Ma infatti il vero punto della questione è che tutte le previsioni di quello che potrebbe accadere a Putin si basano su un modello di pensiero occidentale.
Che non solo non é applicabile in Russia (per ora), ma per esempio anche in Cina il pensiero generale é che la Russia abbia fatto questa mossa per difendersi dalla politica aggressiva occidentale.
Sono indottrinati sicuramente, ma pensano lo stesso di noi occidentali che siamo portati a vedere le cose sempre dal punto di vista favorevole all'Occidente (o comunque "occidente-centrico").
Quindi possiamo cantarcela finchè vogliamo, ma che poi cantino anche gli altri è tutto da vedere.
Non fa una piega.
Anzi, espando il discorso: ci attendono decenni in cui il confronto, in tutti i campi, sarà tra le democrazie occidentali e le potenze autoritarie di Cina e Russia, due blocchi di potenzia militare ed economica assimilabile. Qualcuno prima o poi conierà un termine per definire questo nuovo, chiarissimo assetto che si sta delineando. Seconda Guerra Fredda?
Le rispettive popolazioni, con le fisiologiche eccezioni, hanno interiorizzato i rispettivi sistemi: il tedesco medio è ostile all'idea di rinunciare ai suoi diritti democratici tanto quanto il russo medio è ostile all'idea di vedere frustrato il suo orgoglio nazionalista.
Individuare "chi ha ragione" in termini assoluti è inutile prima di essere impossibile, dato che i sistemi di valore sono diversi. Quello che si può fare è decidere, ognuno per parte propria, quale dei due sistemi sia la migliore chiave interpretativa del mondo e io non ho particolari dubbi.
Quindi: Putin non è Satana, è uno statista deciso e spietato che difende gli interessi del suo paese. Il caso vuole che sia nostro avversario strategico, che sia nell'altro "blocco". Quindi per noi è inevitabile la scelta tra subire il suo gioco (e del suo senior partner prossimo venturo, Xi) oppure decidere di competere.
Da questo pdv, per me ci sono alcuni punti chiave:
1. Prima l'UE diventa una superpotenza adulta, con una propria politica estera e delle forze armate potenti e unificate, meglio è.
2. Fintanto che il punto 1 non si verificherà, la NATO è l'unico framework di sicurezza credibile. Le bombe atomiche custodite in Italia, che terrorizzano Jello, sono parte del sistema che ci ha mantenuto al sicuro per 70 anni e guai se un giorno se ne andassero. Senza la NATO, dovremmo elemosinare la nostra deterrenza strategica ai francesi e non è detto che questi ultimi siano disposti a morire per noi garantendola.
3. Anche qualora il punto 1 si verificasse, è inevitabile che i nostri interessi di europei continentali saranno sempre maggiormente allineati a quelli del mondo anglosassone, rispetto a quelli del blocco autoritario. Per cui andrà a configurarsi una NATO più diarchica o una NATO con un nome diverso, ma non certo un distacco reale tra UE e "AUKUS", perché il vero interesse strategico di fondo di ogni sistema (chiamiamolo "interesse zero", scippando Asimov) è preservare sé stesso. E le democrazie, al di là di conflittualità tattiche che possono esistere, saranno sempre portate ad aiutarsi a vicenda quando una crisi si fa esistenziale.