Bisognerebbe piuttosto iniziare a chiedersi in che modo questo calcio, che fa campagne e regole in base a come tira il vento, salvo poi doversi contraddire al momento di tramutarle in qualcosa di concreto, possa anche solo pensare di poter avere un ruolo minimamente didattico, un'influenza culturale positiva.
Passiamo le giornate a vedere simulazioni, colpi gratuiti, provocazioni verbali, proteste basate sul nulla, insulti a pioggia agli avversari, alla classe arbitrale, ai propri giocatori quando sbagliano.
Pseudo giornalisti, dirigenti, allenatori e tifosi sempre a svalutare ogni merito altrui, o a minimizzare i propri demeriti, con un approccio malpensante e fazioso.
Il nodo della questione è il tipo d'insulti, o la quantità d'insulti che sguazzano nel malcostume generale calcistico, specie laddove l'offesa è un fattore molto personale e chi vuole ferire lo fa, reiteratamente e con convinzione, colpendo lì dove, in base al soggetto e alla sua storia, sa di far più male ? Andatevi a leggere il genere d'insulti che si è preso Acerbi sui social... e vale oggi come quando li ha presi dagli interisti, sia chiaro.
Possono fare tutte le campagne ed i badge che vogliono, ma in questo contesto sportivo il rispetto non esiste, e non esiste fra tifosi, fra giocatori, fra società e nei confronti delle istituzioni.