Sono d'accordo.
Mi pare che Putin stia diventando davvero pericoloso, probabilmente è sorpreso quanto noi della piega che sta prendendo questa guerra e si sente sempre più isolato e con le spalle al muro.
Deve chiudere la pratica in fretta perchè rischia di passare dallo "zar che ha perso l'ucraina" allo "zar che ha perso l'ucraina, la faccia, il posto e il buon nome della Russia tutta".
Praticamente non ha più nessuno che conti dalla sua parte: Erdogan gli chiude il bosforo, i cinesi e l'Iran si astengono all'ONU, la propaganda interna è sempre meno credibile e l'opposizione lievita di pari passo con i prezzi dei beni di consumo...
e i paesi ex sovietici che non fanno ancora parte della NATO si affrettano a mettersi in fila per entrarci.
Stavolta l'accerchiamento pare reale.
Con Putin c'è sempre da aspettarsi l'inaspettato, ma personalmente credo che l'unica opzione ragionevole ora sia un colpo di stato rapido e indolore interno al cremlino.
Quanto sia fattibile nella realtà non saprei proprio dire...
Red, temo che sopravvaluti la debolezza di Putin, e non sei il solo.
Noi europei post-storici siamo abituati a usare inflazione e spread come misura della realtà, per cui ci convinciamo che mettendo sotto pressione l'economia russa otterremo istantaneamente degli effetti perché Berlusconi con lo spread a 400 è stato mandato via.
Segnalo però alcune cose:
1. Una "democratura", se ancora non vogliamo chiamare la Russia una vera dittatura, è più resistente a questo genere di problemi, in particolare se gran parte della popolazione ragiona ancora per categorie ottocentesche anziché preoccuparsi dei preferred pronouns. Non mi sembra che decenni di isolamento economico abbiano reso meno salda la presa di Kim Jong-un sulla Corea del Nord. La Russia può reggere ancora a lungo sotto l'attuale pressione sanzionatoria. Credo che l'unica cosa che davvero potrebbe destabilizzarla sarebbero livelli di perdite un ordine di grandezza maggiori delle attuali.
2. Putin non è isolato come molti credono. Riparto da quanto dicevo qualche pagina fa: il mondo si sta dividendo in due blocchi e ad astenersi in sede ONU (equivale ad un voto contrario, in circostanze simili) sono stati 35 paesi inclusi Cina e India. Calcolatrice alla mano, credo che i rappresentanti di metà della popolazione mondiale abbiano fatto mancare il voto d'appoggio ad una semplice risoluzione di condanna dell'aggressione. Quindi: l'Occidente, per quanto imbelle, esprime netta contrarietà, ma gran parte del mondo simpatizza più o meno apertamente per Putin, sperando che qualcuno scolpisca nella storia una chiara data a cui gli storici faranno risalire la fine dell'egemonia americana.
3. La Russia ha preso atto che una incursione-lampo, con perdite minime, è insufficiente a piegare la resistenza ucraina. Credo che fossero preparati a questa eventualità: ora si stanno togliendo i guanti e premendo sull'acceleratore, vedi la dichiarazione di Putin sul fatto che gli Ucraini usano i loro civili come "scudi umani" (tradotto dal putinese all'italiano: da adesso, spariamo su tutto quello che si muove). I prossimi giorni saranno decisivi nel capire se questo maggiore sforzo otterrà i risultati voluti, ma è tutto da dimostrare che sotto una pioggia di attacchi aerei indiscriminati e di razzi termobarici i difensori siano in grado di tenere duro con al stessa efficacia dimostrata finora. Per dare loro una chance andrebbe istituita la famosa No Fly Zone, ma significa accettare lo scontro diretto con l'aviazione russa. Scontro nel quale la NATO è nettamente favorita, ma che comporta a) il rischio di perdite e, se la sensibilità russa registra il problema solo nell'ordine delle migliaia, quella europea è ben più sensibile e b) nella percezione occidentale, il rischio di una escalation nucleare totale (cosa in cui io personalmente non credo).
Bottom line: per come la vedo io, Putin non è isolato né sconfitto e purtroppo gli obiettivi che si è posto sono ancora alla sua portata.