Autore Topic: Apro il libro e premo start!  (Letto 9104 volte)

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Offline COBOL@carlichu

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Re: Apro il libro e premo start!
« Risposta #15 il: 20 Feb 2003, 18:01 »
Citazione da: "Shin X"
Citazione da: "Turrican2001"
Che cos'è CUT E se un videogioco fosse ispirato ad un libro già scritto da tempo(senza che per forza sia stato anche un film) la trama non ne guadagnerebbe in profondità?

Voglio un'avventura punta e clicca sulla Divina Commedia.


ODDIO! Ho sempre sognato di fare un FPS con i diritti della Divina Commedia.
Si impersona Dante (che e' anche un nome figo ora) che seguira' gli obiettivi di Virigilio passando attraverso i livelli/gironi massacrando demoni. Boss finali rappresentati da Ulisse, Bonifacio VIII, ecc...
Secondo mondo e' il purgatorio, piu' adventure rispetto a prima. Lunga scalata piena di trappole, enigmi e sezioni platform. Cecchinaggio come attivita' sparatoria prinicipale.
Nel terzo mondo e' il piu' ostico. Distruggere definitamente l'equilibrio fra bene e male distruggendo i beati e affrontando angeli di Evangeliana memoria.
Sezione finale dalla grande luce sorgono i boss di fine gioco, padre e figlio. Dante riesce a distruggerli e a portare il suo caos nell'universo.
Scena finale: il neo-onnipotente Dante siede sul trono una volta appartenuto al suo Dio e con un cenno del dito scaglia la sua potenza divina contro quella Firenze che l'ha esiliato!

Assolutamente eccezionale!
Sempre disponibile per eventuale colloquio come direttore di questo progetto.
UPER CONSOLE sei bellissima TVB
Now playing: Soul Calibur [DC jap] Ikaruga [DC jap] Kingdom Hearts [PS2] Dead or Alive 3 [XBOX] Soul Calibur 2 [System 246]

Offline theblackpages

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #16 il: 20 Feb 2003, 20:50 »
Citazione da: "TETRAGRAMMATON"

la tua aggressività nel modo di comunicare è l'esatta rappresentazione della repressione che affligge chi chiaramente ha perso ormai i contatti con quello che è il mondo reale.....ma ti comprendo....parli di sfigati e timidoni......e ti riconosco.....parli di cyber-pub....e ti lascio...incurante del destino, il tuo...il nostro..che se non fosse nient'altro che illusione, reale....sarebbe davvero una partita a pitfall.
bella tekken

:shock:
azz...raga' andateci piano, non vi sembra d'esagerare con le offese (senza un reale motivo, poi)?

Offline Tekken

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #17 il: 20 Feb 2003, 21:40 »
Citazione da: "TETRAGRAMMATON"
la tua aggressività nel modo di comunicare è l'esatta rappresentazione della repressione che affligge chi chiaramente ha perso ormai i contatti con quello che è il mondo reale.....ma ti comprendo....parli di sfigati e timidoni......e ti riconosco.....parli di cyber-pub....e ti lascio...incurante del destino, il tuo...il nostro..che se non fosse nient'altro che illusione, reale....sarebbe davvero una partita a pitfall.
bella tekken
Citazione


Scusa se ti rispondo soltanto ora caro Tetragrammatron (lo scrivo alto/basso perché tutto maiuscolo mi sembra da esaltati). Vedo che hai aumentato i puntini di sospensione: complimenti.
Effettivamente in questi giorni sono un po' teso. Tuttavia, non vedo cosa ci sia di sbagliato nell'identificare molti di noi (me e te compresi) videogiocatori come dei "nerds". Per carità, non voglio offendere nessuno. Eppure, la realtà è che ci sono un mucchio di giocatori appassionati (che io conosco, ci tengo a precisare) che si comportano e si atteggiano a reali "nerd/sfigati" della situazione e che, messi di fronte ad un sistema di comunicazione futuribile come il videogame online (accade su PC), riescono a legare molto meglio e con più dimestichezza che non nella realtà. Nulla di male, ci mancherebbe. E' una fase che molti di noi hanno passato e molti passeranno. Io l'ho passata. Tu credo sicuramente.
Il cyber pub non è illusione, è reale quanto il conto che ti portano a fine serata. Non vedo cosa ci sia di falso o di illusorio nel frequentare tali posti o nel vivere esperienze di gioco online. Ripeto, può aiutare alcuni soggetti predisposti ad uscire dal "torpore" quotidiano.
Pitfall sarà anche un classico, ma così sei solo tu che ti rifugi nel "passato sicuro" perché non sai affrontare la nuova generazione. E infatti ti chiedi a cosa serva la libertà di GTA VC. Ma cosa ne vuoi sapere? Tu sei abituato a saltare la piattaforma, aggrapparti alla liana e ad evitare il masso. Tutti input monodirezionali, facili da eseguire e da apprendere. Probabilmente ti fermi lì e scansi tutto ciò che richiede più impegno o, come diciamo noi, ciò che è più moderno.
Bella Tetra!

Edit Ivaniaco: sono sicuro che Tetra proseguirà pacatamente la discussione.
Il tempo è un bambino che gioca, gioca a scacchi;
di un bambino è il regno."
 *****Turchia in Europa? No grazie!********

Offline keigo

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #18 il: 20 Feb 2003, 22:21 »
siamo qui a chiederci se la trama di un libro adattata ad un videogioco sia più indicata come destinazione per rendere i videogiochi forme d'arte. E forse non ci rendiamo conto che non ce n'è bisogno. Vagrant Story, Final Fantasy VII, Metal Gear Solid2, sono opere d'arte videoludica proprio perchè hanno identità propria, e proprio perchè appartengono al genere videoludico. La trama di Sons of Liberty il modo in cui si dipana nel gioco, avrebbe lo stesso valore mediatico se fosse su carta stampata? Non penso proprio...
chi semina vento raccoglie sfaccimma
ma chi me lo fa fare?!? il petrolio è una figata.

Offline Videodark

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #19 il: 20 Feb 2003, 22:27 »
Citazione da: "keigo"
siamo qui a chiederci se la trama di un libro adattata ad un videogioco sia più indicata come destinazione per rendere i videogiochi forme d'arte. E forse non ci rendiamo conto che non ce n'è bisogno. Vagrant Story, Final Fantasy VII, Metal Gear Solid2, sono opere d'arte videoludica proprio perchè hanno identità propria, e proprio perchè appartengono al genere videoludico. La trama di Sons of Liberty il modo in cui si dipana nel gioco, avrebbe lo stesso valore mediatico se fosse su carta stampata? Non penso proprio...


Concordo. Cmq si è parlato di applicare la trama di un libro ad un vg, non l'opposto.

Offline Manuel S.Llanes

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #20 il: 26 Feb 2003, 10:30 »
Citazione da: "Turrican2001"


Per la prima volta, però, Clancy ha scritto la sceneggiatura di un videogame (Splinter Cell) [...].


* * *Warning* * *

Senza nulla togliere (o dare) alla sceneggiatura di Splinter Cell
... è sempre meglio prendere con un "grain of salt" certe notizie
...abbi fede
:idea:
 
(...a parte che Clancy probabilmente non scrive tutti i suoi LIBRI)
...]

Offline Stefano Raimondi

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Apro il libro e premo start!
« Risposta #21 il: 26 Feb 2003, 15:46 »
Tekken
"Secondo poi secondo me"

bellissima. Scherzia a parte entro nel discorso nella speranza di non essere linciato linguisticamente o di non subire una psicologia della forma scrittiva quantomeno inadeguata.


Il problema dell' online game e del videogioco come forma d'arte secondo me devono restare divisi, certo, per loro natura si richiameranno, si istaurerà una sorta di meravigliosa "correspondances" per dirla alla Baudelaire (ok linciatemi pure ora me lo merito). Il videogico ha iniziato a essere arte probabilmente si è posta la domanda stessa. Come ogni cosa ci vorrà un pò di tempo per affermarsi come tale. Detto questo credo che la differenza tra gioco on e off line sia una differenza di vedute, di modi d'impostare in problema. Naturalismo e surrealismo azzarderei. Ma anche polenta e nutella potrebbe andare bene.

Se l' on-line limita o amplia la socialità mi sembra per lo meno una domanda rischiosa; molto dipende dal contesto in cui avviene la fruibilità, contesto non solo fisico ma anche sociale e soprattutto oggi individuale. Credo che il mondo d'oggi sia il mondo dell' unico, tutti voglio avere qualcosa che li contraddistingua, o almeno tutti vogliono comunicarla. Prenderei per valido la nozione di "più specializzazioni che uomini".
Ma non è proprio questa diversità che può istaurare un rapporto caotico tra individui, unendone alcuni (si chiamano Comunità virtuali (?) non a caso) oppure semplicemente ignorandoli.
Bisogna star bene attenti a valutare il concetto di socialità, se con questa vogliamo intendere il trovarsi con un amico che conosciamo, insultarci e ucciderci simultaneamente a un duello a quake o Pro evolution allora certo, l'on-line non rientrerà in questi canoni. Ma se per socialità intendiamo l'approccio aperto verso il nuovo, la voglia di conoscere ed essere conosciuti, bhe le possibilità si fanno eterne. Ognuno usa la tecnologia in modo diverso. Da sempre.
Personalmente sono fiducioso sull'istaurazione di un gioco globale che porti a una comunicazione globale, i tempi sono maturi, ma le variabili in gioco sono moltissime e importanti (politica, economia, ricchezza...) vedremo
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Offline Stefano Raimondi

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« Risposta #22 il: 26 Feb 2003, 15:59 »
mi intrometto di nuovo, ma per intervenire nell'argomento a monte ossia se una sceneggiatura "professionale" possa avvicinare il gioco all'arte.
Bene, secondo me è un macello.
Prima di tutto il gioco (in questo senso mi sembra ci stiamo riferendo a giochi d'azione, avventura...per essere generici...)è potenzialmente infinito: in RE, Onimusha,MGS, e in mille altri il giocatore volendo può starsene fermo per ore senza che la trama si sviluppi (salvo sezioni a tempo), questo non avviene al cinema in cui la storia procede e basta. Volenti o nolenti. Se devo essere utopico vedo proprio nella caratteristica del videogioco di "voler" essere testo ciò che impedisce una maturità completa. Mi spiego: Nei film come nei libri la storia è data, la fine è data, tutto è dato anche se interpretabile. Nel videogioco accade lo stesso ma sentiamo molto più stridente la situazione proprio perchè siamo noi che agiamo; noi vogliamo essere un "Super Dio (S.R)" ma non possiamo creare il mondo che vogliamo. Siamo divinità, ma lo siamo in parte. Possiamo fare quello che vogliamo ma in un mondo chiuso celato dentro uno specchio infranto

"Lo specchio infranto: realtà e finzione nel cinema videogioco". In corso di realizzazione
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