Salve a tutti. Metto piede su questo forum dietro invito di un utente che mi ha gentilmente segnalato la discussione che riguardava il mio lavoro e il mio modo di lavorare. Colgo occasione per complimentarmi per la pulizia, l'ordine, l'eleganza della grafica del forum che lo rendono molto fruibile, leggibilissimo, e sono un meraviglioso biglietto da visita per contenuti e postatori. Sapete com'è: "dimmi dove posti, e ti dirò chi sei..." ^^
Comunque, l'argomento in discussione - che ho recuperato leggendo alcune delle ultime pagine del thread, è assai trito. Non intendo così svalutarlo, ma prima di darmi a papiri sui massimi sistemi (in genere si finisce sempre lì), vorrei piuttosto partire dal particolare, e applicare quindi una logica inversa, non deduttiva (dal generale al particolare) ma induttiva (dal particolare al generale).
Mi scuso per i molti errori di battitura di cui, come al solito, disseminerò il messaggio. Sono un pessimo typist e il tempo che posso usare non è mai abbastanza per correggermi. Mi scuso.
Quindi:
Originale (parla Gigi):
"Penso solo che una simile partenza andrebbe preparata più accuratamente"
Nuovo adattamento:
"E che penso che mettersi in viaggio andrebbe fatto con maggiore solennità e cautela"
MACCOSA...?
Magari filologicamente è ineccepibile, ma fa cagare.
A parte 'Gigi' al posto di 'Jiji'... è qui irrilevante, ma freudianamente pare davvero tradire una volontà di italianizzazione a là peggiore Valeri Manera, il punto è: COSA viene detto in originale.
Vorrei che tutti, tutti, partissero da questo. Perché cosa venga detto nell'originale non lo decido io, non lo decidete voi, l'ha deciso Miyazaki. Per la cronaca, il copione giapponese [kyakuhon] di
Majo no Takkyuubin è tutto scritto a mano. Indovinate da chi. ;-)
ちがうよ 旅立ちはもっと慎重におごそかに行うべきとおもうんだよ
(Chigauyo! Tabidachi ha motto shinchou ni ogosoka ni okonaubeki da to omoundayo!)
Vediamo cosa significa questo.
Chigauyo! = letteralmente "è differente!", si usa per esprimere una forte negazione su un'affermazione dell'interlocutore.
Tabidachi: è il 'mettersi in cammino', 'mettersi in viaggio'. NON è 'partenza' (si dice in altri modi), è proprio 'viaggio' (tabi) + 'mettersi in' (dasu)
ha -> particella di tema
motto = di più, maggiormente
shinchou = cautela, prudenza, riguardo, discrezione. Non è 'attenzione', non è una parola (in giapponese) banalissima. Io per uno non l'avevo mai incontrata. Non è la parola di 'sta attento!' (abunai!), o 'fare attenzione' (kyoutsukeru), o 'sicurezza' (anzen). E' proprio quello che ho scritto.
okosoka = solennità, austerità. E' una parola precisa, non avevo mai incontrato neppure questa, si usa per la 'solennità' delle cerimonie.
Okonaubeki = okonau è 'svolgere', non sarebbe semplicemente 'fare', è proprio 'portare a compimento. 'beki' è l'aspetto obbligatirio del verbo, come la perifrastica passiva latina. 'che si deve'.
da = verbo 'essere'.
'to omou' = penso che
ndayo = di nuovo verbo essere, con lo 'yo' rafforzativo di intenzione.
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Dunque, Jiji ribatte a Kiki, che con leggerezza lo prende in giro che prima le metteva fretta, e ora che è arrivato il momento sta a farsi scrupoli che:
"Non è questo [questo che hai detto tutto tu, non è che stia a perder tempo]! E' che penso che il mettersi in viaggio [sia una cosa che] si debba svolgere con più solennità e cautela".
Jiji dice questo.
Semplicemente, esattamente, precisamente questo.
Se ci fate caso, si impettisce anche, quando parla di solennità. Sta predicando. Kiki è un'arruffona: è preda di facili entusiasmi e si lascia trasportare - Jiji lo dirà infatti poco dopo, e lo dirà ancora spesso durante il film. Jiji è la voce della coscienza, che frena gli entusiasmi. Inoltre, rappresenta la tradizione. Ha altre battute in cui parla della tradizione delle streghe. Jiji non parla semplicemente di 'quella partenza', sta dicendo che "partire per il praticantato da strega è una cosa seria, va fatta con ponderazione e cerimonia". Di contro, c'è Kiki che è una ragazzina realistica e corre da una parte all'altra, parla affrettata mentre fa duemila cose alla rinfusa.
Questo è il senso della scena, e infatti la battuta originale di Jiji è perfettamente coordinata a ciò e alla caratterizzazione dei personaggi e al loro rapporto reciproco.
Quindi:
Nuovo adattamento:
"Ché penso che mettersi in viaggio andrebbe fatto con maggiore solennità e cautela"
Mi pare un buon adattamento. Notate come sul finale della battuta Jiji segue Kiki con il muso, e quasi 'si dispera' a starle appresso con gli occhi. Come chi ripete una lezione già detta mille volte, ma sa già che è inutile.
E no, NON è una 'traduzione letterale'. Dire 'traduzione letterale' non è altro che una frase fatta per sminuire, deprecare una traduzione - una cosa che ci hanno (malamente) insegnato al liceo, tipicamente.
E no, NON è che un 'adattamento' possa significare 'riscrivere la frase cambiando i concetti e il loro rapporto in altro modo, a proprio gusto'. Pensare che l'adattamento sia questo non è che un sordido rifugium peccatorum di chi, in ultima analisi, non è in grado di capire profondamente l'originale e non è interessato a renderlo nella propria lingua.
Invece:
Vecchio adattamento:
"Penso solo che una simile partenza andrebbe preparata più accuratamente"
E' semplicemente SBAGLIATO.
E' sbagliato, è un'altra cosa, c'è poco da fare. Jiji NON parla di 'preparare', in originale. Non parla neppure di 'accuratezza'. Questa qui non è una buona resa dell'originale. E' una blanda riscrittura, c'è poco da fare. Il fatto che sia comunque più fedele della media degli adattamenti fatti da altre persone non cambia il fatto.
Il mio vecchio adattamento è maldestro, è impreciso, è al massimo un 5. Forse un 6 scarso ad esser buoni. Che tutti gli altri siano in genere fatti in modo tale da essere sulla media del 2 non c'entra.
Ma voi volete sapere e capire cosa dice un film per quello che dice realmente, o volte semplicemente sentire delle 'frasi che suonino belle al vostro orecchio'? ^^;
Perché alla fine il punto è questo.
Semplicemente questo.
E vedete, io parlo di correttezza. La correttezza è una cosa O B I E T T I V A, non va 'a gusto'.
Il gusto, ognuno ha il suo.
E' per questo che *non si può pensare* di sottomettere il giusto/sbagliato al bello/brutto.
Perché giusto/sbagliato è oggettivo, mentre bello/brutto è soggettivo.
Quindi:
Magari filologicamente è ineccepibile, ma fa cagare.
Sì, è filologicamente ineccepibile (sembra un parolone, ma vuol dire solo: è gusto/corretto) è questo vale per tutti.
Sì, a te 'fa cagare', ma vale per te. Per altri non varrà. O forse sì. Ma non fa niente.
Perché tutti noi sopravvalutiamo l'idea di 'italiano standard' che abbiamo in testa, ma nessuno ha l'italiano 'normale' in testa. Ognuno ha una sua personale 'abitudine' all'italiano. Io stesso. Infatti cerco sui dizionari anche le parole che ho sempre usato, anche quelle banali, per verificarne l'uso. :-)
Ho scoperto solo fa poco (
Mimi wo Sumaseba) che *in italiano* 'fradicio' non vuol dire 'molto bagnato', ma 'marcio'. Nella mia personale percezione, siccome uso 'bagnato fradicio', che sarebbe 'così bagnato al punto di marcire', per me 'fradicio' era stato 'assorbito' da 'bagnato', al punto da diventarne un accrescitivo. SBAGLIAVO! Sono cose indifendibili: SBAGLIAVO! Da dizionario, "pensieri fradici" significa pensieri marci, corrotti, licenziosi. Quindi io butto via la mia percezione, mi correggo, e che mi importa di come "lo sento io"? Io sono uno. Uno non vale a niente. Nessun singolo può valere quando si fa una cosa che vale per tutti. Quindi Shizuku non dice 'ho la testa fradicia', ma 'ho la testa frullata', per rendere "atama ga gujaguja". Questo non è il mio gusto. Non è soggettivo. E' correttezza. E', da un lato, comprensione profonda e precisa del significato della lingua di partenza (il giapponese, nel caso) e dall'altro la resa corretta nella lingua d'arrivo (l'italiano, nel caso). Cosa sia 'giusto' in italiano NON lo decide il mio gusto. Non ragiono così e non lavoro così.
E come è possibile, allora, che una cosa 'imprecisa, solo passabilmente corretta' come il mio vecchio adattamento di Kiki possa 'piacere di più' di una cosa invece assolutamente più corretta, precisa, opportuna?
Abitudine, signori.
Lo so che è brutto accettarlo, ma il gusto umano è al 90% (almeno) abitudine.
Il gusto è imprinting. Quando conosciamo una cosa, il modo in cui la conosciamo mette la bandierina in un'area del nostro cervello. Lo so che a pensarci è umiliante, è una cosa in barba alla nostra bella idea di libero arbitrio e di autodeterminazione, ma accettiamolo: è così. I canoni del bello, in ogni ambito, cambiano nel tempo e nello spazio. Per tutto. La bellezza delle forme, dei suoni, delle persone persino - la storia dell'uomo e dell'estetica umana ce lo insegna. Il bello e il buono sono concetti realativi, endemici, culturali. Perché vengono con l'abitudine, e l'abitudine è indotta dalla consuetudine, e la consuetudine si perpetra con la cultura. Di un tempo, di un luogo. A mille livelli concentrici: il millennio, il secolo, o il decennio dell'infanzia di ciascuno. Il continente, la nazione, la regione, la città, il quartiere, la famiglia di ciascuno.
Ciascuno ha vissuto una sola vita. Nessuno fa base statistica a sé.
Bisogna accettarlo. Questa è la vera umana umiltà.
E non è vero, non è assolutamente vero, che non mi metto mai in discussione.
Lo faccio continuamente. Su OGNI SINGOLA PAROLA, come ho scritto nell'esempio sopra, e sul mio operato nel globale, con constante monitoraggio diacronico.
Chi volesse approfondire, trova un'analisi puntuale del caso '
Laputa vecchio copione contro
Laputa nuovo copione' qui:
http://www.studioghibli.org/forum/viewtopic.php?f=21&t=3672&sid=6490c35f5b3a18504bb525bd3f3b5029C'è analisi puntuale e precisa su molte battute.
C'è un'astrazione stilistica su tutto il copione.
E c'è poi un'analisi onesta dell'effetto sul pubblico, e dell'evoluzione dell'atteggiamento di quello.
Vi avviso che leggendo lì, per chi non l'avesse già fatto (Atchoo, direi), potrebbe farvi sentire a disagio e un po' messi a nudo, se trovate il coraggio di leggere con la necessaria (totale) onestà intellettuale del singolo.
In genere, non ce la si fa. Ma io spero sempre per la minoranza che invece ci riesce.
Ho avuto nel tempo ottimi riscontri, che mi rendono ancora ottimista nel mio pur globale pessimismo. :-)
[edit: molti typoz rimossi ^^; ]