GEMINI
di Shinya Tsukamoto (Giappone, 1999)
Un medico affermato viene rapito e sostituito dal suo doppio, un derelitto che si vendica di lui e della sua famiglia.
Film dall'incedere pacato, ma spietato e inarrestabile, Gemini esplora per l'ennesima volta il tema cinematografico dei gemelli separati, quello benestante e quello finito suo malgrado nei bassifondi. Ovviamente la lettura sociale e morale è evidente: per tutto il film viene messa in rilievo la dicotomia fra ricchezza e povertà, destinata alla fine ad eplodere in tutta la sua drammaticità.
Anche se la narrazione parte in maniera piuttosto lenta e confusa, in seguito la vicenda (tratta da un racconto di Edogawa Rampo) riesce a catturare l'interesse. I colori pieni, l'atmosfera torbida e gli attori ora pacati, ora scatenati, sempre impeccabili, riescono a proiettare lo spettatore nel Giappone di inizio '900 in una ineluttabile e sofferta contrapposizione fra un bene che non è poi tanto bene e un male che così male non è.
In definitiva, avendo affrontato per la prima volta un ambientazione in costume e soprattutto il mondo 'mainstream' (questa è la sua prima produzione trattata da una major, stando alle note sul dvd), Tsukamoto è riuscito a dimostrare di essere un regista 'di razza'.
Il DVD edizione HK è appena decente: extra minimi (trailers, bio striminzite), sottotitoli impressi sulla pellicola (cinesi e inglesi insieme).