Ico non è un re, e nemmeno un principe. Ico non ha passato la sua vita a pompare muscoli in qualche palestra per 35 euro al mese. Ico non ha le tette, c’ha pure le corna, ma sopratutto, particolare decisamente anomalo in videolandia, Ico non è munito di “mezzo sparante”. Da ciò si evince che Ico non è americano................
Nascosta, nascosta molto bene, nel profondo del cuore di ogni software house c’è la voglia di realizzare qualcosa di “diverso”, qualcosa che valga più del denaro e del profitto, qualcosa che valga di più persino del giudizio della “massa inebetita di seguiti”. Quel qualcosa potrebbe non vendere abbastanza, “Vagrant Story” non ebbe neanche l’onore di solcare il suolo europeo, eppure, chiunque abbia la voglia di lasciarsi catturare e incantare, non smetterà mai di ringraziare per il piccolo dono ricevuto.
Un bambino e una bambina non devono salvare il mondo, questa volta devono solo badare alle proprie vite. Ico non è un eroe ma Yorda è troppo delicata, troppo fragile per farcela da sola. Come è possibile non porgerle la mano? Come è possibile non aspettarla prima di varcare una porta? No, questa volta, neanche noi saremo eroi. Questa volta rallenteremo il passo, ci fermeremo pure, perchè Yorda ha bisogno di noi.
Tra noi e la salvezza ci saranno degli enigmi, semplici enigmi, enigmi gia visti mi sento da aggiungere, ma è attraverso la rilassante sensazione di compagnia che si concretizza il mistero di Ico e non attraverso la gratificazione personale. Perché Ico è poca cosa se lo si guarda con occhi di giocatore smaliziato, se non si è disposti ad resettare il proprio cervello in favore di sensazioni non tangibili attraverso un “LEVEL CLEAR”.
Poche parole tra loro, Yorda e Ico non parlano nemmeno la stessa lingua d’altronde, ma la forza di un richiamo alla cooperazione, un grido, ecco cosa li unisce. Entrambi “giocano” con lo stesso scopo, insieme.
In questo scenario, spesso surreale e spiazzante, è persino giustificata l’assenza di nemici “godibili”, quattro ombre non intelligenti possono anche bastare in un gameplay che si sfama delle nostre reazioni visive piuttosto che di quelle istintive.
Ico è un invito alla riflessione, alla esplorazione rilassata di luoghi immacolati. Correre ha importanza solamente nel caso stiate cercando di ricongiungervi con la vostra metà che stanno cercando di riportare indietro, che vogliono togliervi. E se al posto di una macchina da scrivere troverete un giaciglio da condividere insieme , non stupitevi, c’è tutto il tempo che volete per riposare.
Ico non è per tutti, credo sia chiaro, e non perchè manca l’immancabile fucile da cecchino. Non è per tutti perchè è anomalo, è un gioco dove il contorno prevarica l’aspetto ludico vero e proprio. Se Vi piacerà, e non è detto che vi debba piacere, vi innamorerete persino della splendida confezione, altrimenti “no”, semplicemente “no”.
Ico è qualcosa di diverso, Ico vive in fondo al cuore di ogni Software House, Ico vale più del denaro e di chi lo compra, basta solo lasciarsi catturare.