Rispetto all'adolescenza, più che giocare meno produzioni, solo in casi veramente specifici le approfondisco oltre la conclusione di base, ed in momenti ancor più rari rigioco qualcosa già terminato anni fa.
Tendo a concentrarmi su di un gioco alla volta, massimo due, ma una volta concluso preferisco variare, generi o sotto-generi, con una tendenza anche a cercare di programmare l'approccio alle uscite di mio interesse ed allo sfoltimento del backlog.
Sono diventato piuttosto selettivo, ma dall'ambito indie qualcosa salta sempre fuori all'improvviso, ed anche per questo ritengo ancora fondamentale l'apporto che può dare un forum alla scoperta di queste piccole gemme, più o meno grezze che siano.
Talvolta sento anche l'esigenza di finire un gioco per staccare, per assurdo proprio quando mi accorgo che qualcosa mi abbia, consapevolmente, preso troppo. Rispetto ad anni fa, oggi ritengo che avere un orizzonte conclusivo aiuti a sanare eventuali eccessi, a non renderli un'abitudine.
Il gaming endless, di conseguenza, lo evito. L'ultimo, lungo test, risalente alla scorsa gen, in compagnia del buon Maxx su Warframe, mi ha confermato di non saperlo centellinare.
Il racconto può essere per me un traino e pormi al contempo un buon termine. La sfida mi appaga di più, nel breve, ma solo in determinati casi sento che ne vale la pena.
A tal riguardo, non mi dispiace affatto poter cambiare difficoltà a percorso avviato, in un senso o nell'altro. Non sono restio all'abbassamento della difficoltà, se qualcosa del gameplay mi fa storcere il naso e magari trovo altri stimoli, strutturali, narrativi o quant'altro.