In un certo senso Primal è nato sfortunato. Un titolo annunciato, rimandato molte volte, e sostenuto da un grande battage pubblicitario, crea nei giocatori una tale hype da provocare poi inevitabilmente una cocente delusione se si rivela essere anche solo qualcosa di meno che un capolavoro assoluto ed epocale. E’ successo recentemente con The Getaway, succederà probabilmente anche con il prossimo Tomb Raider, e succede ora con Primal. Ed è un peccato, perché magari non sarà un capolavoro, ma oggettivamente è un gran bel gioco!
La storia non è originalissima: in fin dei conti si tratta pur sempre di sconfiggere il cattivo che vuole distruggere l’universo. La protagonista è Jen, normalissima ragazza del nostro mondo, o almeno così crede. Una sera, mentre assiste ad un concerto rock del suo fidanzato Lewis, viene attaccata da una creatura simile ad un demone. Il mostro rapisce Lewis e scompare, lasciandola in coma in mezzo alla strada. Portata in ospedale, la ragazza riceve la visita di una creatura bizzarra: è Scree, un gargoyle di pietra. Il piccoletto libera lo spirito di Jen dal suo corpo fisico, e le rivela che in realtà non è affatto normale come credeva di essere. L’equilibrio dell’Universo è in pericolo e spetterà a lei ed al suo bizzarro compagno risolvere la situazione…
Tecnicamente il gioco si presenta come un incrocio fra Tomb Raider e Soul Reaver: un’avventura grafica in terza persona fortemente orientata verso l’esplorazione. La particolarità di Primal è che è possibile in ogni momento cambiare il personaggio controllato, lasciando l’altro al “pilota automatico” della console. Jen e Scree sono molto diversi tra loro: la ragazza è agile e sa combattere bene, e nel corso del gioco acquisterà il potere di trasformarsi nelle varie razze demoniache che incontrerà, guadagnandone i poteri e le armi. Scree sa arrampicarsi sui muri, è fisicamente forte e funge anche da “batteria” per l’energia magica di cui Jen ha costantemente bisogno per combattere. I puzzle che si incontrano richiedono spesso la collaborazione dei due personaggi, o la ricerca di percorsi diversi per ognuno dei due. Opinabile comunque la scelta di implementare i salti automatici, anziché prevedere un tasto apposito.
Il sistema di combattimento è stato molto criticato quando è uscita la demo, ed in effetti non è semplice abituarsi ad esso: utilizza i tasti dorsali, con tre tasti di attacco ed uno di parata. Consente combo e mosse finali, ma non è molto pratico e talvolta non risponde con precisione fulminea. E’ comunque da ricordare che il combattimento non è il cardine del gioco: la quantità di mostri da affrontare è relativamente bassa.
La grafica è indubbiamente il pezzo forte del gioco. I mondi da esplorare sono vastissimi e ricchi di dettagli, ben progettati fin nei minimi particolari. Gli effetti di luce sono sensazionali, le torce bruciano distorcendo l’aria sopra di esse, le texture sono precise e ben disegnate. Jen cammina lasciando impronte sul terreno morbido, e nell’aria fredda il suo fiato forma nuvolette estremamente realistiche. Quando la telecamera la inquadra da vicino si resta a bocca aperta ammirando la ricchezza del suo modello poligonale. Le espressioni facciali sono perfettamente riprodotte, i suoi occhi si muovono esplorando l’ambiente e le sue palpebre si aprono e si chiudono con naturalezza. Parlando di telecamera, il suo controllo è abbastanza buono: c’è qualche imprecisione ogni tanto, ed alcune sporadiche compenetrazioni di poligoni, ma nulla di terribile. L’unico vero difetto dell’ambientazione è che è poco interattiva: a parte qualche barile e qualche cassa da rompere, l’unica cosa che si può fare con l’ambiente è guardarlo.
Ottimo anche il comparto sonoro: azzeccata la scelta di limitare al minimo la musica di ambiente durante il gioco, perché al contrario esalta la qualità degli effetti sonori: il rumore dei passi, il fruscio del vento, i secchi schiocchi delle torce. Ma quando invece la musica c’è, è di ottima qualità. Le scene di azione ed i combattimenti sono sottolineati dal rock duro dei 16 Volt, un complesso di Los Angeles che ha composto alcune canzoni apposta per il gioco. La parte melodica invece è composta dagli stessi autori delle musiche dei due Medievil, e suonata dall’Orchestra Sinfonica di Praga. A maggio la colonna sonora verrà anche distribuita come CD a se stante.
Strepitoso, una volta tanto, il voice acting. Nell’originale, Jen ha la voce di Hudson Leick, che interpretava Callisto in “Hercules” e “Xena”, mentre Scree è Andreas Katsulas, famosissimo attore televisivo americano (“Star Trek”, “Babylon 5”). Il doppiaggio italiano è onorevole, ma è consigliatissimo giocare in lingua originale (sono previsti anche i sottotitoli opzionali in varie lingue).
Il gioco è distribuito in due versioni: la normale ed una “Limited Edition” che offre in più un CD con alcuni brani rock della colonna sonora ed un codice per l’accesso all’area riservata del sito ufficiale.
Voto complessivo: 8.5