No, mi spiace. Vedendo le immagini ferme postate da Ivan, ogni accusa di cinesata decade in un attimo. C’è proprio un tocco che ti fa dire, “ma quale giochino da cellulare”. È quella mole di dettagli che nell’occhiata complessiva, anche frettolosa, ti trasmette la differenza.
Svincolare i personaggi dai fondali era una sapienza indispensabile nell’era del tubo catodico, quasi completamente perduta oggi ed evidentemente sconosciuta al 95% degli indie. È fondamentale per il buon funzionamento di un platform 2D.
Mario Ganesha è già la mascotte dell’anno. Mentre in Sega, in 30 anni, non hanno ancora capito che se si divertissero un po’ nello stesso modo col design di quel porcospino, sarebbe un buon primo passo per farlo uscire dal ghetto. Nomen omen, eh sì.