L’EREDITA’
Non deve essere facile, in un panorama videoludico che ha intrapreso prepotentemente la strada del “faccio un gioco e poi tre seguiti uguali”, essere Mario. Ancor più difficile è, colpa\merito delle abitudini gloriose di casa Nintendo, essere figli di Mario64. Per quanto bene si faccia, infatti, ci vorrebbero almeno altri 256 bit per almeno avvicinarsi a quello che il gioco per Nintendo64 (lacrimuccia per quello che questa macchina non è stato) ha rappresentato per i videogiochi.
VEDI
Se la cava discretamente bene, nessuna obiezione. Una continua ubriacatura di colori, tenera assonanza di cromature capaci di risvegliare infantili sensazioni, sensazioni sottocutanee mai definitivamente sotterrate. Ma non è nel calore che sole digitale sembra emettere che SMS stupisce. E nemmeno nella sabbia, no, è nell’acqua e nella sua meravigliosa rappresentazione su schermo che i nostri occhi annoiati trovano finalmente motivo di stupore. Perché di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia (lo so, questa potevo risparmiarmele ma non ho saputo resistere), ma mai prima ci aveva regalato tale frescura, e mai, come in questo caso, aveva dissetato la nostra sete ottica.
GIOCA
Tutto gira, solo qualche obiezione. Nulla di nuovo, a dir la verità. Neanche lo sfruttamento del propulsore d’acqua come cardine principale di tutta la struttura ludica, riesce a differenziare l’esperienza proposta da quelle passate. Proprio la ripetitività dell’azione, raggirata da decine di boss (meravigliosi, enormi, colorati ma, sarò conciso: “senza palle”) e sottogiochi acqua-esclusa stile platform di vecchia generazione, è difetto principale di un gameplay che, inattaccabile per impegno e fantasia dimostrati, continua a puzzare tremendamente di vecchio. Non stiamo parlando di un brutto gioco, sia ben inteso, ma stiamo parlando di Mario e, quando si parla di lui, gli standard qualitativi da adottare per il giudizio sono altri e sono inevitabilmente molto severi, perché al capoclasse si perdona tutto ma non un interrogazione senza quegli splendidi riferimenti ai critici che tanto piacciono ai professori. Ecco, questo manca a SMS, gli mancano quei piccoli tocchi di classe a cui eravamo abituati e che hanno reso un piccolo idraulico baffuto l’icona del divertimento “schiaccia bottoni”.
TOCCA
E no, cazzo, questo è Mario. Se c’è qualcosa che ha reso la mascotte Nintendo quello che è oggi è la perfezione con la quale abbiamo sempre potuto dirigere i suoi movimenti su schermo. Non c’è mai stato salto in questa serie che sia stato fallito per un ritardo della risposta dei comandi o per un pessimo malfunzionamento della telecamera. SMS, invece, si perde il suo protagonista dietro un muro, dietro un albero, e la possibilità di vederlo scomparire è sempre pronta a far aumentare il movimento rotatorio dei nostri organi riproduttori. Le varie possibilità di salto, e forse questo è un mio limite “capacitivo”, sembrano capitare più per caso che per una logica pressione dei tasti. La scivolata sembra perfettamente inutile in un mondo nel quale chiunque può essere sconfitto semplicemente con due o tre schizzetti d’acqua. Nulla da dire sulle funzionalità dell’idropompa ma sulle capacità di nuotare di Mario, lento ed impacciato, mi rimangono parecchi dubbi.
ALLA FINE
Divertente, e non è poco. Se non fosse Mario sarebbe un must da comprare ad ogni costo e lo è tuttora, forse. Dico forse perché se siete Nintendiani convinti e, in questi giorni, vi state giocando un vecchio Super Mario su qualche emulatore per Snes allora non sopporterete di vedere “Il baffo” ridotto a volantino pubblicitario del cube.
Divertente, e non è tutto. Se è vero che alla base del videogioco ci deve essere il divertimento e pure vero che, rincoglioniti come siamo al giorno d’oggi da save point e vite aggiuntive, è inammissibile costringermi dopo ogni morte a riprendere il livello dall’inizio. Cavolo, penso, ma dove sono stati mentre il mondo partoriva la struttura ludica di Jax and Dexter? Perchè dividere ancora i livelli in sezioni quando la macchina permetterebbe di legarli tra loro saldamente in un unica avventura piattaformica? No, non sto chiedendo le tinte mature di Jax and Dexter II, Dio me ne scampi, voglio ancora i colori e l’allegria di un platform Nintendo, ma voglio di più da SMS perché me lo devono.
Divertente e forse basta. Gia, penso, in fondo mi diverto e dopotutto è quello che cerco quando schiaccio il bottoncino del power su una di quelle scatolette con i buchi davanti e uno sportellino da qualche parte. Molti storceranno la bocca di fronte a Super Mario Sunshine e, paradosso cubico, questo rimane comunque il terzo gioco, in termini di qualità, acquistabile finora per il cubetto.
Povera Nintendo......vittima, sempre e comunque, delle aspettative che il suo passato ha generato.