Penso che in realtà questi temi riguardino proprio tutti, e anzi che il problema di fondo sia proprio l'idea che esistano delle categorie umane particolari con problematiche particolari, in conflitto le une con le altre. A partire dall'idea di "donna che non posso capire in quanto uomo", per arrivare alle "questioni trans che non mi riguardano direttamente".
Quando il problema in realtà sono proprio le categorie, che vanno bene quando dobbiamo distinguere i pomodori dalle zucchine al supermercato, ma falliscono e producono danni e sofferenza quando si tratta di normare l'identità dell'individuo.
Ma spiegare perché queste catagorie definite siano il problema è complesso. Non per niente gli studi di genere fanno quello: studiano, per anni.
Si può leggere molto, in alternativa.
Oppure alzare le mani e lasciare che si esprima chi queste cose le conosce, o sulla propria pelle, o perché le studia tutti i giorni.
Per tirare il punto: Rowling potrebbe e forse persino dovrebbe usare la sua posizione di estrema visibilità per parlare di violenza sessuale, dei traumi ad esso associati, di tutto ciò che comportano nella vita di un individuo. Potrebbe essere una grandissima testimonial, credo.
Ha deciso invece di parlare di qualcosa che non conosce affatto, in modi molto superficiali, dicendo sciocchezze plateali, su un tema di per sé molto complesso che rifugge dalle semplificazioni. E questo è un grande torto verso tutti.