco rosso in blu ray in italiano questa sera, cerca cerca nei mobili che ero convinto di averlo e invece...

Ehm non esiste controllando amazon :(

Offline Il Gladiatore

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #715 il: 03 Nov 2013, 19:21 »
Salve a tutti. Metto piede su questo forum dietro invito di un utente che mi ha gentilmente segnalato la discussione che riguardava il mio lavoro e il mio modo di lavorare. Colgo occasione per complimentarmi per la pulizia, l'ordine, l'eleganza della grafica del forum che lo rendono molto fruibile, leggibilissimo, e sono un meraviglioso biglietto da visita per contenuti e postatori. Sapete com'è: "dimmi dove posti, e ti dirò chi sei..." ^^

Comunque, l'argomento in discussione - che ho recuperato leggendo alcune delle ultime pagine del thread, è assai trito. Non intendo così svalutarlo, ma prima di darmi a papiri sui massimi sistemi (in genere si finisce sempre lì), vorrei piuttosto partire dal particolare, e applicare quindi una logica inversa, non induttiva (dal generale al particolare) ma deduttiva (dal particolare al generale).

Incantato da queste considerazioni e da quelle che sono seguite, ti riprendo solo in questo aspetto più filosofico visto che hai scambiato deduzione con induzione.
Detto questo complimenti e grazie ancora. :)

In ogni caso, una volta vorrei farti leggere un saggio prodotto nel corso di un seminario all'università che, partendo da Princess Mononoke, analizza il rapporto tra ineludibilità della guerra sia da un punto di vista umano che da quello naturale, inteso come contrapposizione di opposti.  :)
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #716 il: 05 Nov 2013, 19:53 »
Chiedo scusa per la confusione tra induzione e deduzione e ringrazio per la correzione. :-)

Vado a editare! ^^;
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Offline Shito

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #717 il: 05 Nov 2013, 19:56 »
Argh che eravamo convinti di vedere porco rosso in blu ray in italiano questa sera, cerca cerca nei mobili che ero convinto di averlo e invece...

Ehm non esiste controllando amazon :(

Uscirà a breve. :-)
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Offline Giobbi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #718 il: 06 Nov 2013, 10:09 »
 Benissimo! :)

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Invece passando a quasi altro segnalo questo cd che non conoscevo:
http://www.amazon.it/Tokyo-Concert-Joe-Hisaishi/dp/B00008VR6K/ref=sr_1_11?s=music&ie=UTF8&qid=1383728866&sr=1-11&keywords=hisaishi+joe

ed oltre a qualcosa Ghibli ha parti di Brother tutte orchestrali e sostanzialmente meglio all'ascolto della colonna sonora originale, che conteneva elettronica invecchiata maluccio cosa successa ad Hisaishi anche in altre produzioni.

Restando più in tema ora sugli amazon europei trovate diversi cd sountrack dai film Ghibli, in edizione CREDO tedesca.

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Ghibli museum, corti: http://www.dailymotion.com/video/x2v1ec_cours-metrages-ghibli_shortfilms?search_algo=2
« Ultima modifica: 06 Nov 2013, 13:05 da Giobbi »

Offline Giobbi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #719 il: 06 Nov 2013, 13:08 »