Autore Topic: [ARCADE] OutRun  (Letto 1905 volte)

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Offline pedro

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[ARCADE] OutRun
« il: 04 Lug 2003, 12:20 »
Out Run
Genere: Guida  
Sviluppatore:Sega 1986  
Supporto:  Coin-Op
Giocatori : 1

Certi giochi sono come il buon vino: invecchiando migliorano.
Out Run, anno di grazia 1986, è fra questi.

Seduti al volante di una Ferrari GTS cabrio, che fa molto Magnum P.I. e che non vi potrete mai permettere, con al fianco una bionda sulla quale (aimhè) non potrete mai allungare le mani, OR vi vede solcare le infinite highways americane in corsa contro il tempo, diretti alla volta della soleggiata California (o almeno mi piace pensare che sia così) per conquistare il titolo di…beh, “Campione di Out Run”.
La prima cosa che colpisce il giocatore quando infila il gettone nel cabinato è il cabinato stesso: la Ferrari. Nel senso che il cabinato è una riproduzione in stile super deformed dell’auto che si controlla nel gioco.
Giuro.
E quando dico “seduti al volante” intendo proprio calati nel posto di guida. Ci sono i classici pedali, il volante e la leva del cambio per le due marce, alta e bassa. Ma la cosa che non vi dimenticherete mai di Out Run, è l’incredibile sistema pneumatico a pompe idrauliche (?) che Sega ha progettato per dare al giocatore la sensazione di movimento, di essere lì. Non so se l’idea sia di Yu Suzuki, game designer del gioco, ma chi ha avuto la pensata è un genio. Lode e gloria a costui, nei secoli dei secoli.
Amen.

Immersi in un universo di tinte pastello e accompagnati da musiche anni ’80 che più anni ’80 non si può, OR vi accompagnerà in un viaggio spensierato attraverso l’america delle higways, quella di Kerouac ed Easy Rider, in una fuga infinita verso la terra promessa.
Infinita la fuga, quasi infinite le strade: sono infatti numerosi i percorsi possibili, ai quali si accede mediante un sistema di bivi posti alla fine di ognuno dei cinque “livelli” del gioco. Sono quasi infinite, dicevamo, le strade per la California, ma anche irte di pericoli. Niente può preparare il giocatore a ciò che lo aspetta: saliscendi, sorpassi a destra, curve a gomito, le curve della bionda… Ma si sa, arrivare alla terra promessa non è mai stato facile, per nessuno.

La strada è il vostro regno dunque, e la California la meta da raggiungere.
Tra voi e la meta, solo un ostacolo: il vostro coraggio. Perché in Out Run più del traffico e degli automobilisti della domenica, degli ostacoli a bordo pista e dei bivi che spuntano all’improvviso, del tempo che non basta mai e della sfiga, conta la vostra volontà.
La volontà di tenere giù il piede, di non scalare la marcia e di stare lontani dal pedale del freno come si fa con un gatto nero di venerdì.
Perchè ogni volta che si imbocca un bivio, l’ammontare di secondi che il sistema di checkpoint vi rilascia si avvicina sempre di più allo zero.
Drammaticamente.
E lì, sballotati a destra e a sinistra dall’ondeggiare del cabinato, col vento tra i capelli e l’odore del mare nelle narici, inizierete a sudare. Per la paura.
La paura di non farcela, la paura di non arrivare, la paura di fallire a un metro dal traguardo.
Le stesse sensazioni che si ritrovano oggi, anno di grazia 2003, infilando il gettone nel coin-op.

E a volte, anche senza bisogno di giocare.
«Allora dev'essere molto pericoloso essere un uomo.» «Lo è, signora. E solamente pochi ce la fanno. È un mestiere difficile, e al fondo c'è la tomba.»