Autore Topic: Studio Ghibli  (Letto 396101 volte)

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Offline Giobbi

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #285 il: 16 Gen 2012, 19:31 »
Non sono le tematiche a stonare ma l'evento/buffonata del ci cade la luna in testa.

Che tra l'altro porterebbe varie conseguenze a livello mondiale... mentre nella storia risulta una robina messa lì quasi per caso, per quel simbolismo avrebbe funzionato meglio qualcosa pià inner world a mio parere... la trovo proprio disarmonica con il resto del film sia perché é un macro evento sia perché non é per nulla approfondito.

E' una roba che stava bene in Laputa o Grandia.

Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #286 il: 16 Gen 2012, 19:41 »
A me pare che non ci sia nulla che venga didascalicamente approfondito in alcuna opera di Miyazaki, così come il fatto che ci sia sempre in ballo la "fine del mondo", in un modo o nell'altro .In Spirited Away il complesso di ristoranti e locali sul luogo delle terme dei kami è una palese immagine dell'opera di distruzione della Natura operata dall'avidità ed ingordigia dell'uomo, in Howl c'è una guerra, ma si tratta sempre di eventi il cui scopo è di far crescere i personaggi in gioco, di rappresentare l'ostacolo apparentemente insormontabile che i protagonisti devono superare per diventare "saggi".
Dal mio punto di vista stona quanto l'arrivo, "per caso", del cacciatore in Cappuccetto Rosso...
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #287 il: 16 Gen 2012, 19:49 »
Cercare un significato nelle fiabe di culture che sono diventate civilizzate molto presto, come quella cinese e giapponese, è un non-sense. I cinesi e i giapponesi sono lontanissimi da ciò che ha dato origine ai simboli delle fiabe e della mitologia. Loro stessi l'hanno dimenticato anche se li usano, per tradizione.
Cosa che del resto accade anche per culture che hanno visto una civilizzazione tarda. E, a dire il vero, vale anche per i pigmei che sono cacciatori, ma cacciatori moderni e 'civilizzati' in definitiva.

Miyazaki attribuisce un nuovo significato a quei simboli antichi. E i significati che attribuisce sono modernissimi e riguardano principalmente l'ambiente e la società di oggi.

Offline Gaissel

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #288 il: 16 Gen 2012, 19:54 »
Il Come, Xibal, il Come. Mannaggia a te :)
E' sempre un grande piacere leggerti, ma lo sarebbe terribilmente di più se non volessi dimostrare a tutti i costi la perfezione delle opere che sai analizzare così magistralmente.
Il fatto è che trascuri completamente il Come per il Cosa, mentre c'è gente che nel cinema cerca il secondo molto più del primo. Inutile il conflitto tra i due tipi di spettatore, visto che non di opinioni si tratta ma di piani analitici differenti ;)
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Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #289 il: 16 Gen 2012, 19:57 »
I cinesi e i giapponesi sono lontanissimi da ciò che ha dato origine ai simboli delle fiabe e della mitologia.
Non confondiamo la tradizione culturale con la cultura.
Nessuno impedisce ad una giapponese di oggi come di 60 anni fa di interessarsi al mondo che lo circondi, non sta scritto da nessuna parte che si scriva o si producano opere a solo uso e consumo del proprio territorio.
Evangelion ne è un esempio lampante, solo per citarne uno dei più conosciuti...
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #290 il: 16 Gen 2012, 19:59 »
I cinesi e i giapponesi sono lontanissimi da ciò che ha dato origine ai simboli delle fiabe e della mitologia.
Non confondiamo la tradizione culturale con la cultura.
Nessuno impedisce ad una giapponese di oggi come di 60 anni fa di interessarsi al mondo che lo circondi, non sta scritto da nessuna parte che si scriva o si producano opere a solo uso e consumo del proprio territorio.
Evangelion ne è un esempio lampante, solo per citarne uno dei più conosciuti...
Parlavo di simboli e significati. La cultura non c'entra.

edit: Miyazaki usa simboli senza conoscerne il significato e ne inventa uno. Va bene così, mica dico di no. Li usa inconsapevolmente. Inventa delle fiabe moderne. Vanno benissimo. Io sono un super fan. Inutile cercare grandi interpretazioni dietro. Sono racconti d'amore, oltretutto, quasi tutti. Amore per la natura e amore tra due picciotti, in genere.
« Ultima modifica: 16 Gen 2012, 20:02 da TremeX »

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #291 il: 16 Gen 2012, 20:11 »
Il Come, Xibal, il Come. Mannaggia a te :)
E' sempre un grande piacere leggerti, ma lo sarebbe terribilmente di più se non volessi dimostrare a tutti i costi la perfezione delle opere che sai analizzare così magistralmente.
Il fatto è che trascuri completamente il Come per il Cosa, mentre c'è gente che nel cinema cerca il secondo molto più del primo. Inutile il conflitto tra i due tipi di spettatore, visto che non di opinioni si tratta ma di piani analitici differenti ;)
Guarda che per me il Come è importante almeno quanto il Cosa, altrimenti non potrei apprezzare autori come Clint Eastwood o Mann (per citarne un paio), che si concentrano sulla seconda e per questo spesso non piacciono.

In Miyazaki il deus ex machina, o la risoluzione improvvisa non è tanto per, ma è legata proprio alla narrazione.
Prendi Howl, la strega rimane indifferente a tutto fino a quando Howl e Sofia non superano gli ostacoli crescendo, solo a quel punto dice "Poniamo fine a questa inutile guerra".
Così, come se nulla fosse.
Avrebbe potuto fermare una guerra, col coinvolgimento di vite, in qualsiasi momento, ma non lo fa finchè la guerra stessa non assolve al suo compito, di assurgere al ruolo di ostacolo/ambiente di crescita per i protagonisti della storia.

E' questo un tipo di "Come" di cui tutte le favole sono piene proprio perchè appartiene al loro scopo narrativo, che non è quello di raccontare una piacevole e coerente storia ricca di dettagli e approfondimenti, ma di parlare alla (sub)coscienza del lettore in maniera molto più sottile.

Questo non significa assolutamente che io consideri perfetta ogni opera di Miyazaki, ma sicuramente tale tipo di "finale" non mi disturba perchè ne comprendo le radici e le accetto.
Chi non lo accetta non dico che sbagli, ne possiamo parlare, ma non mi si venga a dire che non sia possibile perchè io parlo del Cosa e invece qualcun altro del Come, perchè i miei approfondimenti, quando e se si concentrano sul Cosa, non lo fanno certo come sconto al Come o dimenticandoselo, un conto è valutare un'opera cinematografica in quanto tale, un conto approfondirne il testo.

Nel caso di Miyazaki Come e Cosa, secondo me, vanno a braccetto, fermo restando che anche io abbia i miei preferiti e trovi alcune opere più riuscite di altre (per me minori sono proprio cose come Kiki o Laputa)...
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Offline Xibal

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #292 il: 16 Gen 2012, 20:14 »


edit: Miyazaki usa simboli senza conoscerne il significato e ne inventa uno. Va bene così, mica dico di no. Li usa inconsapevolmente.
Ah già, dimenticavo che là fuori è pieno di autori ignoranti che, incredibilmente, non fanno che mischiare coincidenze su coincidenze nelle loro opere, quasi sempre frutti inconsapevoli di non si sa bene quale fortuita casualità o coscienza collettiva.

Adesso spiegami su quale base Miyazaki, ma qualsiasi essere sulla faccia della terra, non dovrebbe conoscere simboli e significati di qualsiasi tipo o cultura, visto che l'occidente in Giappone c'è arrivato da centinaia di anni...
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #293 il: 16 Gen 2012, 20:36 »
Stai parlando di un Come che è in realtà un Cosa mascherato. Appunto :)
Non sono gli snodi narrativi "bislacchi" il problema di Miya, ma il modo in cui vengono rappresentati.
Io intendo grammatica filmica, scelta di inquadrature, tempi, montaggio, fotografia, luce colore volumi spazi ritmi etc. etc.
Non riesco a parlare di Howl perché è l'unico film di Miya che ho visto una sola volta al cinema all'uscita, avendomi deluso/annoiato parecchio.

Parliamo per esempio del finale di Sen to Chihiro (che adoro), dove in 15 minuti la gemella "buona" della strega spiega letteralmente a parole tutto ciò che fino ad allora era avvolto dal mistero, con un mucchio di inquadrature ridondanti sui suoi sorrisi, e personaggi e luoghi che non hanno parte nel resto della storia su cui viene caricata dell'empatia che non possono esprimere, visti gli spazi improbabili in cui sono costretti; oppure l'epifania di Sen sulla natura del suo rapporto con il drago, che poteva essere delicata e minimale come altre decine di scene nell'arco del film (e lo è, per poche brevi inquadrature silenziose), mentre subito dopo assistiamo a spiegone didascalico con sequenza iper-cinetica del tutto immotivata e inapppropriata;
oppure il finale di Ponyo, se non ricordo male tutta la risoluzione della macro-vicenda viene delegata a un campo lungo in cui le due madri si accordano sul destino dei loro figli (e forse addirittura qualcuno in fuori campo ci spiega che è effettivamente così?) Pessimo.

Questo è il Come, per me. Miya dimostra per buona parte della sua opera di sapere perfettamente come va usata una macchina da presa, ma i finali, cinematograficamente parlando, non li sa gestire, e più pretende di rappresentare diversi e complessi piani di lettura, più sbraca.

Sono un suo grande fan, ad eccezione degli ultimi due ho rivisto ogni suo film parecchie volte, per me è un grandissimo poeta. Però come regista ha dei limiti, a volte evidenti. Sono il primo a dispiacersene.

Clint Eastwood, invece, è proprio un cane rognoso, sul Cosa e sul Come ;P
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #294 il: 16 Gen 2012, 20:52 »

Io intendo grammatica filmica, scelta di inquadrature, tempi, montaggio, fotografia, luce colore volumi spazi ritmi etc. etc.
Scusa ma non riesco a trovare i post in cui si affronti questo "problema".
Io sono intervenuto, rispondendo a Giobbi, solo nei post in cui ci si lamentava della eccessiva, slegata, non approfondita subitaneità del Cosa, e infatti a questo rispondevo, non mi pare si sia parlato di inquadrature o di "grammatica"...
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #295 il: 16 Gen 2012, 21:05 »
Ohibò, le due cose sono legate: se miya non riesce a gestire un equilibrio tra micro e macro per tutta la durata del film è perché non trova la forma corretta per farlo.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #296 il: 17 Gen 2012, 00:15 »


edit: Miyazaki usa simboli senza conoscerne il significato e ne inventa uno. Va bene così, mica dico di no. Li usa inconsapevolmente.
Ah già, dimenticavo che là fuori è pieno di autori ignoranti che, incredibilmente, non fanno che mischiare coincidenze su coincidenze nelle loro opere, quasi sempre frutti inconsapevoli di non si sa bene quale fortuita casualità o coscienza collettiva.

Adesso spiegami su quale base Miyazaki, ma qualsiasi essere sulla faccia della terra, non dovrebbe conoscere simboli e significati di qualsiasi tipo o cultura, visto che l'occidente in Giappone c'è arrivato da centinaia di anni...
sì ho sbagliato. intendevo l'origine dei simboli.
per esempio in Mononoke mette i cinghialoni perchè i miti antichi parlano degli animali etc. ebbene, rispetto al buddismo il cinghialone è più antico. ma il cinghiale non è così antico come il serpentone.
insomma. dico solo che chissene frega dell'interpretazione dei simboli. sono fiabe. e le fiabe hanno una simbologia che ha un'origine comune ovunque.

edit: leggo adesso che c'è anche un Miyazaki regista. abbè. pensavo ci fosse solo il Miya poeta.
in breve il mio pensiero è questo: nessuna sega mentale sui film di Miya!
« Ultima modifica: 17 Gen 2012, 08:15 da TremeX »

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Re: Studio Ghibli
« Risposta #297 il: 17 Gen 2012, 08:42 »
Io onestamente non ho le basi culturali nè tecniche per poter approfondire quanto vorrei le opere in questione, ma i temi trattati siano talmente ricorrenti e rappresentati attraverso culture così differenti che penso sia proprio impossibile non farsi alcune domande su cosa Miyazaki volesse rappresentare con essi.

Detto questo, quasi tutte le opere di Miyazaki soffrono di un accelerata finale che ha il 'problema' di buttare in campo elementi estranei alla storia e spesso risolutivi. Questo approccio mi è risultato a prima vista sbrigativo e qualitativamente inferiore al resto dell'opera in quasi tutti i film che ho apprezzato maggiormente, tanto in Howl quanto in Kiki o Ponyo.

Proprio parlando di Kiki mi dispiace sentire che Xibal la consideri un'opera minore. E' in assoluto uno dei film che preferisco di Ghibli proprio perchè ha un'armonia, un equilibrio, un approfondimento dei personaggi anche grazie a pochi sapienti elementi e un'analisi così onesta e genuina sull'adolescenza che ho riscontrato raramente in altre opere.
Se si eslcude il finale inutilmente movimentato (eh, appunto) credo sia una delle opere di Miyazaki più riuscite tanto per il "come" quanto per il "cosa" (per restare in tema), pur essendo (più) povera di simboli e stilemi culturali.
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #298 il: 17 Gen 2012, 10:40 »
Proprio parlando di Kiki mi dispiace sentire che Xibal la consideri un'opera minore. E' in assoluto uno dei film che preferisco di Ghibli proprio perchè ha un'armonia, un equilibrio, un approfondimento dei personaggi anche grazie a pochi sapienti elementi e un'analisi così onesta e genuina sull'adolescenza che ho riscontrato raramente in altre opere.
Se si eslcude il finale inutilmente movimentato (eh, appunto) credo sia una delle opere di Miyazaki più riuscite tanto per il "come" quanto per il "cosa" (per restare in tema), pur essendo (più) povera di simboli e stilemi culturali.
Concordo tantissimo. Se non fosse per il finale, Kiki sarebbe forse il mio preferito. Sicuramente è quello che ho rivisto volentieri più e più volte, e quello che più mi commuove.
Ha una capacità di tratteggiare le piccole sfide quotidiane di una preadolescente che non ha pari; la scena in cui Kiki perde i suoi poteri perché sta diventando donna, appena accennata, implicita, è emblematica del tocco del Miya :)
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Re: Studio Ghibli
« Risposta #299 il: 17 Gen 2012, 11:18 »
:yes:

Peraltro ho notato alcuni dettagli solo dopo 47 visioni. Tipo che lei era invitata da Tombo ad una festa che era molto probabilmente quella a cui si ritrova a dover consegnare il pasticcio di aringhe e zucca. Anche il suo improvviso cambio di umore quando fa la gita in bici con Tombo è dovuto al fatto che, tra gli amici del ragazzo, vede la stessa simpaticona che l'ha accolta alla festa.
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