Autore Topic: [PS2] Tomb Raider the Angel of Darkness  (Letto 2701 volte)

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Offline teokrazia

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[PS2] Tomb Raider the Angel of Darkness
« il: 01 Lug 2003, 15:30 »
Intro:
Arriva finalmente [v.Usa] il tanto atteso e più volte rimandato debutto a 128 bit di Mrs. Croft: tante, tantissime le cose da dire, e quindi viste le esigenze di sintesi imposte da My Review dovrò partire a razzo ed essere il più sintetico possibile.


Contenuti:

Partiamo dalla storia: la svolta tanto strombazzata nel plot e nel mood generale è effettivamente tangibile. La vicenda che vede Lara incolpata d’omicidio, costretta a scappare braccata dalle istituzioni [prima] e dalla mafia [poi] assume i connotati del thriller dalle forti tinte oscure. La narrazione ora assume maggiore spessore grazie alle numerosissime cut-scenes e alla possibilità di parlare con diversi PNG attraverso un sistema di dialogo a scelte multiple che talvolta conduce a piccoli bivi nello sviluppo della vicenda.

Il sistema di controllo, nonostante sia rimasto invariato nelle basi, ha ricevuto un deciso snellimento: alcune azioni sono eseguite in automatico, finalmente non saremo costretti a premere “X” ovunque visto che tutto ciò con cui possiamo interagire è segnalato da un’icona, mentre l’utilizzo degli oggetti più importanti è stato automatizzato.
Ora Lara può assumere una postura “alla Snake” durante la quale performare tutta una serie di manovre “silenziose”: procedere spalle al muro [e sbirciare dagli angoli], frugare nei mobili, strisciare per terra e strangolare i nemici alle spalle. Core Design ha implementato anche un sistema di “progressione del personaggio” assimilabile [invero alla lontana] a quella dei GDR, e grazie al quale performando diverse volte la stessa azione [spingere un blocco, sfondare un porta and so on] verranno incrementati alcuni parametri come la forza, la velocità ecc..
Il sistema di combattimento è stato ampliato grazie all’introduzione di mosse per il corpo a corpo, impiegate automaticamente ogni volta in cui le distanze tra Lara ed il suo avversario suggeriscono l’impiego di sberloni e calci rispetto alle pistole automatiche.

Degne di nota anche alcune fasi esplorative di chiaro stampo giocoruolistico: muovendosi per le strade cittadine, Lara non incontrerà solo nemici, ma anche personaggi non giocanti intenti a vivere la loro vita, e con i quali la nostra si potrà intrattenere al fine di ottenere informazioni, oggetti o piccole subquest. Contribuisce in  questo senso l’introduzione del danaro, e di alcuni negozi tra cui dei pawnshop presso i quali poter rivendere alcuni oggetti di valore incontrati per strada. Ispirati molto probabilmente al maestro Yu Suzuki, gli sviluppatori hanno infine introdotto un notebook in cui verranno annotati gli indizi, le informazioni e i dati relativi al progresso nell’avventura.
Ultima doverosa segnalazione per l’introduzione di Kurtis Logan, enigmatico personaggio secondario dotato di poteri telecinetici che potremo controllare in alcune occasioni espressamente previste.


Cosmesi:
Saltano subito all’occhio l’impiego di un numero non elevatissimo di poligoni e di colori particolarmente accesi. L’impatto è altalenante: alcune locazioni hanno una resa decisamente apprezzabile, altre invece sembrano un episodio PS-One in hi-res…Idem il discorso relativo alle numerosissime texture: decisamente funzionali nella maggior parte dei casi, si segnalano talvolta per eccellenza. Di sicuro impatto alcuni effetti speciali come il fumo, le distorsioni dovute al calore, i fasci di luce ed alcuni riflessi. Il modello di Lara è finemente curato, mentre le movenze degli attori a video sono rese mediante routine di animazione scheletrale.
La parte sonora pone al fianco di una soundtrack davvero ispirata e suggestiva un parlato che delude senz’altro per la recitazione eccessivamente distaccata e poco incisiva.


Problemi:
1. Il gioco è infarcito di bug e di sviste colossali, il sistema di controllo è pieno di falle ed imprecisioni, mentre il rilevamento delle collisioni è decisamente [eufemismo] deficitario. L’azione è interessata da frequenti cali del frame-rate così gravi da raggiungere in certi casi livelli da moviola. La giocabilità purtroppo viene sensibilmente compromessa da questi problemi.
2. Le nuove feature sono state progettate ed applicate con parecchia approssimazione, visto che nessuna novità sembra avere un peso concreto ed apprezzabile sul gameplay, ma assumono tutte lo spiacevolissimo sapore del “dovevamo adeguarlo per forza agli standard contemporanei, ma in fondo non ci credevamo neanche noi”. In buona sostanza è sempre il solito Tomb Raider.
3. Rimangono i difetti cronici del franchise come la deprecabile gestione delle telecamere, il sistema di controllo eccessivamente rigido, i combattimenti che fanno pietà, le meccaniche di gioco viste |riviste |straviste  ed un livello di difficoltà che, sebbene sottoposto ad un generale livellamento, talvolta conosce picchi da vero e proprio videomasochismo.


Valutazione:
Per chi si attendeva una svolta sostanziale nel franchise congiunto alla risoluzione dei problemi storici: 4.5
Per chi non può vivere senza Lara Croft ed ha già patito come la morte il fatto che negli ultimi 2 Natali è rimasto a bocca asciutta: 6

Offline Vitoiuvara

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[PS2] Tomb Raider the Angel of Darkness
« Risposta #1 il: 25 Lug 2003, 21:44 »
Miseri coloro che non sanno sfruttare un hardware, dannati quelli che non hanno voglia di farlo e continuano a far credere il contrario.....

Agli occhi affamati di un Laraboy, distrutto da un estenuante attesa prolungatasi “troppo” nel tempo, la verità potrà sembrare pura follia. E se io non sono un portatore sano della verità assoluta, io sono un Laraboy, un rincitrullito adoratore delle avventure della signorina Croft, e mi piange il cuore a raccontare di un gioco confezionato peggio di un fottuto profilattico al mirtillo.

Beati coloro che sanno progettare un buon sistema di controllo, dannati quelli che lo rovinano e pensano di aver apportato un seppur minimo miglioramento.

Le mani affamate dei Laraboy si contorceranno fino alla morte nell’inutile tentativo di raggiungere perfetta simbiosi con i movimenti della protagonista. Provare a “posizionarla” in un punto preciso del meno cubettoso mondo è impresa titanica, nonostante sia ora dedicato un tasto intero (e un icona intera) a questa banale azione. Meglio vederla piegata in due in preda a crampi allo stomaco mentre tenta goffamente di colpire alle spalle una delle tante guardie presenti. Che tanto, a vederle in movimento, potrebbero aver maggior intelligenza nei pantaloni che non nella propria scatola cranica.

Miseri coloro che inventano un genere e pennellano un mondo che ancora ricordo, dannati gli stessi che sputacchiano texture venute da una cattiva digestione.

C’era una volta una statua rossa, che diventava cavallo, in un tempio sommerso nel mondo e  circondato d’acqua. C’era una volta una pianura fiorita e un T-rex dietro l’angolo. C’è adesso un ghetto di Parigi con quattro casette tutte uguali e disabitate, c’è adesso una Praga innevata che a guardala bene potrebbe essere pure Bustarsizio o Pontedera. Qualche anno fa, parecchi ormai, potevo anche sognare ad occhi aperti, non mi importava di vederle le chiavi o quel piccolo totem rosso che si incastonava perfettamente in un gigantesco buco nel muro. Ora no, non voglio sognare, voglio vederle ora perchè sono più vecchio e lo sono pure i videogiochi. Voglio mondi reali, riprodotti al microscopio, minuziosamente disegnati, e li voglio divertenti. E mi incazzo se al Louvre ci sono tre stanzette e se nei bagni delle case manca la carta igienica.  

Beati quelli che vogliono darsi delle arie con una storia e con un intrigo, dannati comunque se la storia è banale e pure fatta male.

Lara è un assassina (dov’è la novità verrebbe da chiedersi, in cinque capitoli una quindicina di essere umani, mi sembra di averli uccisi) e la polizia la insegue. Lara non ricorda, e nessuno le ha dato una botta in testa, Lara vuole chiarezza e se non ci mettevano una setta segreta, la ricerca dell’immortalità, e qualche essere schifoso pseudo umano, Lara non era contenta. Dialoghi noiosi come una professoressa d’Italiano mettono in bella mostra un perfetto doppiaggio fuori sincrono e malamente realizzato. Tutti han voglia di parlare, nel mondo di Lara, e che peccato non servano a niente se non ad aumentare la produzione di acido lattico nei nostri testicoli.

Beati gli RPG alla giapponese, dannati quelli che vogliono imitarli.........e lo fanno male.

Poche parole, un personaggio può crescere, può diventare più forte con un duro allenamento e molta dedizione. Ma spiegatemi con l’aiuto di quale “pasticche miracolose” Lara può aumentare le sue capacità fisiche semplicemente spostando un cubo travestito da cassa di 8\9 centimentri.

Miseri quelli che scrivono recensioni sui videogiochi, dannati quelli che  le dividono in frasette e ottocentomila capitoli.

Ma in ogni pattumiera che si rispetti è sempre nascosto un tesoro dal valore inestimabile. Magari stavolta ci abbiamo trovato solo gli avanzi di un magnifico pollo con patate ma è pur sempre qualcosa e la prossima volta......
Agli occhi di una Laraboy, ed io lo sono, questo gioco non è peggio di molti altri. Divertente, intrigante e “familiare”. Ma dubito che  molti, che non hanno “la voglia” di foderarsi gli occhi e tapparsi le orecchie ad ogni accensione della play2,  possano solo minimamente apprezzare, e resistere sopratutto, al tentativo di uccidere un mito marchiato sony........o quasi.