Sta solo chiedendo che ci siano regole per cui questa fluidità non possa essere abusata per intenti negativi.
Questo è quello che ho capito io. E non mi sembra una bestialità.
Ci sono già regole
Alcuni governi vogliono rendere il processo meno complesso.
Questo ci può suggerire che non ci siano regole, perché tali regole sono troppo fluide, in questo momento storico.
Sinceramente, le preoccupazioni per la faciloneria con sui vengono gestiti i bambini e gli adolescenti che presentano disforia di genere non mi sembrano poi così ingiustificate. Almeno nel mondo anglosassone (credo che la situazione italiana sia diversa, ma J.K. Rowling è britannica). Tanto è vero che la clinica che qui in UK si occupava di queste problematiche è stata chiusa perché le sue pratiche mettevano i giovani pazienti "at considerable risk", come rilevato dalla dottoressa che ha condotto un'indagine indipendente sulla clinica.
Se volete saperne di più da una fonte tutt'altro che transfobica:
https://www.bbc.co.uk/news/health-51806962Per un esempio della superficialità con cui venivano trattati i pazienti della clinica, basta vedere il caso di Keira Bell, a cui erano stati proposti i puberty blockers dopo appena tre consultazioni da un'ora.
Direi che i dubbi sull'effettiva oculatezza con cui vengono affrontati i casi infantili e adolescenziali di disforia di genere non possono essere liquidati come semplici paranoie da becero conservatorismo transfobico. Se io fossi un ragazzino che ha bisogno di un consulto per queste problematiche, vorrei che mi fosse data tutta l'attenzione che una situazione del genere richiede; non che mi si incoraggiasse alla transizione senza valutare adeguatamente le altre possibili problematiche che, stando ai dati di cui siamo attualmente in possesso, sembrano spesso accompagnarsi alla disforia di genere (depressione, disturbi d'ansia e dell'umore, disturbi alimentari, autismo...).