Miseri coloro che non sanno sfruttare un hardware, dannati quelli che non hanno voglia di farlo e continuano a far credere il contrario.....
Agli occhi affamati di un Laraboy, distrutto da un estenuante attesa prolungatasi “troppo” nel tempo, la verità potrà sembrare pura follia. E se io non sono un portatore sano della verità assoluta, io sono un Laraboy, un rincitrullito adoratore delle avventure della signorina Croft, e mi piange il cuore a raccontare di un gioco confezionato peggio di un fottuto profilattico al mirtillo.
Beati coloro che sanno progettare un buon sistema di controllo, dannati quelli che lo rovinano e pensano di aver apportato un seppur minimo miglioramento.
Le mani affamate dei Laraboy si contorceranno fino alla morte nell’inutile tentativo di raggiungere perfetta simbiosi con i movimenti della protagonista. Provare a “posizionarla” in un punto preciso del meno cubettoso mondo è impresa titanica, nonostante sia ora dedicato un tasto intero (e un icona intera) a questa banale azione. Meglio vederla piegata in due in preda a crampi allo stomaco mentre tenta goffamente di colpire alle spalle una delle tante guardie presenti. Che tanto, a vederle in movimento, potrebbero aver maggior intelligenza nei pantaloni che non nella propria scatola cranica.
Miseri coloro che inventano un genere e pennellano un mondo che ancora ricordo, dannati gli stessi che sputacchiano texture venute da una cattiva digestione.
C’era una volta una statua rossa, che diventava cavallo, in un tempio sommerso nel mondo e circondato d’acqua. C’era una volta una pianura fiorita e un T-rex dietro l’angolo. C’è adesso un ghetto di Parigi con quattro casette tutte uguali e disabitate, c’è adesso una Praga innevata che a guardala bene potrebbe essere pure Bustarsizio o Pontedera. Qualche anno fa, parecchi ormai, potevo anche sognare ad occhi aperti, non mi importava di vederle le chiavi o quel piccolo totem rosso che si incastonava perfettamente in un gigantesco buco nel muro. Ora no, non voglio sognare, voglio vederle ora perchè sono più vecchio e lo sono pure i videogiochi. Voglio mondi reali, riprodotti al microscopio, minuziosamente disegnati, e li voglio divertenti. E mi incazzo se al Louvre ci sono tre stanzette e se nei bagni delle case manca la carta igienica.
Beati quelli che vogliono darsi delle arie con una storia e con un intrigo, dannati comunque se la storia è banale e pure fatta male.
Lara è un assassina (dov’è la novità verrebbe da chiedersi, in cinque capitoli una quindicina di essere umani, mi sembra di averli uccisi) e la polizia la insegue. Lara non ricorda, e nessuno le ha dato una botta in testa, Lara vuole chiarezza e se non ci mettevano una setta segreta, la ricerca dell’immortalità, e qualche essere schifoso pseudo umano, Lara non era contenta. Dialoghi noiosi come una professoressa d’Italiano mettono in bella mostra un perfetto doppiaggio fuori sincrono e malamente realizzato. Tutti han voglia di parlare, nel mondo di Lara, e che peccato non servano a niente se non ad aumentare la produzione di acido lattico nei nostri testicoli.
Beati gli RPG alla giapponese, dannati quelli che vogliono imitarli.........e lo fanno male.
Poche parole, un personaggio può crescere, può diventare più forte con un duro allenamento e molta dedizione. Ma spiegatemi con l’aiuto di quale “pasticche miracolose” Lara può aumentare le sue capacità fisiche semplicemente spostando un cubo travestito da cassa di 8\9 centimentri.
Miseri quelli che scrivono recensioni sui videogiochi, dannati quelli che le dividono in frasette e ottocentomila capitoli.
Ma in ogni pattumiera che si rispetti è sempre nascosto un tesoro dal valore inestimabile. Magari stavolta ci abbiamo trovato solo gli avanzi di un magnifico pollo con patate ma è pur sempre qualcosa e la prossima volta......
Agli occhi di una Laraboy, ed io lo sono, questo gioco non è peggio di molti altri. Divertente, intrigante e “familiare”. Ma dubito che molti, che non hanno “la voglia” di foderarsi gli occhi e tapparsi le orecchie ad ogni accensione della play2, possano solo minimamente apprezzare, e resistere sopratutto, al tentativo di uccidere un mito marchiato sony........o quasi.