Attualmente non sappiamo cosa sia la materia oscura, questo significa forse che abbia un qualche senso spiegarla con l'esistenza di un dio o essere superiore? Non è una spiegazione un po'... semplicistica? Non è più probabile uno scenario di tipo prettamente scientifico anche in questo, ennesimo caso?
Dal mio punto di vista, ovviamente, è senz’altro più plausibile uno scenario scientifico e se dovessi rispondere in maniera secca alla domanda se credo in (un qualsiasi) dio, direi no, eppure mi definisco laico, non ateo radicale.
Nel senso che credo esistano processi nell’universo che non solo non comprendiamo, ma che trascendono anche i modelli scientifici che abbiamo costruito per spiegare molti aspetti della natura. In poche parole è come se avessimo creato degli occhiali (modelli) che fanno risaltare alcuni elementi di ciò che ci circonda in maniera molto definita e ne oscurano altri.
Esistono “misteri” che probabilmente potremmo spiegare solo costruendo nuovi approcci scientifici, basati su presupposti totalmente diversi da quelli su cui siamo ormai abituati a basare il nostro processo cognitivo (e magari, questi ultimi potrebbero sembrare favolette in futuro, il big bang potrebbe risultare scientificamente assurdo al pari dell’universo quale creazione del Dio cristiano).
In altri casi, una spiegazione scientifica esistente non sazia comunque le domande dell’uomo. Per dire, la morte è spiegabilissima scientificamente in ogni sua declinazione, misurabile e riproducibile, ma cosa accade alla nostra coscienza, al nostro io, se ci sarà qualcosa dopo il decesso rimane un tarlo per l’uomo, da sempre.
Come Da Vinci, da scienziato laico, considerava un astratto “Primo Motore”, come i fautori della fisica dei quanti hanno seguito sentieri prossimi alla filosofia evidenziando alcuni limiti della fisica tradizionale, anche ogni altro uomo assennato dedito alla scienza porta dentro di sé un esprit che contempla il “metafisico” (in senso lato) e che, anziché frenare il progresso, è un propellente per andare avanti. Puoi chiamarlo intuizione, colpo di genio, talvolta follia pura o anche, perché no, spiritualità.
Per questo mi definisco panteista naturalistico, dove “dio” è la natura stessa con i suoi misteri e, talvolta, per spiegarli c’è bisogno di un input quasi mistico, perché se non credi che qualcos’altro “ci sia” non ti rimbocchi nemmeno le maniche per indagarlo, né esci da schemi robusti ma allo stesso limitati e limitanti.
Ripeto, per i fisici tradizionali il modello dei quanti è stato quasi una negazione di “dio”. Per questo, pur non condividendo il credere in un dio, trovo la così detta fede come qualcosa di assolutamente umano e comprensibile. Una scelta del tutto diversa dalla mia, ovvio, ma non per questo un qualcosa da demolire per forza, si tratta di una risposta differente a un interrogativo comune e ognuno faccia come vuole, almeno finché non ci saranno evidenze che diano risposte certe a determinati interrogativi.
Citando IL GENIO eclettico per eccellenza, in merito all’effetto che ha la natura sull’uomo:
“O magna azione, quale ingegno potrà penetrare tale natura? Quale lingua fia quella che displicare possa tal maraviglia? Certo nessuna. Questo dirizza l’umano discorso alla contemplazione divina, ecc.”
Leonardo Da Vinci CA 345 v.b.